27 settembre 2004: "Rosso vince", e il gioco è fatto!
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Caracas, 26 Settembre 2004
Mentre i bolidi rossi di Maranello conquistano la Cina, trascinando il comunismo sotto il tappeto dei sogni, qui in Venezuela, il rosso stridente della rivoluzione chavista, minaccia nuovamente di spegnere le speranze di una Nazione. Che differenza! Da una parte la Ferrari, rossa, veloce, futuristica ed elegante, sinonimo di perfezione e gloria, tutta impregnata di tecnica e bellezza. Dall'altra, la rivoluzione bolivariana, squallida e corrotta, inumana come la povertà, triste e penosa come le ambizioni che rappresenta.
Ieri, uno dei rappresentati del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), durante una conferenza stampa, ha rivelato, candidamente, la gigantesca truffa fatta alla Nazione nello scorso Referendum Revocatorio del 15 Agosto. Ma non è tutto! In modo ancora più spudorato, ha anticipato che il trucco sarà rinforzato, perfezionato e utilizzato, sia nelle prossime elezioni amministrative, previste per il mese di Ottobre e, soprattutto, per quelle, molto importanti, che avranno luogo nell'anno 2006, quando Chavez, attuale Presidente, e leader rivoluzionario, si presenterà per la rielezione.
Il Sig. Jorge Rodriguez, membro principale della direttiva del CNE, rispondendo alle affermazioni dell'opposizione sul possibile broglio elettorale, ha comunicato alla Nazione intera, che l'aumento degli elettori, iscrittosi nei due mesi precedenti al Referendum presidenziale, era stato previamente approvato in consiglio, in quanto si trattava di cittadini che non avrebbero potuto esercitare i diritti politici, perché erano totalmente privi di documenti. Oltre 2 milioni di cittadini, in solo due mesi, sono stati identificati, iscritti al registro elettorale e, prossimamente, ulteriori 2 milioni, saranno provvisti dei regolari documenti, necessari per poter votare.
Dopo ben otto elezioni, vinte in forma schiacciante, Hugo Chavez, solo ora ricorda, circa sei anni dopo, che esistono in Venezuela 4 milioni di cittadini che sono talmente poveri da non possedere neanche una carta di identità? Sembrerebbe che, per schiacciare l'opposizione, questa volta, il massimo leader, abbia dovuto raschiare il fondo, ovvero frugare nelle baracche, nei centri della fame e della disperazione, per riunire il suo esercito salvatore. Secondo le statistiche, il 90% di coloro che sono stati forniti di documenti, e immediatamente iscritti al registro elettorale, appartengono alle classi D ed E, che sono le più umili e, ovviamente, le più fragili.
Esistono quindi 4 milioni di esseri umani perduti nelle città? Lungo i confini? Nelle campagne? Difficile crederlo. È più semplice dare credito alle dichiarazioni della Cancelliere colombiana, Carolina Barco, quando afferma che oltre 500 mila colombiani sono stati forniti dei documenti necessari per votare in Venezuela e, fra loro, moltissimi appartenenti alla guerriglia e al terrorismo.
Ma chi sono? Un esercito: agli ordini di chi li ha arruolati e pagati, per compiere una missione: 1) salvare il leader, da un colpo che avrebbe posto fine a anni di preparativi rivoluzionari; 2) preparare il terreno alla rielezione del 2006, stendendo il tappeto rosso chavista, su tutti i confini della Nazione, nelle amministrative che si terranno il prossimo mese di Ottobre.
Un esercito di 4 milioni di persone, disposte e compatte, per far sì che trionfi colui che gli permette di sopravvivere, con le famose e ingegnose missioni, ovvero attività culturali, assistenziali, sociali, inventate nella Cuba di Castro, e trapiantate unicamente per trasferire, sotto forma legale, fondi opportunamente mascherati in programmi umanitari, fondi che difficilmente potrebbero essere nascosti.
Un esercito di 4 milioni di individui, che sommati al gruppo radicale del partito rivoluzionario, hanno permesso la gigantesca frode elettorale, mai prima vista in Sud America. Se intendiamo che l'accettare di barattare il voto, se pur in cambio di una nuova identità, possa essere definito frode o inganno.
Cosa succederà nelle prossime elezioni? Facile prevedere una vittoria schiacciante delle truppe chaviste, sempre che siano debitamente ingrassate, con l'oro nero che sale dai pozzi venezuelani, specie all'attuale prezzo di oltre 40 dollari il barile.
Esistono solo due possibilità, che la mal chiamata rivoluzione, che in realtà rappresenta un governo totalitario stalinista, possa entrare in crisi: la prima, che gli manchino i fondi, per mantenere in piedi una tale guardia di pretoriani, e sebbene i poveri costino poco, le loro richieste, sicuramente, si incrementeranno nel tempo, sino a risultare insoddisfatte. La seconda è che il mondo, che sino ad ora ha considerato il fenomeno solo un piccolo fastidio, cominci a preoccuparsi seriamente di un Paese che potrebbe nascondere, fra i suoi cittadini, terroristi veramente pericolosi nel senso globale della parola.
Potrà succedere?
Maria Luz FdC
(SALVIAMO VENEZUELA)