2 luglio 2004: Lettera aperta al Ministro degli Affari Esteri Italiano
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MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta scritta 4-10372 presentata da MARCO ZACCHERA mercoledì 30 giugno 2004 nella seduta n. 482
ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: il prossimo 15 agosto si dovrebbe svolgere in Venezuela il referendum popolare sulla permanenza in carica del presidente Chavez; tale referendum è stato osteggiato in ogni modo dal governo in carica che è riuscito a bloccarlo per molti mesi; se il referendum stesso fosse ulteriormente rimandato ad una data successiva al 19 agosto perderebbe ogni pratica efficacia; vi sono fondati timori di brogli elettorali e di violenze; la comunità internazionale sta predisponendo l'invio di osservatori internazionali che vigilino sul regolare andamento del voto; il voto stesso verrà parzialmente svolto con metodi elettronici con software curato tra l'altro da una azienda italiana; la Comunità europea starebbe predisponendo l'invio di circa 200 osservatori -: se non ritenga di adottare le necessarie iniziative diplomatiche presso le competenti autorità venezuelane affinché sia assicurato il massimo della trasparenza delle operazioni di voto; se sia previsto l'invio di una delegazione di osservatori italiani; se non si ritenga opportuno che ne facciano parte anche deputati e senatori proprio per garantire un più qualificato ed attento lavoro di controllo. (4-10372)
Caracas, 2 Luglio 2004
Egregio Signor Ministro,
Mi permetto fare riferimento alla "Interrogazione a Risposta Scritta", presentata dall'Onorevole Marco Zacchera, in data 30 Giugno del 2004, sul referendum che si svolgerà in Venezuela, referendum che determinerà l'eventuale permanenza in carica dell'attuale presidente Hugo Chavez.
Come giustamente sottolinea l'Onorevole Zacchera, tale referendum, è stato ed è tuttora fortemente ostacolato dall'attuale governo in carica, ed esistono gravissime ragioni che fanno presumere alla possibilità di brogli, tali da impedire il corretto svolgersi della giornata elettorale, prevista per il 15 Agosto, dell'anno in corso.
Le ragioni che spingono il Sigor Chavez a ritardare, oltre la data del 15 Agosto, lo svolgimento di tale espressione democratica, è senza dubbio, il fondato timore di essere rimosso dalla presidenza, compiendo così la norma costituzionale, la quale obbliga all'immediata elezione di un nuovo presidente. Nel caso il referendum fosse posposto al 19 di Agosto, o oltre, lo stesso attuale vicepresidente dovrebbe, costituzionalmente, terminare il periodo presidenziale in corso. In tale seconda ipotesi, si manterrebbe intatta tutta la struttura politica del governo, cosa che, evidentemente, va contro la volontà della maggioranza del popolo votante.
Per quanto concerne la trasparenza del prossimo referendum, molte e gravi, sono le ragioni che inducono a pensare a un broglio elettorale, organizzato dallo stesso governo.
- Il Consiglio Nazionale Elettorale, Ente incaricato delle elezioni, ha elaborato un regolamento, limitando notevolmente le funzioni degli osservatori internazionali che saranno invitati. Tali limitazioni, restringono la funzione dell'osservazione e controllo, in quanto determinano strettamente, la rotta geografica degli osservatori stessi, così come la possibilità di esprimere liberamente tutte le considerazioni sul processo elettorale in corso. Tali norme non sono certamente d'accordo con lo spirito della supervisione internazionale, né con le intenzioni della U.E., come del Centro Carter o della OEA che, anzi, considerano indispensabile un corretto ed equilibrato sistema elettorale.
- Il Consiglio Nazionale Elettorale ha previsto un sistema di votazione elettronico, di origine italiana, rappresentato in Venezuela dalla società Smarmatic, però, come è logico, l'opposizione democratica ha chiesto un sistema di controllo manuale parallelo, per far fronte ad eventuali difficoltà nella procedura automatizzata. Tale sistema di controllo è stato, sino ad oggi, negato senza ragione né giustificazione alcuna e, questo, alimenta il sospetto di una possibile differenza fra i risultati reali e quelli che saranno comunicati ufficialmente dall'organo elettorale, tanto alla nazione come al mondo intero.
L'Onorevole Zacchera, che conosce il Venezuela e molti dei suoi problemi, ha compreso che, molto spesso, i cosiddetti brogli elettorali sono proprio commessi in fase preparatoria, giustamente quando l'osservazione, da parte degli organismi internazionali, è più complessa.
- Il Consiglio Nazionale Elettorale ha, per esempio, approvato, con un regolamento dell'ultima ora, un aumento e, soprattutto, un cambio geografico dei collegi di votazione, spostandoli verso i quartieri economicamente più depressi dove il governo prevede avere una maggioranza, cosa che risulterebbe di sicuro ostacolo per coloro che, provenendo da altre zone, avrebbero serie difficoltà a esprimere il voto in piena e assoluta libertà.
- È evidente l'assoluta parzialità del governo, quando, secondo le dichiarazioni degli addetti consolari nei vari paesi del mondo, i cittadini venezuelani hanno il diritto di partecipare al referendum, sempre che risultino con residenza legale nel paese che li ospita in forma provvisoria o permanente. Nel caso fossero illegali, seppure con la documentazione nazionale in regola, il passaporto venezuelano, non potranno votare.
- In vista della difficilissima situazione nella quale si dibatte la democrazia nella nazione e dato l'alto numero di immigrati italiani che qui vive, appoggiamo totalmente l'iniziativa dell'Onorevole Zacchera, sull'invio di un gruppo di parlamentari, Deputati e Senatori, al fine di garantire la trasparenza del prossimo processo elettorale.
La ringrazio per la cortese attenzione.
Maria Luz FdC
SALVIAMO VENEZUELA