Cristo non è un’idea
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Maurizio Crippa, su Il Foglio di oggi, nel suo articolo "Uccidere un prete", riflette sulla figura del sacerdote, partendo da personaggi letterari come il prete dell'acquavite di Greene e dal Thomas Beckett di Eliot. Che cosa rende diverso il martirio di un sacerdote? "Perché lui è un uomo come gli altri, ma che può "mettere Dio lo stesso nella bocca dell'uomo". E questo non è facile da accettare. Così che quando si uccide un prete perché è prete, lo si fa proprio per colpire questa peculiarità, per togliersi questo fastidio". Per il futuro: "C'è anche la profezia. Greene e Eliot, che scrivono più o meno negli stessi anni, parlano della condizione della chiesa nel secolo breve, ma lunghissimo se misurato in persecuzioni che hanno toccato tanti cristiani. E in modo speciale gli uomini (e anche le donne), consacrati, dai preti della Guerra Civile a quelli massacrati dai due totalitarismi. Uccisi nell'abito che portano per trista sineddoche di quello che sono, "sacerdoti alla maniera di Melchisedek", misteriosamente uniti in questo, degni o non degni, a Gesù Cristo. Del cui ruolo di sacerdote e vittima innocente lasceremo spiegare alla teologia, o alle cruciali e abissali riflessioni di René Girard, quando parla dell'opposizione del cristianesimo contro il regno delle tenebre. Qui si potrà ricordare che la profezia di Eliot è anche la profezia di Oscar Romero, il vescovo di San Salvador ucciso mentre celebrava l'Eucarestia nella sua cattedrale, omicidio che fu apertamente rivendicato, al di là della sua valenza politica, come volutamente sacrilego. Perché il sacrilegio c'è, e qualcosa ne coglie anche il mondo scristianizzato, apparentemente indifferente agli uomini di Dio, ruolo e abito. (...) Ma il Papa poeta (...) parlando dei martiri di Angers, vent'anni fa, esclamò con la forza di chi il martirio lo conosceva: "Potessimo dire, come i martiri di tutti i tempi: io sono in chi credo! Gesù Cristo è vivo, non è un'idea di cui si potrebbe discutere"."