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Diritti umani all'Unione Europea

Autore:
Redazione
Fonte:
CulturaCattolica.it

Chiunque viva i fatti del mondo con l’intelligenza guidata dal cuore, cioè con partecipazione umana, oggi a Bruxelles, alla Commissione Affari Esteri - Sottocommissione per i Diritti Umani sarebbe allibito e si sarebbe indignato. Con quello che sta succedendo nel mondo, qui si parla di editing delle relazioni! La casa rischia di bruciare, e qui si potano le piante del giardino.
La discussione verte sulla «Relazione annuale sui diritti dell’uomo nel mondo nel 2005 e la politica dell’UE in materia». Pensate che qualcuno abbia citato don Santoro, i Cristiani perseguitati e uccisi le chiese bruciate in vari Paesi? Ma neanche per idea. A parte la relazione dell’on. Richard Howit (PSE), anche durante il dibattito i temi OGGI (oggi!) più citati sono: di gran lunga Guantanamo, poi gli omicidi di Sindacalisti e gente comune in Columbia, la mancata firma da parte degli Stati Uniti dello Statuto di Roma, i viaggi della CIA, la tratta degli esseri umani, l’incapacità di gestire l’ordine pubblico in Iraq rispettando i diritti umani, la violazione dei diritti umani dei giornalisti e la libertà d’espressione in Turchia. All’inizio la Presidente della Sottocommissione ha annunciato che si sarebbe potuto trattare delle vignette offensive per Islam, ma dal punto di vista delle libertà di espressione.
Possiamo accampare tutte le giustificazioni, ma francamente non tengono. Ancora una volta il Parlamento, impostato ideologicamente e succube di giochi burocratico-politici, è da una parte, mentre la realtà bruciante e la passione umana della gente è da tutt’altra parte. Si parla di gente vera, libera e sensibile, non accecata! E non ci raccontino che, ad esempio, di don Santoro è stato fatto un cenno in una risoluzione, dopo mille patteggiamenti, mille tentennamenti, mille ritrosie; quante volte il Parlamento ha parlato di Guantanamo!
Oltre alla delusione perché non c’è sintonia con la verità ed con il comune sentire, si fa sempre più concreta la preoccupazione del distacco tra i popoli e l’Istituzione. I popoli sono una realtà composita e complessa: supposto che una parte dei Cittadini siano in sintonia con questa visione parziale ed un poco miope (supposto ma non accertato e tutto da dimostrare), gli altri Cittadini non contano? Qualcuno pensa di poter stabilire con qualche voto in più che questi Cittadini non contano? Ma si rende conto questo qualcuno del baratro in cui sta trascinando il sogno, l’ideale europeo?

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