Il senso della vita by Bonolis
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Paolo Bonolis, nella sua trasmissione "il senso della vita" ci ha abituati ad ascoltare testimonianze di persone spesso interessanti. Perché quando qualcuno si racconta, racconta la propria esperienza di vita è sempre interessante ascoltare.
Così abbiamo sentito Vecchioni parlare dei giovani e del suo amore per l'insegnamento, Paola Barale delle sue scelte professionali a volte scomode, Gianni Morandi raccontarci le sue umili origini, il successo, l'amore paterno e quello per la sua donna, lo abbiamo sentito dire che dopo i quarant'anni ha cominciato a chiedersi se sia proprio vero che l'uomo è solo e che non c'è nulla dopo la morte, e così molti altri.
E' evidente che Bonolis invita persone a lui affini, qualcuno che possa dire o raccontare qualcosa che a lui piace ascoltare, del resto, quando gli dicono che è un giornalista, Bonolis si schermisce, per carità, se lo fosse gli chiederebbero il contraddittorio, ma lui è un presentatore, un mattatore e sa ben farlo.
Ma ieri, giovedì 28.12.06 Bonolis ha esagerato, va bene che non è un giornalista, ma per onor del vero, anche a lui spetta di presentare le cose così come sono.
Invece ci ha presentato "don Franco Barbero", ben sapendo che il signor Barbero non è più "don", in quanto, come deciso dall'allora Papa Giovanni Paolo II, con documento redatto dall'ex Sant'Uffizio e firmato dall'allora cardinale Joseph Ratzinger il 25 gennaio 2002, si decretava la dimissione dallo stato clericale e dispensa dagli obblighi con "suprema e inappellabile decisione senza alcuna facoltà di ricorso".
Così Barbero dal 2002 è il "signor Barbero", anche se continua a infischiarsene dell'obbedienza e dimentica che ci sono stati grandi uomini di fede e santi, che anche quando hanno ritenuto i richiami ingiusti, hanno obbedito, dando così testimonianza di una fede che va oltre l'amor proprio, ma che sa guardare ad un bene più grande.
Invece, per tutta la trasmissione ci hanno "spacciato" quest'uomo come se fosse ancora un prete, hanno detto della scomunica, questo è vero, ma lo hanno chiamato don Barbero e non spiegando ai telespettatori cosa comporta la decisione del Sant'Uffizio, si è lasciato che l'intervista proseguisse sull'onda dell'equivoco.
Così abbiamo ascoltato questo signore che sposa i gay e i sacerdoti, che dice di sognare un cardinale come Zapatero, di ascoltare il Papa ma di fare di testa sua, lo abbiamo sentito parlare come se si trattasse di un prete, strano, eccentrico ma un prete.
In un contesto dove nessuno ha potuto osare mettere in dubbio le sue parole, dove l'intervistatore ha contraccambiato le sue affermazioni, con cenni d'assenso e sorrisi sornioni.
Ho scritto a Bonolis, presentandogli un elenco di personaggi interessanti, forse lui non li conosce o se li conosce li evita, ma sono certa che avrebbero storie interessanti da raccontare, almeno interessanti come quelle dei suoi ospiti.
Eugenio Corti, scrittore del libro Il Cavallo Rosso.
Lorenzo Crosta dal 1982 ha dato vita a un modello di impresa sociale unico in Italia: un modello creato partendo dai bisogni di persone disabili.
Giuseppe Angelico, imprenditore Brianzolo, che ha deciso di dare una mano a Napoli: «Se sta meglio Napoli, sto meglio anch'io. Non è che se ti fa male una gamba puoi dire di stare bene. Uno che abita in questo Paese non può pensare che Napoli gli sia estranea».
Enrico Tiozzo, responsabile dei centri di solidarietà di Ferrara, testimone di come la carità ben fatta sia utile a chi la fa oltre che a chi la riceve.
Fabio Cavallari, un laico non laicista, un "rifondarolo" che apprezza l'enciclica del papa e dialoga con i cristiani senza pregiudizi ideologici.
La lista potrebbe continuare per molte pagine ancora.
Una buona televisione ha bisogno di buoni conduttori ma anche di coraggio, il coraggio di saper guardare al bello e al buono lì dove si trovano.
Sul sito www.ilsensodellavita.tv c'è un link per segnalare storie interessanti, fatelo anche voi.