Pesante inizio d'anno in Venezuela - Due giovani uccisi a Merida
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L'anno 2010 è iniziato con una serie di pesanti misure adottate dal governo.
Ha svalutato la moneta - Bolivar Fuerte- del 100%.
Qualche giorno dopo ha instaurato un razionamento di energia elettrica anche a Caracas (da premettere che in tutte le altre città questo razionamento è in vigore da molti mesi, con sospensione del servizio anche due volte al giorno) tolto dopo nemmeno 24 ore per le proteste che subito si sono fatte sentire.
Sabato scorso, 23 gennaio 2010, giorno in cui si commemora la nascita della democrazia con la caduta del dittatore Marcos Pérez Jiménez, la società civile ha indetto una manifestazione pacifica. É stata una delle più numerose manifestazioni avutesi fin dal 2003. Due giorni prima, il presidente indiceva una manifestazione "rossa" all'estremo opposto della città (è risaputo dagli stessi impiegati pubblici che sono costretti ad accudire a queste manifestazioni per non perdere il lavoro. Inoltre il governo trasporta centinaia di persone dall'interno del paese, dando loro soldi, cibo, birra -immancabile la "cerveza" per il venezuelano!- maglietta e berretto rosso). Le due manifestazioni sono finite senza incidenti. Ma la sera stessa, poco prima di mezzanotte, il presidente ha fatto chiudere per la seconda volta, la rete privata e da due anni internazionale e trasmessa via cavo, di RCTV. La scusa, la rete non ha trasmesso una "catena" di Chávez, secondo una nuova legge approvata dopo aver messo al bando tale rete nel 2008. Naturalmente gli studenti universitari di TUTTO il Venezuela, il lunedì mattina sono scesi in piazza.
Purtroppo ieri sera sono morti due giovani nella città di Merida, colpiti da proiettili. Altri 33 sono i feriti ufficiali in detta città. Qui a Caracas tutti i giovani delle università pubbliche e private hanno manifestato. Molte sono state le strade che hanno chiuso come protesta e poi si sono concentrati tutti nelle vicinanze di Conatel - Commissione Nazionale di Telecomunicazioni - per consegnare una lettera di protesta per la misura presa contro la rete via cavo.
La sospensione della trasmissione via cavo della rete internazionale, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Siamo stufi dell'insicurezza (Caracas è la terza città più pericolosa del mondo), dell'anti democratica legge bavaglio (l'estate scorsa sono state chiuse più di 30 stazioni radio perché troppo critiche verso il governo, lasciando circa 2000 persone senza lavoro), delle espropriazioni, della mancanza di infrastrutture nuove, della mancanza di ospedali e materiale chirurgico e medico, dell'inflazione galoppante, dell'assenza di viveri di prima necessità, del razionamento dell'acqua, del nuovo e già annunciato razionamento di luce, anche per Caracas dalla prossima settimana.
Siamo stufi di sentirci dire da dieci anni, che tutto quello che qui accade è solo colpa "dell'impero". Tutto, assolutamente tutto è colpa degli USA: il terremoto in Haiti é stato provocato dalle navi americane che si aggiravano nelle acque dell'isola caraibica; la mancanza d'acqua e prossimamente di luce, è colpa del Niño, a sua volta provocato da Bush prima e Obama ora. Se ci razionano la luce è perché in dieci anni, questo pluri miliardario governo ha sperperato i petrodollari, regalandoli a tutti i paesi del mondo. Non ha investito il denaro nemmeno nella manutenzione delle poche infrastrutture esistenti. Il vero problema dell'energia elettrica è che le turbine del Guri sono rotte - la maggior parte - e le poche esistenti, funzionano poco e male, con il pericolo di un black out totale. Per avere una di queste ci vogliono 5 anni, dal momento della sua richiesta, al momento del monitoraggio e finale messa in moto! Gli acquedotti, è vero, sono a livelli molto bassi, ma non sono stati fatti i dovuti lavori nei sistemi idraulici e nelle dighe. Il dollaro parallelo o "nero" continua a salire. I bond appena emessi dal governo non riescono a frenare la scalata della valuta estera. Le multinazionali sono quasi scomparse. Il governo non paga! Questa é la situazione in cui versano anche grandi imprese edili italiane qui presenti per la costruzione di ferrovie e metropolitana. Stanno chiudendo i battenti e lasceranno 11 mila lavoratori a spasso.
Ultima cosa. Ieri sera il vicepresidente, Carrizales, ha dato le dimissioni "per ragioni personali". Circolano invece forti voci che il motivo sia stato perché il presidente vuole inserire 4 generali cubani nelle forze armate. Oggi pomeriggio è stato un susseguirsi di rumori e voci su un possibile auto golpe, per poter quindi sospendere le garanzie costituzionali, sciogliere l'assemblea e non andare alle elezioni parlamentari indette per settembre. La sua popolarità è in picchiata, anche se con i suoi ormai sicuri brogli, non ce la faremo mai ad avere nemmeno un seggio in parlamento.