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12 Maggio 2004: Cuba 1961 Venezuela 2004 Potenze rivoluzionarie guerra aperta contro gli invasori

Fonte:
CulturaCattolica.it



Caracas, 12 Maggio 2004

Oggi durante un oceanico discorso pronunziato di fronte al plenum del Comitato Generale della Difesa Nazionale e trasmesso su tutte le reti radio e televisive del Paese, Hugo Chavez, lanciava le più dure accuse contro i governi di Colombia e degli Stati Uniti, indicandoli come i responsabili di un tentativo d'invasione del territorio venezuelano.

I fatti brevemente: Domenica notte, alle ore 01.30, una pattuglia della Polizia Municipale accudisce una chiamata che avvisava di movimenti inconsueti in una tranquilla zona, semi rurale, a circa 10 chilometri dalla capitale Caracas. In un cammino campestre, fermano un autobus con circa 60 giovani che indossano divise militari. Interrogati rapidamente confessano di essere un gruppo di paramilitari (mercenari) Colombiani, assoldati per attaccare i battaglioni blindati di stanza a Caracas e in difesa del Palazzo Presidenziale.
Immediatamente sono arrestati e consegnati ai corpi della polizia militare e polizia politica avvisati e giunti sul luogo. I giovani mercenari, secondo la versione ufficiale, facevano parte di un gruppo di circa 130 ed erano ospitati nella fattoria di proprietà di un esponente dell'ala radicale dei partiti democratici che avversano il regime chavista.
Poco a poco sorgono dettagli che lasciano attoniti tanto i giornalisti come i venezuelani in generale.
- Nel video, filmato dalla polizia municipale, i presunti paramilitari, preparati e allenati in campi militari tanto a Miami come in Colombia, secondo quanto indicato poi da Chavez, si arrendono come bambini. Tre di loro sono effettivamente minorenni, senza offrire la minima resistenza.
- Le forze speciali venezuelane sopraggiunte per condurre l'arresto, non si sforzano neanche di mantenere sotto minaccia armata i pericolosi invasori, legati fra loro con i lacci delle scarpe, caricati sullo stesso autobus e condotti alla Caserma Centrale del Fuerte Tiuna, base degli squadroni blindati.
- Nel mondo i paramilitari colombiani sono conosciuti come estremamente violenti e preparati al punto che né l'esercito né la guerriglia ha potuto eliminarli. Invece, i giovani catturati confessano che non erano armati, gli avevano appena dato le divise ed erano stati ingannati con l'offerta di un lavoro ben pagato, già che nei centri agricoli colombiani dai quali provengono, la situazione economica li obbliga a emigrare.
- La piccola fattoria agricola nella quale, secondo quanto afferma Chavez, erano ospiti e dovevano terminare la preparazione, dista circa 400 metri dal posto di vigilanza della Guardia Nazionale perché per legge, è una zona protetta per ragioni ecologiche. I vicini, pochi e tranquilli, non avevano sino a quella notte, visto segni di vita al di fuori delle poche e conosciute persone incaricate della vigilanza dell'azienda.
Oggi dopo ben tre giorni da quanto è successo, non si sono aggiunti nuovi elementi, non è apparso l'armamento si suppone sia stato necessario per una invasione, però in cambio, la repressione del regime è stata brutale. Circa 70 perquisizioni domiciliari, realizzate tanto dalla polizia politica come dalla militare, hanno sconvolto la vita dei cittadini e, soprattutto dei membri dei partiti di opposizione, nella speranza di poterli incriminare di complicità. Sino ad ora però, nulla di concreto. E allora ci chiediamo? Una gigantesca bolla di sapone lanciata nello spazio informativo dal regime bolivariano e da Chavez, nella speranza di far dimenticare, al resto del mondo, i veri morti, quelli autentici, come i soldati bruciati vivi nella cella di punizione nella caserma di Maracaibo. I giovani torturati e uccisi a bastonate, i torturati e detenuti senza processo. I fucilati alle spalle solo per gridare "Abbasso il governo" ecc. ecc.
Cuba "Bahia de los Cochinos, anno 1961". Fidel Castro annuncia la grande vittoria della rivoluzione sugli invasori che per una serie di errori e omissioni sono massacrati sulle spiagge dello sbarco. Un gravissimo errore che ha permesso al regime castrista di perdurare più di 45 anni. Oggi anno 2004, Hugo Chavez, di fronte al pericolo di dover affrontare un referendum revocatorio ricorre allo stratagemma dell'attacco nemico, con la gran differenza che l'invasione al Venezuela è solo malsana, una fantasia nata nella mente degli architetti della rivoluzione e alla quale il cittadino comune ha riposto solo con un sorriso cinico e una scrollata di spalle.
Si stanno creando occasioni o scuse per sospendere le garanzie costituzionali ed evitare il referendum? Tutto sembra preparato per giungere a tali estremi.

Maria Luz FdC
SALVIAMO VENEZUELA

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