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23 luglio 2004: Notizie gravi in vista dello svolgimento del Referendum Revocatorio - UE non parteciperà alla supervisione del processo elettorale

Fonte:
CulturaCattolica.it

Caracas, 23 Luglio 2004

L'incontro previsto in data odierna tra la missione di osservatori della OSA e Centro Carter, con la direzione del Consiglio Nazionale Elettorale, è durato solo dieci minuti e, secondo informazioni, la firma del protocollo previsto per la responsabilità e limitazioni degli osservatori stranieri, è stata sospesa senza spiegazioni. Di fatto, nei giorni scorsi, uno dei direttori dell'Ente Elettorale, Enzo Battaglini, aveva elaborato un calendario di visita dei funzionari diplomatici previsto per l'osservazione elettorale, il quale prevedeva strettissime condizioni alla mobilitazione geografica e alla possibilità reale di giudizio del processo stesso.
Considerando la difficile situazione, e le assurde limitazioni imposte dal Consiglio Supremo Elettorale, l'Unione Europea ha deciso di rinunciare alla missione, perché le condizioni non sono propizie a tale osservazione. Questo, già di per sé, rappresenta un gravissimo colpo al processo del referendum, al quale il regime si è opposto sin dall'inizio, e per giustificare il criterio che le condizioni non sono propizie, hanno artificialmente creato un ambiente di probabile violenza, dovuto a dei furti di armi da guerra e di esplosivi in alcuni centri militari e petroliferi del paese. Furti che, secondo le dichiarazioni dello stesso vice presidente della repubblica J.V.Rangel, sono solo imputabili ai partiti di opposizione.
La gravità di tali dichiarazioni, fatte da un portavoce ufficiale del regime, si sommano a quelle rilasciate da uno dei più aggressivi e violenti sostenitori di Hugo Chavez, ex Ministro delle Comunicazioni e del Ministero delle Infrastrutture, Disdado Cabello. Durante un meeting di simpatizzanti al regime, Diosdado sosteneva che se l'opposizione vincerà il referendum, sicuramente lo farà con una gigantesca truffa, e pertanto, sarà combattuto dalla massiccia presenza dei simpatizzanti della rivoluzione, che si impadroniranno dei centri urbani.
Ogni giorno, ogni ora che trascorre, in cui i sondaggi determinano che il vantaggio dei partiti di opposizione porterà a defenestrare, tanto il presidente Chavez, come tutta la infrastruttura rivoluzionaria costruita negli ultimi anni, il regime aumenta la pressione, sia sui mezzi di comunicazione, dichiarandoli costantemente nemici della patria e del popolo, sia sugli osservatori internazionali, obbligandoli ad assumere una posizione assolutamente immobile, di fronte agli abusi di potere commessi dai simpatizzanti del presidente.
Pur essendo convinti della maggioranza, che ci porterà alla revocatoria del presidente Chavez, la preoccupazione dei votanti è quella delle possibili repressioni, prima e dopo l'evento elettorale, per giustificare eventuali dichiarazioni di non riconoscimento del processo. Oggi stesso, tutte le agenzie internazionali riportano l'arresto di 150 persone coinvolte nei furti, tanto delle armi come degli esplosivi, però, nonostante i giornalisti locali siano alla costante caccia delle notizie, nulla è trapelato. Si teme che il regime segua la stessa trama utilizzata in precedenza, con l'arresto di oltre 100 paramilitari, presunti invasori mercenari, assoldati dai partiti dell'opposizione con l'appoggio degli Stati Uniti, accusa poi caduta in mille contraddizioni, senza nessuna prova reale. Tali affermazioni, certamente non tranquillizzanti, aggiunte ai furti e ai nuovi arresti, potrebbero generare condizioni non appropriate per la supervisione internazionale.
"La rivoluzione è pacifica, però armata, ed è fino alla morte". Dichiarazione rilasciata in uno dei tanti meeting politici dallo stesso Hugo Chavez.

Maria Luz FdC
SALVIAMO VENEZUELA

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