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Cristiani e mass media: il caso russo 7 - Intervento di Mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca

Fonte:
CulturaCattolica.it
Le persone incominciano a fare qualche cosa quando riconoscono che è importante soprattutto per se stessi, e quindi sentono la necessità di trasmetterlo ad altri.

Mons. Paolo Pezzi, Vescovo ordinario dell’Arcidiocesi cattolica della Madre di Dio in Mosca

Vorrei dire alcune parole di conclusione. Ringrazio tutti i presenti per la collaborazione a questo incontro. E’ stato per me molto interessante confrontarmi con le vostre idee su problemi che preoccupano la società russa, come preoccupano anche me. Sono problemi che oggi non possiamo trascurare.
Ascoltandovi ho pensato che non sia sufficiente un’attività propagandistica. Occorre qualche cosa che possa raggiungere la coscienza dell’uomo. E’ quello che noi, nella Chiesa cattolica, chiamiamo educazione ed è proprio quello che oggi a noi è necessario più di tutto. Le persone incominciano a fare qualche cosa quando riconoscono che è importante soprattutto per se stessi, e quindi sentono la necessità di trasmetterlo ad altri.
Ogni azione sociale, e quindi anche la collaborazione internazionale, non sorge per decreto. E’ necessario che gli uomini di buona volontà si uniscano ed incomincino a lavorare insieme.
Recentemente ho letto in padre Pavel Florenskij (alcune delle sue opere mi sono particolarmente care) che è necessario per i credenti di varie chiese che, conservando la propria identità, trovino qualche cosa di comune che li unisce ed incomincino una comune attività. Penso che questo sia possibile anche nella Russia d’oggi.
Vorrei dire un’altra cosa, forse perché sono stato educato in questo modo: la diffusione dei classici e l’educazione della nuova generazione all’abitudine di leggere buoni testi classici, è un’ottima capacità per formare una coscienza matura, uomini maturi, capaci di comprendere la propria responsabilità.
L’educazione, compresa quella attraverso i mass media, non intende limitare le persone, rinchiuderle in cornici rigide. Il suo scopo è di formare uomini il più possibile maturi, capaci di recepire la propria responsabilità per ciò che succede attorno a essi.
Vorrei dirvi un’ultima cosa: la Chiesa è chiamata ad addossarsi la responsabilità per tutto il mondo, per tutta la società. Soltanto non possiamo dimenticare che la responsabilità per tutto quello che succede deve iniziare dal poco. E’ il metodo che ha scelto Dio per salvare il mondo. Egli si è fatto uomo, un Uomo. Lui non ha voluto salvare tutta l’umanità in modo generico, ma ha voluto salvare ogni uomo, preso singolarmente. E anche la Chiesa ha iniziato il suo cammino di duemila anni con un piccolo gruppo di persone, in tutto una decina di uomini mandati a compiere il suo lavoro. Inoltre essi non pensavano di conquistare tutto il mondo con la propria attività. Tuttavia il piccolo gruppo di cristiani era chiamato ad assumersi la responsabilità per tutti. Penso che nell’affrontare i problemi concreti sia necessario avere uno sguardo universale, cattolico (kafolicheskij) capace di abbracciare tutto.

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