Cercasi maestri capaci di forgiare uomini e donne
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Se una volta tornando da scuola osavi dire che il maestro ti aveva dato
una sberla, ne prendevi un’altra.
Perché
tuo padre era convinto che il maestro fosse nel giusto, che se te
l’aveva data te la meritavi.
Oggi le sberle non si
danno più, meno male, ma il guaio è che non si
danno più nemmeno regole.
Se il bambino torna a
casa con una nota di demerito, la famiglia corre a giustificarlo,
delegittimando di fatto il lavoro
dell’insegnante.
D’altra parte, molti
insegnanti nel tentativo di aggirare gli ostacoli rappresentati dalle
grane con i genitori, appena si presenta un problema pronunciano la
frase di rito “signora, la scuola offre un servizio di
supporto psicologico, può rivolgersi allo sportello dalle
ore…”
Ecco, lo specialista per tutte le
stagioni, il problema, medicalizzato e nessuno che si senta chiamato in
causa in prima persona.
La cronaca di questi giorni ci racconta
che oramai la misura è colma, ci sta sfuggendo di mano la
situazione, e quando si trova un insegnante o un preside che
caparbiamente ed eroicamente vogliono fare il loro lavoro, il loro
dovere, ritenendo che qualcuno dovrà pur farlo, finiscono
malmenati al pronto soccorso.
Nella scuola dove non
c’era il riscaldamento, ma la stufa in fondo alla classe,
dove non c’era lo psicologo, ma un solo maestro per 40
alunni, c’erano uomini che forgiavano altri
uomini.
Oggi la scuola ha il riscaldamento che va al massimo,
si fa sciopero se l’acqua nelle docce della palestra
è fredda, ci sono gite scolastiche, visite guidate,
cineforum, ma mancano maestri capaci di forgiare gli uomini e le donne
che guideranno la società di domani.
Si, si lo so,
alcuni ce ne sono, ma bisogna aiutarli a non essere soli in un deserto
di menefreghismo, vogliono solo fare il loro lavoro, non gli eroi.