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Maradona by Kusturica

Regia:
Emir Kusturica
La vita e i miracoli di Maradona visti dal regista serbo.
Voto: 7,0

Film sbrindellato, caotico, frutto più dell’improvvisazione che di un progetto artistico, il Maradona raccontato da Emir Kusturica ha però dei momenti autentici. E non sono certo i comizi politici disseminati qua e là nel film (insopportabile il comizio di Chavez) e nemmeno le “tirate” di Maradona e compagni contro i soliti noti: Bush-Il capitalismo-Gli Stati Uniti corrotti. E nemmeno memorabili appaiono i deliri maradoniani sulle figure del Che e di Fidel Castro. Quello che colpisce è la resa umana del personaggio Maradona, al di là dello spettacolo e delle regole del gioco nei media. Maradona. così come ce lo racconta Kusturica attraverso immagini di repertorio, non sempre nitide purtroppo e alcune belle interviste, è innanzitutto un uomo che si è bruciato con la droga (“Che grande giocatore sarei potuto essere, senza la cocaina – dice a un certo punto e senza neanche troppa ironia lo stesso Diego). Kusturica che con Maradona probabilmente tutto, dal genio & sregolatezza, ai miti politici, è complice di Maradona in tutto e per tutto: guarda con simpatia al folklore che sta intorno al fenomeno Maradona, comprese una Chiesa maradoniana consacrata al dio del calcio e una sequenza veramente divertente in un night club maradoniano dove le ragazze seminude ballano sconsolate davanti un pubblico distratto dai numeri di Diego. Il tono è partecipato e pieno di affetto ma un certo punto si fa commosso quando deve raccontare la famiglia di Maradona. E’ lo stesso Maradona a raccontare con amarezza il suo rimpianto maggiore, quello di non essersi potuto godere le figlie piccole tanta droga aveva in corpo e che solo grazie alla fedele moglie Claudia è potuto risalire la china, nonostante tutti i tradimenti, tutte le follie e tutti i deliri. E’ proprio Claudia, con quella faccia non proprio da diva hollywoodiana e il suo carattere schivo a “possedere saldamente le chiavi della fortezza della famiglia” come annota con stupore il regista. E’ lei che, “animata più che da amore, da una vera religiosità” ad accompagnare Maradona dappertutto, a scortarlo da vicino con la compagnia delle figlie. Come quella sera, nel night, quando una band attaccò la canzone di Maradona e Diego, grasso e strafatto, salì sul palco a cantare di quella dama bianca che gli aveva salvato la vita, con le figlie che gli saltavano al collo cantando “Papà ti vogliamo bene, sei il nostro campione”.

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