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9 dicembre 2004: In Venezuela, vige la legge del silenzio

Fonte:
CulturaCattolica.it



Caracas, 8 Dicembre 2004

Ieri sera, prima di partire, per partecipare ad un vertice di Capi di Stato, delle Nazioni Latino Americane, che si terrà in Cuzco, Perù, Hugo Chavez, Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha firmato e, pertanto autorizzato, l’esecuzione della nuova legge, recentemente approvata dal parlamento: la legge “Bavaglio”.

In essa, nascosta sotto il manto della necessaria protezione dei cittadini, e soprattutto dell’infanzia, si prevedono pene pecuniarie fortissime, a tutti i mezzi di comunicazione radio, televisivi, e stampa, come castigo per la diffusione di notizie, che possono condurre lo spettatore a determinare l’assoluta e totale inefficienza del governo. Ancor più, quando le notizie, possono indurre a intorbidire le eccellenti relazioni esistenti fra il regime, i suoi gerarchi, e i cittadini.

In poche parole, tutti i mezzi di comunicazione, pubblici e privati, dovranno creare un ambiente propizio, dove il venezuelano sentirà i benefici di essere tutelato da un regime, o meglio, da una ideologia, fondata sul culto della personalità del suo leader.
A tale legge, di recentissima approvazione, seguirà presto, la nuova riforma del Codice Penale, la quale, abilmente mescolata con la legge contro i terroristi, punirà coloro che, per qualsiasi ragione, esporranno i reclami al regime, o direttamente ai funzionari di quest’ultimo, con mezzi sonori impropri, come fischietti, trombette, canti, o apprezzamenti sull’evidente incapacità del funzionario stesso. Tali pene oscillano, da fortissime multe, a mesi ed anni di carcere duro, pene che saranno raddoppiate, se il funzionario in questione, è di alto livello.

Indubbiamente nelle prossime ore, la Nazione Sud Americana, si trasformerà in un’oasi di felicità assoluta, per coloro che, lobotomizzati dalle nuove leggi, vedranno l’avvenire attraverso l’opinione proporzionata dal regime, e mai contrastata, visto che i mezzi di comunicazione avversi, non potranno sicuramente pagare le fortissime multe, e saranno perciò chiusi per crisi economiche, mai per oppressione, o persecuzione del regime.

Il Venezuela, paradiso tropicale di allegria, musica e passione, sarà presto conosciuto come la terra del silenzio, un paradiso sì, però per coloro che, affascinati dalla natura, potranno ascoltare, nella capitale Caracas, solo il cinguettare degli uccelli, e lo strascico delle borse, che i mendicanti trascinano, caricate delle loro succulenti cene, trovate nella spazzatura.

Venezuela, paradiso di turisti, però, silenzio. Silenzio!

Maria Luz FdC
(SALVIAMO VENEZUELA)

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