4 settembre 2004: Ponti d'oro o trampolini di lancio verso la distruzione?
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Caracas, 3 Settembre 2004
Dopo vari giorni, di calma e riflessione, poco a poco il Venezuela, quello vero, per intenderci bene, quello formato da coloro che hanno lavorato e sudato per dare ai propri figli una vera Nazione, un Paese autentico, con sogni e speranze, si sta svegliando dall'incubo del Referendum. E il peggio, lo scopre, quando deve accettare che l'incubo si è trasformato in realtà. Quando, anche noi, come i sud africani in Soweto, dovremo abbassare la testa e accettare l'apartheid creata dal regime rivoluzionario. Quando, scopriremo che, il considerarci orgogliosi di aver creato un futuro per le nostre famiglie, è considerato un delitto. Quando, credere nella libertà e nella democrazia, è solo un sogno che deve essere nascosto, sotto una maschera d'ignoranza e fanatismo, poiché, proiettare lo sguardo verso il futuro, è un'offesa rivolta a chi, dall'alto del potere, vuole decidere tutto, e per tutti.
Rabbia, impotenza, tristezza, questi sono i sentimenti che accomunano e condividono tutti i cittadini venezuelani, con i tanti emigrati, che qui vivono, e sentono questa terra, anche la loro. Ci sentiamo truffati, offesi, colpiti nei nostri sentimenti più profondi e autentici, nella nobiltà di ciò che avevamo, con coraggio e fiducia, intrapreso, nell'immensa volontà di creare un Paese, dove la giustizia, fosse la cosa più importante e, soprattutto, dove tutti, tutti, potessero aspirare a una vita migliore. Però, l'inganno, al quale ci ha condotto il regime, l'ignobile menzogna architettata dai centri di potere, che avrebbero dovuto garantire l'assoluto equilibrio, dello Stato e del Governo, ha causato e prodotto il disprezzo più palpabile, sia verso chi ha creato l'immenso broglio elettorale, sia contro chi lo ha permesso.
Sicuramente, i peggiori tradimenti, provengono da coloro che si manifestano i nostri più fedeli amici. Sicuramente, gli schiavi africani, ignoravano, che colui che commerciava con la loro vita, era giustamente un re africano. Cosa avrebbero pensato e provato, nel saperlo? Cosa direbbero, gli ebrei sopravvissuti ai campi di sterminio, se sapessero, con certezza, che molti, moltissimi di loro furono denunciati, venduti ai nazisti, da membri della loro medesima religione? Quanti dei nostri politici, lacerandosi il petto, parlando di libertà, hanno collaborato con il regime rivoluzionario, vendendoci, o meglio, vendendo i nostri voti, a cambio dei favori del potere? Quanti di loro, hanno assunto la responsabilità del broglio, confessando la totale mancanza di preparazione per evitarlo?
Troppe domande, e nessuna risposta, ed è proprio questo che opprime lo spirito del popolo, che così caparbiamente ha lottato per mesi, per anni.
Oggi, il regime, ha lanciato ponti d'oro per attirare i più deboli, o permettere ai collaboratori, di sopravvivere. Ponti, su delle fogne, in cui, scorrono gli inganni e lo sterco del potere. Ponti, dai quali, si intravede una fetida mescolanza di odio, rancore, potere, prevaricazione e denaro. Tanto denaro! Tutto sottratto alle bocche di un ricco Paese, oggi pieno di povera gente, di affamati. Dovremmo avere il coraggio di proclamare i nomi, gridarli a squarciagola, per evitare che altri possano essere ingannati: Jimmy Carter, Cesar Gaviria, Ambasciatori e diplomatici, fra cui, primo fra i primi, il nostro. Però, sarebbe come scriverli sulla sabbia, in un giornata di forte vento.
Ponti d'oro o trampolini di lancio verso la distruzione? Il tempo e la storia potranno dirlo.
Troveremo la forza per risalire, per buttare la zavorra, e riprendere il viaggio. La libertà e la democrazia, sicuramente, ci aspetteranno.
Maria Luz FdC
(SALVIAMO VENEZUELA)