La TV, la guerra e noi - n° 2
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Martedì 4 marzo 03, h 19: evviva, il tg 3 ha arruolato il Papa nell'esercito sedicente pacifista, in uno dei servizi più mistificanti che si siano mai visti in tv (che è tutto dire)! Montaggio volutamente confusivo di spezzoni di marcia della 'pace', con stacchi su primi piani di suore e preti e pubblicità surrettizia ai mercanti nel tempio di bandiere iridate (quel simbolo il cui unico aspetto non equivoco è il business, 5 euro al pezzo per i no-global). Il tutto per preparare i telespettatori (sic!) al mercoledì delle ceneri e al digiuno e alla preghiera!
Questa sarebbe la funzione del cosiddetto "servizio pubblico" radiotelevisivo su cui tanto si conciona, di questi tempi, e ci si scandalizza e ci si strappa le vesti.
Signore, pietà!
Appunto. Signore, pietà.
"Se la Russia è quello che è, è perché io sono quello che sono". Questa è stata per anni e anni, durante la dittatura comunista, la coscienza dei dissidenti russi. Una coscienza di sé che non è definita dallo scandalo per il male ma che parte da sé, parte da un gesto di contrizione.
Quante volte mi sono sentita dire e ripetere, per tanti anni, questa verità così grande e così semplice!
Memore di questo, ho inghiottito la rabbia da tg3 e il giorno dopo, mercoledì delle ceneri, mi sono recata in Duomo, a Milano, al posto della pausa pranzo, per rispondere all'invito del mio Vescovo.
Pensavo di trovare piazza del Duomo piena di "manifestanti". Macché. Un venditore ambulante di bandiere iridate (bancarella deserta), una guida turistica che spiegava tutto lo scibile a docili giapponesi, pochi passanti indifferenti.
Ma dentro c'eravamo tutti. Tanti, tutti raccolti nella preghiera comune.
Mi è capitato raramente di vedere dentro la mia Cattedrale tanto silenzio e tanto raccoglimento.
E' questa la risposta alla menzogna.
Il cristianesimo non sarà mai un fenomeno "di massa". Il cristianesimo è l'avvenimento di persone che, sulle tracce di Cristo e dei Pastori, prendono su di sé la menzogna e il male del mondo e implorano il dono della pace chiedendo perdono.