4-4-2 - Il gioco più bello del mondo
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Film a episodi, piuttosto povero nella fattura e politicamente corretto nelle intenzioni. Nel primo, "Meglio di Maradona", un ragazzino napoletano povero ma talentuoso viene aggregato ai giovani della Juventus, ma ne combina una più di Maradona stesso, rubando addirittura (ironia della sorte) alla prima squadra. Nel secondo, "La donna del mister", la fidanzata dell'allenatore di una squadra femminile vive un rapporto ambiguo con la prima punta lesbica della squadra. Terzo episodio con protagonista Gigio Alberti nei panni di un ex giocatore che cerca di rifarsi una vita scoprendo talenti per il Milan. Ma gli andrà buca. Episodio finale con Valerio Mastandrea nei panni di un portiere a fine carriera che, deluso dalla vita e dal calcio, cerca il colpo della vita, "truccando" una partita. Da sempre calcio e cinema sono andati poco d'accordo. Pochi i film (italiani e non solo) in grado di scavare a fondo nel mondo del pallone. L'ormai datato Ultimo minuto di Avati e il recente L'uomo in più si stagliano su una quantità di film mediocri che sullo schermo hanno riportato al massimo la macchietta da stadio. Il corale 4-4-2 cerca di prendere un'altra strada. Non il calcio dei campioni (e di questi tempi la scelta pare azzeccata), ma il calcio come passione, in tutti i sensi (si veda l'episodio più ideologico della serie, quello della lesbica e della donna del mister). E così, spazio a talent scout falliti (un bravo Gigio Alberti), ragazzi strappati, ma solo per un attimo, al degrado. C'è persino – altra ironia della sorte - un portiere disincantato a caccia di scommesse clandestine. Buoni propositi, ma niente più. Il film, anche per il budget minimo e per una sceneggiatura debole, ha il fiato corto e gli episodi stentano a decollare. E quando finalmente decollano, la banalità del politicamente è dietro l'angolo: lo sport "pulito", i sogni che non si avverano, le partite che non si vincono ma l'importante è partecipare, lo scugnizzo napoletano sulle orme di Diego, lesbica è bello. Il fatto è che non c'è dramma e tutto è stemperato o affrontato con freddezza. Ma il calcio (anche, forse soprattutto, quello dilettantistico) è proprio il contrario: è dramma, e sudore, e sangue. E gli sporchi interessi.