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L’uomo senza volto (1993)

Autore:
Barzaghi, Fiorella
Fonte:
CulturaCattolica.it ©
Proponiamo una ampia scheda di lettura del film, come contributo alla lettura de "Il rischio educativo"

1. Trama
La storia, ambientata nell’estate del 1968, nel Maine, vede come protagonisti un ragazzino dodicenne, Charles Norstadt, e un ex professore, Justin McLeod, dal viso semisfigurato, due personaggi diversi per età, cultura, esperienza, ma accomunati dal fatto d’essere, ciascuno a proprio modo, soli, isolati, vittime dei pregiudizi degli altri.
Charlie vive in una famiglia un po’ anomala ma non certo eccezionale o inverosimile specie per una società qual è quella americana: lui e le due sorellastre sono nati da tre matrimoni diversi della madre la quale non riesce a creare rapporti stabili e d’altra parte non riesce neppure a restare sola finendo per collezionare mariti uno dopo l’altro.
Nel clima di continue tensioni, gelosie che attraversa e contrappone i componenti questa famiglia, Charles si sente infelice e incompreso: mentre la sorellastra maggiore, Gloria, (quasi una copia della madre) si abbandona completamente al suo flirt con un ragazzo che la corteggia, e Megan, la più piccola, sembra accontentarsi del suo essere intelligente, Charles si sente un po’ “brutto anatroccolo”: a scuola le cose non vanno bene, i rapporti con le sorelle e con la madre sono all’insegna dell’incomprensione.
Il fatto è che egli sente acutamente la mancanza di un rapporto equilibrato soprattutto con una figura paterna, non sostituibile né dalla donna (ritenuta per altro colpevole dell’assenza del padre del ragazzo) né dai vari “padri”, figure di ectoplasmi che si alternano in casa.
Nel ricordo egli ha finito per idealizzare il padre e, quasi a mantenerlo vivo dentro di sé, cerca di seguirne le orme: nonostante gli insuccessi scolastici infatti che gli hanno dato la fama di incapace e ritardato, il ragazzo, in mezzo alla derisione degli altri, vuole tentare per la seconda volta l’esame di ammissione all’Accademia Militare, la stessa scuola frequentata a suo tempo dal genitore.
Anche McLeod vive un’analoga condizione di “emarginato” in cui è improvvisamente precipitato per una serie di circostanze tragiche. All’epoca del suo insegnamento un suo allievo gli si era legato in modo morboso e, quando egli durante un viaggio in macchina aveva cercato di chiarire l’argomento, l’altro aveva reagito con violenza provocando l’incidente in cui il ragazzo aveva perso la vita e l’uomo era rimasto sfigurato. Giudicato colpevole della sua morte egli era stato in carcere per tre anni, privato per sempre del diritto all’insegnamento e per di più con l’infamante sospetto di essere un pedofilo.
Una volta uscito l’uomo aveva cambiato luogo, si era chiuso in uno splendido isolamento, dedicandosi alla pittura e al disegno, ma questo non era bastato a sottrarlo alle malevoli dicerie e alla diffidenza della gente del posto che di volta in volta gli attribuiva soprannomi sgradevoli e storie diverse: un omicidio della moglie, un lavoro come scrittore di pornografia e via dicendo.
Il caso fa incontrare i due e Charlie, saputo che l’uomo è stato un insegnante, decide che sarà lui a fargli da precettore e ad aiutarlo a sostenere l’esame per l’accesso all’Accademia. Quasi costretto dalla determinazione del ragazzo, McLeod finisce per accettare; inizia così un nuovo rapporto tra i due che aiuterà Charles a realizzare il suo sogno di entrare all’Accademia e diplomarsi, così come consentirà a McLeod di mettere alla prova le sue capacità di educatore, ma entrambi saranno costretti a pagare duramente per questo legame: ancora una volta, nel clima di sospetto che lo circonda, sul professore ricadono infatti le accuse infamanti di un tempo. Egli sarà costretto di nuovo ad abbandonare la sua casa e a impegnarsi a non rivedere più il ragazzo.

Spunti per il dibattito
Il film offre diverse possibilità di lettura, da quella in chiave sociologica (la famiglia, o forse sarebbe meglio dire, “non-famiglia” americana, la paura del “diverso”, dell’altro) a quella psicologica (le difficoltà adolescenziali, la mancanza di modelli di riferimento maschili in una società senza padri), senza trascurare quella filosofica relativa alla contrapposizione tra apparire ed essere, ma ai fini del nostro lavoro di riflessione sulla questione educativa, ci pare utile sottolineare altri aspetti:

  1. la crescita come bisogno di un’identità (la necessità di un volto)
  2. l’incontro col maestro come aiuto nella scoperta e nella costruzione del volto
  3. condizioni dell’incontro: incontrare non è trattare
  4. le modalità dell’aiuto
  5. la libertà come esito


In allegato la scheda completa.

File allegato
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