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4 dicembre 2004: Il Venezuela di fronte al grottesco

Fonte:
CulturaCattolica.it



Caracas, 3 Dicembre 2004 Ieri, 2 Dicembre, il Procuratore della Repubblica Isaias Rodriguez, ha consegnato, in modo formale, la richiesta di nullità della sentenza emanata dal Tribunale Supremo il 4 Agosto 2002, dichiarando innocenti i generali, che durante la notte del 12 di Aprile 2002, giudicarono opportuno intervenire, data la condizione critica in cui versava la Nazione, a causa della rinunzia del Presidente della Repubblica Hugo Chavez.

Alla conferenza stampa, concessa durante la consegna, diverse volte, il Procuratore ha definito tale sentenza “GROTTESCA”, e pertanto, i magistrati che a suo tempo la firmarono, come interpreti non affidabili della Costituzione e delle leggi venezuelane. La parola grottesca è stata, senza dubbio, meno oscena della definizione che, a suo tempo, gli riservò il Presidente Chavez, qualificandola “escremento umano”, in un atto pubblico, e teletrasmesso.

Una sentenza della Suprema Corte di Giustizia può essere definita escremento, in un momento di rabbia, da parte di colui che rappresenta la Nazione di fronte al mondo? O può essere classificata, come grottesca, solo perché contrasta con l’immagine intoccabile della rivoluzione, che vuol presentare il suo unico leader?

Grottesca, perché la definisce il Procuratore Generale della Repubblica, ex vicepresidente, e fervente attivista del partito rivoluzionario? Grottesca la sentenza, grottesco il tribunale che l’ha emessa, grottesca la giustizia, grotteschi tutti i corpi che in essa partecipano, grottesca l’intera struttura statale nella quale si è convertita la Nazione.

Le evidenze, sino ad ora, sostengono la tesi, infatti, grottesca è stata la sentenza di innocenza, emessa dai tribunali nel processo dei pistoleri di Ponte LLaguno, quando l’11 Aprile, furono ripresi da vari canali televisivi, mentre sparavano sulla folla che si avvicinava. Così grottesca che, lo stesso Procuratore incaricato del caso, Danilo Anderson, Procuratore successivamente assassinato, ne aveva sollecitato l’appello, essendo convinto della loro colpevolezza.

Grottesca quindi, è stata anche la massima decorazione, offerta dalla rivoluzione agli stessi imputati, poi assolti. Grottesca, è la sentenza, che dichiara l’innocenza del torturatore, e stupratore, della giovane Linda Loasia Lopez, quando fu arrestato in condizioni di fragranza, riconosciuto e accusato dalla vittima, la quale porta tuttora le gravissime cicatrici delle torture ricevute.

Grottesca è l’investigazione dei presunti paramilitari, poi risultati giovani e imberbi colombiani, assoldati secondo il regime, da un complotto ordito per assassinare il capo dello stato, e letteralmente, spazzare con le armi, il governo rivoluzionario dal territorio nazionale. Una riedizione della famosa baia dei porci cubana. Nulla si è saputo più al riguardo, a parte i rimpatri di alcuni imputati, risultati dei minorenni.

Grottesca, è ancor di più, l’investigazione per l’assassinio del Procuratore Danilo Anderson, incaricato di tutti i processi che scottano, e sulle spalle del quale riposava la pace, o la guerra, della Repubblica. Ucciso perché sapeva troppo? Un attentato di tipo mafioso, per eliminare chi poteva, o aveva scoperto verità, che dovevano rimanere occulte?

Grottesca è la scia di sangue che segue le indagini, e che ha travolto l’opinione pubblica, che vive in stato di incredulità senza rendersi conto che, una Nazione, non può funzionare, se non esiste la fiducia reciproca fra lo Stato, le sue istituzioni e i cittadini. Grottesche le perquisizioni effettuate sul filo della legge, e talvolta al margine della legge stessa, come nel caso del Club Hebraica, dove 1.600 bambini hanno vissuto momenti di terrore, paragonabili solo a lontani e drammatici ricordi dei genitori.

Grottesca è la persecuzione di tutti coloro che, come Henry Vivas, e Lazaro Forero, ex direttori della polizia metropolitana, sono stati obbligati, dalla disperazione, a rifugiarsi presso l’Ambasciata del El Salvador (asilo politico che il paese ha però rifiutato), nella speranza di poter, liberi, dimostrare al mondo la loro innocenza e, invece, hanno scoperto che è più importante un barile di greggio, o un appoggio politico nella OAS, che la vita umana.

Grottesca l’ansia feroce con la quale la rivoluzione vuole, a tutti i costi, riscrivere la storia, presentando il famoso 11 Aprile, come un colpo di stato, quando quella stessa notte, attraverso tutte le stazioni radio e televisive, il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, comunicava alla Nazione, la rinunzia irrevocabile del Presidente in carica Hugo Chavez.

E triste, infine, la terribile angoscia che perseguita l’ex Colonnello Hugo Chavez, il quale sta viaggiando, in giro per il mondo, scambiando petrolio per approvazione, petrolio in cambio della verginità, che, però, ha irrimediabilmente perduta, in quella notte famosa, dell’11 Aprile. Quanti altri, come El Salvador, la Spagna, la Repubblica Dominicana, cederanno alla tentazione di cambiare il prezioso greggio con un candido manto di comprensione e appoggio?

Ma, ben più triste sarà, per coloro che, essendo i veri padroni del petrolio, si vedranno nel gennaio del prossimo anno una entrata svalutata del 15% circa, perché il regime ha già annunziato che il cambio del bolivar, moneta locale, passerà da 1.920 Bs, per dollaro americano, a 2.250. Un manto verginale è certamente il vestito più costoso che possa comperare qualunque governante, caro al punto che, neanche il petrolio, è sufficiente a pagarlo.

Maria Luz FdC
(SALVIAMO VENEZUELA)

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