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La vera vita

Autore:
Oliosi, Don Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
La vita che è “veramente” vita è quella offerta per amore a Dio nel dono ai fratelli

«Incontrare i giovani fa bene a tutti! Essi hanno a volte tante difficoltà, ma portano con sé tanta speranza, tanto entusiasmo, tanta voglia di ricominciare. Giovani amici, voi custodite in voi stessi la dinamica del futuro (…) Carissimi amici (…) Dio fa la differenza… Di più! Dio ci fa differenti, ci fa nuovi. Tale è la promessa che Egli stesso ci fa: “Ecco io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5). Ed è vero! Ce lo dice l’apostolo san Paolo: “Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo” (2 Cor 5,17-18) (…). Amici che mi ascoltate, il futuro è Dio… Egli “tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate” (Ap 21,4)» [Benedetto XVI, Ai Giovanni dell’Angola, 21 marzo 2009].

Ogni uomo nel succedersi dei giorni, ha molte speranze – più piccole o più grandi – diverse nei diversi periodi della sua vita. A volte può sembrare che una di queste speranze lo soddisfi totalmente e che non abbia bisogno di altre speranze. Da giovani può essere la speranza del grande e appagante amore; la speranza di una certa posizione nella professione, dell’uno e dell’altro successo determinante per il resto della vita. E in questo tempo moderno molti sono stati presi dall’ideologia in grado di mobilitare – per un certo tempo – tutte le energie. Benedetto XVI vedendo dinnanzi a sé presenti alcuni delle migliaia di giovani angolani mutilati in conseguenze della guerra e delle mine e pensando alle innumerevoli lacrime versate per la perdita dei familiari e alle tante nubi grigie che ancora coprono il cielo dei sogni migliori, ha letto nel cuore un dubbio che ha sentito rivolgersi a lui: “Tu dici che tante speranze, anche quando si realizzano, in realtà non sono il tutto che il nostro cuore desidera. Quelle false deludono perché ci può bastare solo qualcosa di infinito, qualcosa che sarà sempre più di ciò che possiamo raggiungere. E quel di più, quel Dio che ci fa differenti, ci fa nuovi non si vede! Sappiamo che la promessa che Egli stesso ci fa ha la garanzia divina – e noi, ascoltandoLo, ci crediamo – ma Dio quando si alzerà per rinnovare ogni cosa, per darci un mondo migliore? E quando è “migliore” il mondo? Che cosa lo rende buono? Secondo quale criterio si può valutare il suo essere buono? E per quali vie si può raggiungere questa “bontà” che oggi a livello globale sembra in crisi?
Benedetto XVI, di fronte a questi meravigliosi interrogativi, ha fatto risuonare attuale la risposta di Gesù che Egli ha dato allora ai suoi discepoli che ponevano analoghi interrogativi: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto?” (Gv 14,1-2).
E Benedetto XVI prosegue insistendo nel dialogo: “D’accordo! Ma quando accadrà questo?” Ad una domanda simile fatta dagli apostoli, Gesù rispose: “Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza (cioè amore a Dio e l’amore di Dio che vi raggiunge) dallo Spirito santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni (…) fino agli estremi confini della terra” (At 1,7-8). Gesù non lascia senza risposta: ci dice chiaramente una cosa: il rinnovamento inizia dentro il proprio io; riceverete una luce e una forza dall’Alto. La forza dinamica del futuro si trova dentro di voi sapendo e quindi vedendo che la Speranza veramente affidabile da giustificare anche la fatica del cammino si trova dentro di noi nella relazione non in un qualsiasi dio, ma in quel Dio che possiede un volto umano e che ci ha amati sino alla fine: ogni singolo e l’umanità nel suo insieme.
“Si trova dentro… ma come?”. Come la vita è dentro un seme cioè quando Lui è amato e il suo amore ci raggiunge: così ha spiegato Gesù allora, in un’ora critica del suo ministero (…) e risorto ci ripete oggi con la Sua Parola. “Amici miei – ha detto con il cuore il papa –, voi siete un seme gettato da Dio nella terra; esso porta nel cuore una forza dall’Alto, la forza dello Spirito Santo, (l’Amore nella relazione trinitaria dell’eternamente Amante il Padre, dell’eternamente Amato il Figlio, dell’eterno Amore lo Spirito Santo). Tuttavia per passare dalla promessa di vita al frutto, la sola via possibile è offrire la vita per amore, è morire per amore. Lo ha detto Gesù: “Se il seme caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita, la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna” (Gv 12,24-25): Così ha parlato Gesù, e così ha fatto: la sua crocifissione sembra il fallimento totale, ma non lo è! (…) Giovani amici, sementi dotate della forza del medesimo Spirito eterno, sbocciate al calore dell’Eucaristia, nella quale si realizza il testamento del Signore: Lui si dona a noi e noi rispondiamo donandoci agli altri per amore suo. Questa è la via della vita (“veramente vita” che solo vagamente intuiamo e, tuttavia, nell’intimo aspettiamo), ma sarà possibile percorrerla alla sola condizione di un dialogo costante con il Signore e di una dialogo vero tra voi”.

La cultura sociale dominante non aiuta i giovani a vivere la Parola di Gesù e neppure il dono di se stessi agli altri a cui Egli invita secondo il disegno del Padre che dentro ogni io si sente e inquieta
Anche per i cattolici africani si punta in Occidente alla drammatica frattura tra Vangelo e cultura per cui sarebbe assurdo pensare ancora a Dio, farne l’unica speranza affidabile; sarebbe assurdo osservare i comandamenti di Dio per divenire quello che si è e a cui si è destinati; sarebbero cose di un tempo passato. Oggi vale soltanto vivere la vita per sé. Prendere in questo breve momento della vita tutto quanto è possibile prendere. Vale solo il consumo, l’egoismo, il divertimento. Questa è la vita. Così dobbiamo vivere. Sembra assurdo opporsi a questa mentalità secolarizzata dominante nei cosiddetti paesi evoluti, egemone con tutta la forza mediatica che punta a dominare anche in Africa. Sembra impossibile oggi pensare a un Dio che ha creato l’uomo e che si è fatto bambino, che possiede un volto umano e che sarebbe il vero dominatore del mondo, senza costringere perché è amore e ogni rapporto di costrizione non è amore. Ma anche adesso è vero che Dio c’è, è l’unica speranza affidabile per il presente, anche faticoso e che l’amore vince e non l’egoismo.
“Carissimi amici – osserva il Papa in una situazione in cui non siamo aiutati dalla cultura egemone come per i primi cristiani –, la forza si trova dentro di voi, come era in Gesù che diceva: “Il Padre che è in me compie le sue opere. (…) Anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre” (Gv 14,10.12). Perciò non abbiate paura di prendere decisioni definitive. Generosità non vi manca – lo so! Ma di fronte al rischio di impegnarsi per tutta la via, sia nel matrimonio che in una vita di speciale consacrazione, provate paura: “Il mondo vive in continuo movimento e la vita è piena di possibilità. Potrò io disporre in questo momento della mia vita intera ignorando gli imprevisti che essa mi riserva? Non sarà che io, con una decisione definitiva, mi gioco la mia libertà e mi lego con le mie stesse mani?”. Tali sono i dubbi che vi assalgono e l’attuale cultura individualistica e edonistica li esaspera. Ma quando il giovane non si decide corre il rischio di restare un eterno bambino. Io vi dico: Coraggio! Osate decisioni definitive, perché in verità queste sono le sole che non distruggono la libertà, ma ne creano la giusta direzione, consentendo di andare avanti e di raggiungere qualcosa di grande nella vita. Non c’è dubbio che la vita ha valore soltanto se avete il coraggio dell’avventura, la fiducia che Signore non vi lascerà mai soli. Gioventù angolana, libera, dentro di te lo Spirito Santo (l’Amore che ti raggiunge), la forza dall’Alto! Con fiducia in questa forza, come Gesù, rischia questo salto per così dire nel definitivo e, con ciò, offri una possibilità alla vita! Così verranno a crearsi tra voi delle isole, delle oasi (cioè dei concreti vissuti fraterni di comunione ecclesiale negli ambienti) e poi grandi superfici di cultura cristiana, in cui diventerà visibile quella “città santa che scende dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo”: Questa è la vita “veramente vita” che merita di essere vissuta e che di cuore vi auguro. Viva la gioventù di Angola!”.

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