30 novembre 2004: Un ritorno al terrore della Gestapo?
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Caracas, 29 Novembre 2004
Oggi, ore 6.30 di mattina. È da poco spuntato il sole, quando, diverse decine di uomini armati, circondano la sede dell’Associazione “Hebraica”, di Caracas. Si tratta della sede sociale ebraica più importante del Venezuela, dove, oltre ad attività ricreative, esiste una scuola elementare e superiore, con circa 1.600 bambini, tutti appartenenti alla colonia ebrea locale.
La visita degli uomini, fortemente armati, e alcuni incappucciati, è dovuta a una perquisizione ordinata dal giudice che sta indagando sul famoso caso Anderson. Lo sguardo di terrore, di bambini e genitori, che li seguono con gli occhi, rispecchia esattamente la profonda paura, che tuttora sentono, di fronte a una invasione armata di militari, polizia politica che, vestiti di nero, fanno emergere drammatici ricordi, mai completamente sepolti.
Una perquisizione alla ricerca di esplosivi plastici di altissima potenza, in una scuola, solo perché alcune voci hanno suggerito che l’attentato è stato organizzato con la partecipazione del governo israeliano? O, semplicemente, una minaccia come tante, a un gruppo etnico, forse ridotto numericamente, ma molto importante economicamente nello sviluppo della nazione?
Dal giorno dell’attentato al procuratore Danilo Anderson, l’atteggiamento del regime è diventato sempre più violento, utilizzando i corpi di polizia come strumento di repressione. Una scia di sangue segue la scia dell’attentato. Dopo la morte di due indiziati, sono apparsi i due fratelli Guevara, ex funzionari della polizia criminale, ammanettati e abbandonati lungo uno svincolo stradale, a circa 200 chilometri dalla capitale. Stranamente, la pattuglia della Guardia Nazionale, polizia militarizzata, li ha raccolti, dopo aver ricevuto una segnalazione anonima, e li ha consegnati alla polizia politica, che tuttora li tiene detenuti.
Un terzo parente, anche lui ex funzionario della stessa polizia criminale, è stato arrestato e, assicura l’avvocato difensore, fortemente torturato. Secondo il Ministro degli Interni e Giustizia, Jesse Chacón, sono sulla pista finale e, molto presto, si chiarirà il caso. Quanti altri morti, detenuti e torturati costerà per arrivare al colpevole? In verità, dopo la perquisizione di oggi, al Club Hebraica, è difficile dirlo. Al contrario, ogni giorno, aumentano i dubbi del cittadino sulla veridicità delle dichiarazioni ufficiali, e sulla possibilità di giungere a un finale.
Mentre il regime rinnova i suoi attacchi contro l’opposizione, distruggendo quel poco che ancora resta in piedi, Hugo Chavez ha compiuto la sua visita al Cremlino, dove il Presidente Putin lo ha accolto a braccia aperte. L’acquisto di 40 modernissimi elicotteri di attacco, e di 100.000 fucili modello K, sono bazzecole di fronte all’autentica dinamite contenuta nell’accordo energetico, con cui si pretende, lentamente ma inesorabilmente, di soffocare sicuramente l’economia occidentale. Non a caso, le visite sia a Tripoli, che in Iran e Qatar, sono destinate a formare un fronte, con cui arrestare la progressiva penetrazione dell’occidente e, in particolare, del Patto Atlantico, in quelli che un tempo furono domini sovietici. L’Ucraina è un esempio palpabile della lotta politica in corso.
Riappropriarsi di nuovo dell’asse URSS – Cuba, con il nuovo binomio: Russia - Venezuela?
Comodo per Putin aprire un fianco in Venezuela dove, potrebbero benissimo alloggiarsi, sia i nuovi missili SS 27 TOPOL M, pericolosissimi, in quanto installati su mezzi mobili di ridotte dimensioni, così come basi per il nuovo sottomarino gigante, classe Akula, che con dieci testate nucleari può spazzare una nazione in pochi secondi.
Forse il vecchio sogno di Castro, sul dominio continentale, si riapre alla possibilità, con l’aiuto del petrolio venezuelano e la complicità di un regime, che sotto la bandiera bolivariana, ripropone il ben noto stile stalinista.
Non è forse logico chiedersi, a questo punto, quanto e come potrebbe costituire un pericolo per l’equilibrio mondiale?
Maria Luz FdC
(SALVIAMO VENEZUELA)