11 dicembre 2004: Venezuela, esecuzioni extra giudiziarie?
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Caracas, 11 Dicembre 2004
La conosciuta ONG Provea, Organizzazione in pro dei diritti umani, ha dichiarato, la sua profonda preoccupazione, circa i dati registrati nell’anno che sta per terminare, sottolineando alcuni punti di particolare gravità.
Durante il 2004, si è registrato un forte incremento statistico dei morti in scontri armati con i corpi di sicurezza dello stato. Ben 49 cittadini sono stati uccisi, per ogni agente morto in azioni contro la delinquenza. Tali cifre sono sembrate altissime ai membri di Provea, i quali, non comprendono come la tassa di uccisioni sia così alta, rispetto ad altri paesi del continente. Esecuzioni extra giudiziarie?
Questa è una delle domande che si pongono gli appartenenti a Provea, soprattutto quando, in uno dei casi più recenti, e più noti, l’attentato in cui perse la vita il procuratore Danilo Anderson, tutti gli indiziati sono stati uccisi in scontri armati con le forze di sicurezza dello stato, e gli altri, in apparenza, risultano, secondo le dichiarazioni del regime, espatriati o latitanti.
In Venezuela, questo tipo di esecuzioni, non sono una novità, alcuni dei corpi di polizia regionale sono stati investigati in precedenza per fatti simili, però, sino ad ora, nulla si è saputo, se non di alcuni agenti allontanati dal servizio attivo in attesa delle indagini.
Un secondo dato, che ha richiamato l’attenzione di Provea, è la franca violazione dei diritti umani, contro ben 11 cittadini, i quali, essendo allo stato attuale civili, hanno in corso giudizi presso tribunali militari. Gli stessi, attualmente, sono detenuti in carceri militari, e per loro si sta applicando il codice di giustizia militare.
Questo rappresenta, indubbiamente, un gravissimo precedente di violazione alla Costituzione, nella Norma che stabilisce che, nel caso di civili, il giudice naturale, è la magistratura ordinaria. Non è giustificabile tale flagrante violazione ai diritti umani, appellandosi al fatto che gli imputati sono ex militari, ma che al loro congedo, automaticamente, si trasformano in civili, con pieni diritti e doveri.
Ieri, nella capitale, nuove immagini di violenza sono apparse sui notiziari mondiali. Decine di feriti, detenuti, tutti venditori ambulanti, ai quali, la polizia locale impediva appostarsi lungo le strade più affollate del centro per offrire la loro merce. Coloro che il regime ha utilizzato per anni, come massa di scontro contro le dimostrazioni dell’opposizione, oggi si ribellano all’autorità, che pretende di presentare al mondo una nazione falsamente prospera e felice.
Sono passati pochi mesi dagli attacchi costanti dei “circoli bolivariani”, in realtà, squadroni di assalto che imboscavano senza pietà le marce dell’opposizione, con pietre e razzi, ricavati da fuochi artificiali, ma di tale potenza da essere denominati Bin Laden. Oggi, quella stessa folla ha attaccato la polizia del regime, con gli stessi razzi, e le stesse pietre, per difendere il diritto a non morire di fame, perché l’unico introito disponibile, consiste nelle magre vendite sui marciapiedi.
Ieri, il vicepresidente della Repubblica, J.V.Rangel, appena si è reso conto del pericolo latente, con l’inevitabile perdita di popolarità, presso i ceti più bassi, ha tempestivamente richiamato gli agenti, condannando la violenza dell’azione repressiva.
Varrebbe la pena chiedersi perché, la violenza che fu utilizzata in tutte le precedenti occasioni, causando morti e feriti, fra i dimostranti dell’opposizione democratica, non fu mai qualificata eccessiva, ma, invece, fu ampiamente giustificata.
Misteri, ma siamo sotto la legge bavaglio, e alle domande imbarazzanti: solo silenzio.
1Maria Luz FdC
(SALVIAMO VENEZUELA)