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Cercasi maestri capaci di forgiare uomini e donne

Fonte:
CulturaCattolica.it

Se una volta tornando da scuola osavi dire che il maestro ti aveva dato una sberla, ne prendevi un’altra.
Perché tuo padre era convinto che il maestro fosse nel giusto, che se te l’aveva data te la meritavi.

Oggi le sberle non si danno più, meno male, ma il guaio è che non si danno più nemmeno regole.
Se il bambino torna a casa con una nota di demerito, la famiglia corre a giustificarlo, delegittimando di fatto il lavoro dell’insegnante.
D’altra parte, molti insegnanti nel tentativo di aggirare gli ostacoli rappresentati dalle grane con i genitori, appena si presenta un problema pronunciano la frase di rito “signora, la scuola offre un servizio di supporto psicologico, può rivolgersi allo sportello dalle ore…”
Ecco, lo specialista per tutte le stagioni, il problema, medicalizzato e nessuno che si senta chiamato in causa in prima persona.

La cronaca di questi giorni ci racconta che oramai la misura è colma, ci sta sfuggendo di mano la situazione, e quando si trova un insegnante o un preside che caparbiamente ed eroicamente vogliono fare il loro lavoro, il loro dovere, ritenendo che qualcuno dovrà pur farlo, finiscono malmenati al pronto soccorso.

Nella scuola dove non c’era il riscaldamento, ma la stufa in fondo alla classe, dove non c’era lo psicologo, ma un solo maestro per 40 alunni, c’erano uomini che forgiavano altri uomini.

Oggi la scuola ha il riscaldamento che va al massimo, si fa sciopero se l’acqua nelle docce della palestra è fredda, ci sono gite scolastiche, visite guidate, cineforum, ma mancano maestri capaci di forgiare gli uomini e le donne che guideranno la società di domani.

Si, si lo so, alcuni ce ne sono, ma bisogna aiutarli a non essere soli in un deserto di menefreghismo, vogliono solo fare il loro lavoro, non gli eroi.

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