7 settembre 2004: Delitti impuniti, presunta innocenza e castigo
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Caracas, 6 Settembre 2004
Sono le 19.30, nella capitale del Venezuela, e tutta la stampa radio televisiva è appostata presso la sede della polizia politica, la temuta DISIP, in attesa che sia scarcerato il Sindaco, di una delle aree amministrative, nelle quali è divisa la città di Caracas, Henrique Capriles R.: uno dei prigionieri politici più emblematici dell'opposizione democratica. Dopo una lunga battaglia legale, durata mesi, durante i quali il funzionario pubblico è stato recluso, accusato di aver tentato l'assalto all'Ambasciata Cubana, durante l'auto colpo di stato del presidente Hugo Chavez, ora si è giunti, finalmente, alla fine della sua detenzione, permettendo così che il processo possa proseguire e svolgersi, con l'imputato in libertà, secondo quanto indicato nella legge e specificato nella Costituzione Nazionale.
Non c'è da meravigliarsi che Chavez, dopo la autoproclamata, e dubbiosa vittoria, nel Referendum Revocatorio, voglia lanciare al mondo un'immagine di tolleranza, che sicuramente non gli è propria, né a lui, né a tutti i gerarchi del regime, i quali, stanno arduamente lavorando per sovrapporre, alle nuove denunce di broglio elettorale, ulteriori elementi, così da confondere l'opinione pubblica, e in modo particolare l'opposizione, sia a livello nazionale che internazionale.
Contemporaneamente, successive denunce e, soprattutto, altre prove di certezza di frode elettorale, sono state presentate, ieri, dalla ONG Súmate, organizzazione che ha seguito, più da vicino, gli aspetti tecnici del Referendum Revocatorio, dello scorso 15 Agosto, affermando che dagli studi statistici e matematici, dei risultati offerti dal regime, il fatidico 15 Agosto, alle tre di notte, si può considerare una probabilità di broglio vicina al 96%, e che, la prossima settimana, saranno indicati gli elementi, assolutamente incontrovertibili, di tale inganno. Nel frattempo, uno dei matematici più vicini e assessore del Centro Carter, ha pubblicamente riconosciuto, e apertamente ammesso, di essere incorso in un crasso errore di valutazione, nell'indicare, ai membri dell'Organizzazione Carter, la certezza e trasparenza delle votazioni, errore dovuto a differenze, nei modelli matematici usati.
Conseguentemente il panorama politico, in Venezuela, si complica e nonostante il regime cerchi di deviare l'attenzione, concentrando i suoi sforzi su un'immagine di dialogo con alcuni esponenti dell'opposizione, in realtà, si tratta di un sipario per coprire una situazione assolutamente nebulosa e poco chiara. Tanto i nuovi ministri, ex militari, fedelissimi a Chavez, come il Vicepresidente J.V.Rangel, considerati fra i talebani del regime, dichiarano costantemente sulla totale frattura dell'opposizione. Però in realtà, gli unici colloqui aperti, sono con esponenti senza importanza, e assolutamente ripudiati dalla maggioranza dei cittadini.
Un ulteriore scandalo ha coinvolto la giustizia rivoluzionaria, il giudice Leon, lo stesso che rinchiuse, 106 giorni fa, il sindaco Henrique Capriles, nelle celle della polizia politica, sotto accusa di terrorismo politico, è stato arrestato, ieri, per corruzione. Lo strano e scandaloso arresto è avvenuto quando il giudice Leon, candidato del partito rivoluzionario al Tribunale Supremo, accettava, dal direttore nazionale della polizia scientifica, la classica bustarella di 15 milioni, per emettere una sentenza favorevole all'alto funzionario. Infatti, da tempo, esiste un'indagine contro Marcos Chavez, per maneggio inappropriato dei fondi della stessa polizia, e la scomparsa di circa 180 milioni. Un direttore nazionale, della polizia scientifica, indagato per appropriazione indebita, e un giudice proposto per integrare la Corte Suprema, coinvolti in un nuovo scandalo. Questa è la famosa giustizia rivoluzionaria offerta da Chavez? O si tratta solo del vecchio inganno totalitario vigente in Cuba?
Maria Luz FdC
(SALVIAMO VENEZUELA)