26 agosto 2004: Referendum in Venezuela, una tragica opera buffa
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Caracas, 25 Agosto 2004
Molte sono le opere buffe che, come tali, provocano le risate di chi assiste come spettatore. Nessuna credo, suscita nella platea, sentimenti di pena, rabbia, tristezza come quella presentata, Domenica 15 Agosto, in Venezuela, sotto il titolo di “Referendum Presidenziale Revocatorio”. Tragica opera buffa, in tre atti, e sulla quale scenderà il sipario, venerdì 27 Agosto, con l’acclamazione, da parte del parlamento, del presidente e leader rivoluzionario Hugo Chavez Fria.
Questo personaggio, apparso sulla scena nell’anno 1992, in costume di militare ribelle, maschera poi cambiata nell’anno 1998, per quella di presidente democratico, accaparra i tre atti della tragica operetta, la quale, vista dal resto del mondo, come una comica assolutamente inoffensiva, oggi, di fatto, sta a poco a poco, distruggendo le basi democratiche del continente sud americano.
Come in qualunque produzione teatrale che si rispetti, il protagonista, colui che, a somiglianza di un Robin Hood moderno, si lancia, in difesa dei poveri e degli oppressi, contro l’impero del male, rappresentato dagli USA, e personificato da un fantoccio, con la faccia di G. W. Bush, riempie con la sua presenza tutti gli atti. A volte, lanciando terribili accuse e inneggiando alla repressione, altre, provocando, con la sua chiamata alla violenza, morti, feriti, detenuti eccetera, però, sempre circondato da una aureola di invincibilità, che gli permette di schiacciare, l’odiato e democratico nemico, al prezzo che si renda necessario.
Naturalmente, come tutte le operette, anche la nostra racchiude, nel finale, la sorpresa più impressionante, in modo da lasciare nel pubblico il sapore di una buona opera. Nel caso del Venezuela, e contro tutte le previsioni, sia nazionali che internazionali, il regime rivoluzionario vigente, sotto la guida del suo abile condottiero, vince la battaglia delle urne. Una vera doccia ghiacciata sulla maggioranza dei cittadini, i quali, in buona fede, avevano partecipato, convinti dell’assoluta sicurezza del processo elettorale, e sulla imparziale presenza in scena, degli osservatori internazionali.
Oggi, proprio durante una seduta dell’Organizzazione degli Stati Americani, penultimo atto, si è rivelato l’arcano. In realtà, quelli che nell’opera dovevano interpretare i ruoli di osservazione internazionale, appaiono tranquillamente seduti, dichiarando la loro soddisfazione, sulla perfezione dell’avvenuto evento elettorale, ignorando completamente che, una gran parte della popolazione venezuelana, lo considera uno degli inganni più tristi realizzati da un governo. Petrolio, tranquillità, pressioni esterne? Difficile dirlo, però le bocche degli osservatori hanno emesso la loro sentenza lapidaria, e quelle dei membri dei partiti democratici sono rimaste mute, o si sono limitate a sussurrare: “Broglio, Broglio!”.
Triste e squallida opera buffa. Fra le risate di Cesar Gaviria, Jimmy Carter, i solenni ambasciatori del mondo, fra cui, per primo, il nostro Carante, tutti seduti in platea, applaudono, mentre sul palcoscenico, Hugo Chavez e i suoi bolivariani, letteralmente, travolgono il sogno di libertà e democrazia, strenuamente difeso da un popolo, oramai senza guida. Venerdì, in un’orgia di rosso, e di messaggi inneggianti alla rivoluzione e al suo leader, Chavez sarà osannato dal parlamento, in un atto di servile genuflessione, mentre il popolo, quello vero, ricorderà e piangerà i suoi caduti, i suoi sogni andati a monte.
Maria Luz FdC
(SALVIAMO VENEZUELA)