Condividi:

12 settembre 2004: Scoperto il gravissimo broglio commesso, per permettere la vittoria di Chavez, del Referendum Revocatorio

Fonte:
CulturaCattolica.it



Caracas, 11 Settembre 2004

Ieri, a poche ore dalla scadenza dei termini per il ricorso, i partiti dell'opposizione democratica hanno presentato, in modo formale, le gravissime accuse di broglio elettorale, perpetrato dal regime, a favore dell'attuale Presidente, e leader rivoluzionario, Hugo Chavez.
La potentissima bomba è scoppiata due giorni dopo la presentazione del dossier, che il Dott. Tulio Alvarez, avvocato costituzionalista, incaricato dall'opposizione di svolgere le opportune indagini, ha potuto elaborato e constatare, sulle molteplici accuse di frode elettorale, commesse dal regime, nel Referendum Revocatorio presidenziale, tenutosi lo scorso 15 Agosto, giornata in cui, il Consiglio Nazionale Elettorale, dichiarò la vittoria di Hugo Chavez, con una maggioranza del 60% di voti, contro il 40% dell'opposizione.

La prova più evidente, riportata nel dossier, dallo stesso avvocato Alvarez, concerne proprio la trasmissione dei dati, che indicano le anomale discrepanze fra le macchine di votazione automatiche Smartmatic - società americana concessionaria della Olivetti italiana, ditta costruttrice delle macchinette - e i centri di raccolta dei dati, al termine della giornata elettorale.
Secondo precisi accordi, stipulati per il regolare decorso del processo elettorale, le macchine di votazione si sarebbero collegate ai centri di raccolta, situati nella sede del Consiglio Nazionale Elettorale, solo al termine delle votazioni, punto questo che, a suo tempo, era stato chiaramente indicato dalla società venditrice delle macchine Smartmatic, perché, le stesse, non possedevano, per l'occasione, un sistema di comunicazione bidirezionale, in grado di permettere unicamente la comunicazione dei dati, dalla macchina al centro, e non viceversa.

A tale riguardo, CANTV, ha interpellato la ditta telefonica, di fronte ai diagrammi di traffico di informazioni nei due sensi, durante le ore di votazione, cosa proibita negli accordi fra le parti, la quale afferma, che effettivamente, alle sette di mattina del 15 Agosto, era iniziato un traffico di informazioni, dalle macchine ai centri, e dai centri alle macchine, mantenendosi così, praticamente, per tutto il resto della giornata. Quanto dichiarato dalla ditta incaricata della trasmissione dei dati di votazione, è gravissimo, perché ha permesso l'interferenza, durante lo svolgimento delle votazioni, di coloro che, nelle sedi previste, cioè il Consiglio Nazionale Elettorale, erano costantemente al corrente dell'andamento delle votazioni in corso.

Non solo, considerata la totale dipendenza dell'organismo incaricato delle elezioni, al regime rivoluzionario, al punto che la maggioranza dei direttori sono chiaramente di appartenenza del partito chavista, è logico supporre che Hugo Chavez, come capo del partito, e leader rivoluzionario, fosse assolutamente informato, minuto per minuto, sulla tendenza delle votazioni, e, in grado, conseguentemente, di poter prendere tutte le decisioni, che sarebbero poi state fatte filtrare alle macchine di votazione, modificando i risultati a convenienza.
Sia Hugo Chavez, che tutti gli alti gerarchi, hanno assolutamente negato ogni accusa, sostenendo che si tratta di chiacchiere ridicole, senza nessun supporto reale. Sta di fatto che, sia i diagrammi di flusso delle comunicazioni in possesso dell'opposizione, sia le affermazioni della CANTV, impresa incaricata delle trasmissioni, hanno confermato due gravissime irregolarità, le quali, di per sé, dovrebbero annullare l'avvenuto processo elettorale.

E, se ciò non bastasse, le accuse sono di tale gravità, che potrebbero e dovrebbero portare alle dimissioni complete dei direttori del Consiglio Nazionale Elettorale, essendo coinvolti come complici di un delitto elettorale. Così come nel caso di Richard Nixon, bisogna creare le condizioni per una rinunzia dello stesso Hugo Chavez alla Presidenza. Oltre tutto, lui stesso aveva ordinato alle Forze Armate, e al Ministero delle Comunicazioni, di controllare, sia le trasmissioni che la raccolta dei dati delle votazioni.
La reazione del regime è, apparentemente di assoluta indifferenza, come se nulla fosse accaduto, premurandosi di invitare al dialogo, per voltare in fretta la pagina del referendum, che si sta trasformando in un letto di spine, per Chavez, e per la sua rivoluzione.

In termini di pura cronaca, Chavez e il suo governo, fanno gli indiani, mentre sotto le ceneri la temperatura aumenta, così come il prezzo del petrolio.

Maria Luz FdC
(SALVIAMO VENEZUELA)

Vai a "Notizie dal Venezuela"