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Movimenti e istituzione

Autore:
Oliosi, Don Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
“Pastorale integrata” nella Chiesa locale con movimenti e nuove comunità carismatiche

«L’inserimento organico del “Cammino” nella pastorale diocesana e la sua unità con le altre realtà ecclesiali torneranno a beneficio dell’intero popolo cristiano, e renderanno più proficuo lo sforzo della diocesi teso a un rinnovato annuncio del Vangelo in questa nostra città.
In effetti, c’è bisogno di una vasta azione missionaria che coinvolga le diverse realtà ecclesiali, le quali, pur conservando ciascuna l’originalità del proprio carisma, operino concordemente cercando di realizzare quella pastorale “integrata” che ha già permesso di conseguire significativi risultati. E voi, ponendovi con piena disponibilità al servizio del vescovo, come ricordano i vostri statuti, potrete essere di esempio per tante Chiese locali, che guardano giustamente a quella di Roma come al modello a cui fare riferimento» [Benedetto XVI, Discorso ai neocatecumenali di Roma, 10 gennaio 2009].

Come il carisma di Comunione e liberazione attraverso i sacerdoti della Fraternità di san Carlo, nella Chiesa locale di Roma, conducono una parrocchia nell’orizzonte di una “pastorale integrata” così il Cammino, presente da quarant’anni a Roma e che oggi conta 500 comunità. Questo in comunione con altri movimenti e comunità ecclesiali riconosciute. Responsabili del Cammino neocatecumenale sono Kiko Arguello, Carmen Hernandez e padre Mario Pezzi. E nell’incontro con Benedetto XVI in san Pietro di sabato 10 gennaio 2009 c’erano 25.000 fratelli e sorelle, con nuove comunità in partenza per la missione verso le periferie più bisognose di Roma, ma anche quelle che vanno in “missio ad gentes” nei cinque continenti, 200 nuove famiglie itineranti e 700 catechisti itineranti responsabili del Cammino neocatecumenale nelle varie nazioni.
E il Santo Padre ha rilevato che significativamente l’incontro avviene nella Basilica dell’Apostolo Pietro, perché fu proprio lui, il Principe degli Apostoli che, rispondendo alla domanda con cui Gesù interpellava i Dodici sulla sua identità confessò con slancio: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,16). Ed è su questa fede ecclesiale professata, celebrata, pensata e vissuta, pregata la ragione del convenire con il Papa per testimoniare i prodigi del Signore nei trascorsi quattro decenni a Roma e nell’impegno missionario con cui il cammino intende proseguire, un Cammino per lasciarsi assimilare a Cristo e per una coraggiosa testimonianza del suo Vangelo non solo a Roma ma dovunque la Provvidenza conduce; un cammino carismatico – profetico in docile adesione alle direttive dei Pastori e di comunione con tutte le altre componenti del Popolo di Dio. E’ nella “logica dell’incarnazione” cioè della via umana al Dio vivente Padre, Figlio, Spirito Santo che si ha una intelligenza profonda del mistero cioè della realtà divino-umana della Chiesa, senza la quale la presenza del Signore risorto si riduce ad un essere ideale del passato da imitare e non reale oggi, incapaci quindi di incontrarlo Risorto “qui e ora in vissuti fraterni di comunione ecclesiale” attraverso il dono di ciò che di più intimo, di più proprio c’è in Lui, il suo stesso Spirito che ci fa figli nel Figlio e quindi fratelli in vissuti di comunione. C’è una continuità, una correlazione fra il mistero dell’Incarnazione (cioè Dio che possiede un volto umano e che ci ha amati sino alla fine, ogni singolo e l’umanità nel suo insieme) e il mistero della Chiesa. “Come la natura assunta serve al Verbo divino da vivo organo di salvezza, a Lui indissolubilmente unito – Lumen gentium 8,1 , così in modo non dissimile l’organismo sociale della Chiesa serve allo Spirito di Cristo che la vivifica, per la crescita del Corpo”. Coessenziali quindi, all’organismo della Chiesa, al Corpo di Cristo sono il dono gerarchico della Parola di Dio, dei Sacramenti, della guida di ogni Chiesa locale del Vescovo, membro del Collegio episcopale presieduto dalla autorità del Vescovo di Roma e i doni carismatici profetici che aiutano gli uomini di questo nostro tempo, come di tutti i tempi, ad incontrare esistenzialmente Gesù Cristo, redentore di ogni uomo. La parola “incontro”, tante volte usata soprattutto nell’evangelizzare, nell’educare alla fede, nel trasmettere umanità attinge il suo pieno significato dalla pagina paolina sul connubio tra doni gerarchici e carismatici dello Spirito e significa ingresso di Cristo in noi, tale per cui siamo trasformati in Lui, viviamo in Lui e di Lui in concreti vissuti fraterni di comunione autorevolmente guidata. Il Cammino neocatecumenale, come altri movimenti e nuove comunità carismatiche si inseriscono in questa via umana ecclesiale alla Verità e alla Vita cioè al Dio dal volto umano come una delle tante vie suscitate continuamente nella storia dallo Spirito santo per inserirsi nell’istituzione perenne della Chiesa, così richiamate dal Concilio Vaticano II per la nuova evangelizzazione.

Il Cammino neocatecumenale nella Chiesa locale di Roma
“Tutto ebbe inizio qui a Roma – Benedetto XVI –, quarant’anni or sono, quando nella parrocchia dei Santi Martiri Canadesi si costituirono le prime comunità del Cammino neocatecumenale. Come non benedire il Signore per i frutti spirituali che, attraverso il metodo di evangelizzazione da voi attuato, si sono potuti raccogliere in questi anni? Quante fresche energie apostoliche sono state suscitate sia tra i sacerdoti che tra i laici! Quanti uomini e donne, e quante famiglie, che si erano allontanate dalla comunità ecclesiale o avevano abbandonato la pratica della vita cristiana, attraverso l’annuncio del Kerygma e l’itinerario di riscoperta del Battesimo, sono state aiutate a ritrovare la gioia della fede e l’entusiasmo della testimonianza evangelica”.
Nessun vissuto carismatico di comunione è nato e nasce completo. Necessita dell’accompagnamento e del giudizio critico da parte del dono gerarchico dello Spirito e oggi il Cammino gode della recente approvazione degli statuti del “Cammino” da parte del Pontificio Consiglio per i laici. Questo testimonia la stima e la benevolenza con cui la Santa Sede accompagna ogni movimento e nuova comunità nate da un carisma profetico e in questo caso riconosce l’opera che il Signore ha suscitato attraverso gli iniziatori del “Cammino”. “Il Papa, vescovo di Roma, vi ringrazia per il generoso servizio che rendete all’evangelizzazione di questa città e per la dedizione con cui vi prodigate per recare l’annuncio cristiano in ogni suo ambiente”.

Urge coltivare quell’anelito verso l’unità che Gesù ha comunicato ai Dodici durante l’ultima Cena attraverso una “pastorale integrata”
La provvidenzialità carismatico – profetica dei movimenti e delle nuove comunità e quindi anche del “Cammino” sarà ancora più efficace se da parte di tutti ci si rifà al dono particolare sforzandosi di coltivare costantemente quell’anelito verso l’unità con altri doni carismatici, e soprattutto verso l’unità con la via ordinaria, perenne che Gesù ha comunicato ai Dodici durante l’ultima Cena. Prima della passione pregò intensamente perché i suoi discepoli fossero una cosa sola in modo che il mondo fosse spinto a credere in Lui, sempre presente tra i Suoi i comunione fraterna (Gv 17,21). E’ questa unità, dono dello Spirito santo e incessante ricerca dei credenti, a fare di ogni comunità un’articolazione viva e ben inserita nel Corpo mistico di Cristo. L’unità dei discepoli del Signore appartiene all’essenza della Chiesa ed è condizione indispensabile perché la sua azione evangelizzatrice risulti feconda e credibile.
“So con quanto zelo stiano operando le comunità del Cammino neocatecumenale in ben 103 parrocchie di Roma. Mentre vi incoraggio a proseguire in questo impegno, vi esorto a intensificare la vostra adesione a tutte le direttive del cardinale vicario, mio diretto collaboratore nel governo pastorale della diocesi. L’inserimento organico del “cammino” nella pastorale diocesana e la sua unità con le altre realtà ecclesiali torneranno a beneficio dell’intero popolo cristiano, e renderanno più proficuo lo sforzo della diocesi teso a un rinnovato annuncio del Vangelo in questo nostra città. In effetti, c’è bisogno oggi di una vasta azione missionaria che coinvolga le diverse realtà ecclesiali, le quali, pur conservando ciascuna l’originalità del proprio carisma, operino concordemente cercando di realizzare quella “pastorale integrata” che ha già permesso di conseguire significativi risultati. E voi, ponendovi con piena disponibilità al servizio del vescovo, come ricordano i vostri statuti, potrete essere di esempio per tante Chiese locali, che guardano giustamente a quella di Roma come al modello a cui fare riferimento”.
Benedetto XVI ha rilevato il frutto spirituale maturato in questi quarant’anni e cioè il grande numero di sacerdoti e di persone consacrate che il Signore ha suscitato nelle comunità del “Cammino”. Tanti sacerdoti sono impegnati nelle parrocchie e in altri campi di apostolato diocesano, tanti sono i missionari itineranti in varie nazioni: essi rendono un generoso servizio alla Chiesa di Roma, e la Chiesa di Roma offre un prezioso servizio all’evangelizzazione nel mondo. E’ una vera “primavera di speranza” per la comunità diocesana di Roma e per la Chiesa!
Un particolare ringraziamento il Santo Padre ha voluto esprimere al rettore e ai collaboratori del Seminario Redemptoris mater di Roma per l’opera educativa svolta. E’ un compito oggi non facile, ma molto importante per il futuro della Chiesa, adottando gli indirizzi formativi proposti tanto dalla Santa Sede quanto dalla diocesi per preparare presbiteri ben inseriti nel presbiterio diocesano e nella pastorale sia parrocchiale che diocesana.
“Cari fratelli e sorelle – ha concluso l Papa –, la pagina evangelica che è stata proclamata, ci ha richiamato le esigenze e le condizioni della missione apostolica. Le parole di Gesù, riferiteci dall’evangelista san Matteo, risuonano come un invito a non scoraggiarci dinnanzi alle difficoltà, a non ricercare umani successi, a non temere incomprensioni e persino persecuzioni. Incoraggiano piuttosto a porre la fiducia unicamente nella potenza di Cristo, a prendere la “propria croce” e a seguire le orme del Redentore… La Vergine Santa, modello di ogni discepolo di Cristo e “casa di benedizione” come avete cantato, vi aiuti a realizzare con gioia e fedeltà il mandato che la Chiesa con fiducia vi affida”.

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