La musica nel cuore (August)
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• “…se Suo padre gli vuole bene, farà ciò che è giusto per lui…”: questo dice il pastore protestante di colore ad una bambina per consolarla dell’improvvisa sparizione dell’adolescente Evan-August, genio musicale, che suona l’organo come Mozart ed è alla ricerca dei genitori che non ha mai conosciuto. Il ragazzino compone una rapsodia, dirige l’orchestra nel Central Park di New York e in tal modo la musica, “che è un mistero”, ricompone finalmente, dopo undici anni, i membri di una giovane famiglia dispersa.
• August dice che la musica è intorno a noi, basta ascoltarla, ma non tutti hanno nello spirito quel talento che trasforma l’organo di senso dell’udito in uno sguardo verso le stelle, verso la luna, verso l’infinito, così da trattenere i molteplici frammenti dei suoni disseminati nella natura e coglierne la profonda armonia. Una bellezza che è segno della presenza della bontà di un Creatore che ce l’ha donata. Con questo talento basta ascoltare il fruscio del vento che passa tra le spighe, il tintinnio di campanelle che incocciano nell’aria, il rumore raspante ed aspro di una palla da basket che entra nel canestro o che batte sul selciato. E anche se non sai suonare, perché nessuno ti ha mai fatto vedere uno spartito musicale, non appena una bambina di colore ti mostra l’alfabeto per fare musica, lo impari, e ti portano alla prestigiosa scuola della Julliard, dove il discepolo finisce per superare il maestro.
• E’ vero: c’è sempre qualcuno che vuole impadronirsi del genio, perché ha un progetto su di lui: per esempio, il nonno materno di August crede che la carriera di sua figlia Lyla come violoncellista sia così prioritaria da spezzare un amore vero e addirittura farle credere che il neonato sia nato morto; oppure c’è Robin Williams, suonatore country fallito, che scopre il talento di August, lo accoglie nella sua banda di ragazzini, ma poi lo vuole vendere al migliore offerente. Ma alla fine il bisogno d’identità e di appartenenza costitutivi del cuore umano sono così forti da rimettere insieme delle persone che stanno in tre città diverse – un padre, una madre, un ragazzino – segnate da percorsi dolorosi che ne hanno segnato l’io: la potenza della musica li convoca in un parco, tra la folla di migliaia di persone. August sul palco, la madre e il padre: hanno aspettato questo istante per undici anni, arrivano finalmente a guardarsi in volto ed a riconoscersi, pur non essendosi mai conosciuti. La forza dell’amore e della musica - facce di un Mistero che ci è stato donato - rimettono insieme i tasselli di un puzzle familiare: per Lyla e Louis accade come se un seme sepolto sotto una strato di terriccio imprevedibilmente rispuntasse e di nuovo germogliasse. Infatti, come dice Manzoni ne “I Promessi Sposi”: “…chi dava a voi tanta felicità è per tutto; e non turba mai la gioia dei suoi figli, se non prepararne loro una più certa e più grande..”: la Provvidenza sconfigge sempre il Male e lenisce il dolore.
• August arriva nel caos del centro di New York e avverte suoni diversi: quello delle ali svolazzanti di uno stormo di rondini mescolato con quello dei clacson e della metro sotterranea: nel suo cuore, nella sua testa compone un ritmo con questi suoni e il ritmo diventa armonia. Se riuscirà a farsi sentire, incontrerà i volti che ha sempre amato, così il suo desiderio più grande sarà realizzato: l’odissea è finita, August è tornato a casa.