Dietro ogni persecuzione sia a cristiani sia agli umani c’è il diavolo
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MEDIO ORIENTE – “Se tutti aprono le porte dei loro Paesi, tra dieci anni non ci saranno più cristiani. In Europa vedo che tutti vogliono aprire le porte. Lo capisco, è bello, ma dico no.”
Così Whael Suliman, direttore di Caritas Giordania, in Italia per un convegno della Caritas di Benevento sull’accoglienza dei migranti e il rilancio economico dei territori locali
“In Siria per noi è solo l’ultima guerra. Ma non sarà mai l’ultima. E’ una zona piena di fuoco. Era un Paese grande. Ora per metà è distrutto. La Giordania da 7 anni ospita 1 milione e 400mila siriani. Molti di loro hanno perso speranza e motivo della vita”.
Israele e Palestina
“Anche tra Israele e Palestina, prosegue Suliman, la situazione non si risolverà mai. Aspettiamo il Signore, e solo lui che tornerà di nuovo, potrà risolvere il problema. Solo lui potrà avere la soluzione”.
Pace in Medio Oriente
Nel mondo, “la maggioranza delle persone che non vuole la guerra è bloccata. La minoranza che vuole la guerra, invece, lavora ogni giorno. Noi siamo fermi, critichiamo la guerra ma non facciamo nulla per la pace”. “Il Vaticano - sottolinea il direttore di Caritas Giordania - deve chiamare politici cattolici da tutto il mondo per un ritiro spirituale di una settimana e chiedere alla Spirito Santo cosa fare per la pace in Medio Oriente. E l’ unica persona oggi al mondo che può fare questo passo è Papa Francesco”.
Frenare l’esodo dei cristiani dal Medio oriente
“Tutta la storia del cristianesimo è iniziata in Medio Oriente ma noi diamo più importanza ai luoghi santi e meno ai cristiani che alla fine hanno lasciato la loro terra e sono partiti. C’è ancora la speranza di aiutarli, ma come? Tutti devono venire in Medio Oriente, a lavorare per la pace ma soprattutto ad aiutare le persone che vivono qui”.
“Se tutti aprono le porte dei loro Paesi, tra dieci anni non ci saranno più cristiani. In Europa vedo che tutti vogliono aprire le porte. Lo capisco, è bello, ma dico no. Dico, invece, venite ad amarci dove siamo. Se la Francia apre le porte ai cristiani, chi rimane qui? Per fare un gesto di amore si rischia di distruggere una terra. Possiamo amare gli altri come loro vorrebbero essere amati, qui, non come noi pensiamo di amarli”.
(Luca Collodi - Città del Vaticano Vatican News 30 05 2018)
“Viene il Mattino”: il libro del parroco di Aleppo per rilanciare la speranza
Presentato a Roma il nuovo libro di padre Ibrahim Alsabagh, parroco di Aleppo, che racconta come la città siriana nonostante la distruzione dovuta alla guerra voglia vivere una nuova fase di “guarigione”
Dedicato a quanti amano il popolo siriano e pregano per la pace, il secondo libro di padre Ibrahim Alsabagh - “Viene il mattino. Aleppo, Siria. Riparare la casa, guarire il cuore”, Edizioni Terra Santa - vuole raccontare e condividere la vita quotidiana dei siriani che tornano a popolare le strade di Aleppo con speranza, coscienti della distruzione ma anche desiderosi di ricominciare.
La Siria è ancora un campo di battaglia
Piovono ancora missili sulla parte ovest di Aleppo, racconta il parroco, e il territorio è circondato da eserciti stranieri, americani, francesi, turchi. A muoverli è l’interesse oltre che per il petrolio, per il gas e non c’è una prospettiva di uscita e di fine di questo assedio. La condizione generale - spiega - è di povertà, fame e mancanza di lavoro: Aleppo, città paragonabile alla Milano italiana, è ridotta ormai industrialmente ed economicamente al minimo, rispetto al passato.
I cristiani ancora troppo pochi
In questa situazione di instabilità ancora troppo poche sono le famiglie cristiane rientrate nel Paese: solo 54 nel 2017, ricorda padre Ibrahim. “L’emorragia”, confessa, “non è recuperata: ci sentiamo ancora minacciati nella nostra esistenza e abbiamo paura”.
La “guarigione” del popolo
Eppure il nuovo libro, il secondo scritto in italiano da padre Ibrahim, non ha i toni della disperazione. “ Noi cristiani” dice “abbiamo nel cuore, il fuoco e la luce che è Gesù Risorto”, sappiamo dunque che “la morte non può avere l’ultima parola”. Quella che il volume racconta è, secondo il suo autore, una “nuova tappa” che segna l’esistenza di Aleppo e dei suoi abitanti: non più fatta di “missili che cadono”, ma una “fase di guarigione” ricca di sfide.
La ricostruzione è la cosa più necessaria ora: “la Chiesa” confessa “ è l’unica per ora che sta facendo la sua parte, con 1200 case ricotruite e 400 progetti di microeconomia per sostenere altrettante famiglie”. Ma quello che il parroco chiede è l’attenzione ai restanti circa 2 milioni di siriani che vogliono ricominciare ma che non ce la fanno senza un aiuto.
(Gabriella Ceraso e Luca Collodi - Città del Vaticano 31/05/2018 Vatican News)
PAPA FRANCESCO - Dietro ogni persecuzione sia a cristiani sia agli umani c’è il diavolo
Omilia a Santa Marta- brani
“La persecuzione è un po’ “l’aria” della quale vive il cristiano anche oggi, perché anche oggi ci sono tanti, tanti martiri, tanti perseguitati per amore a Cristo. In tanti Paesi i cristiani non hanno diritti. Se tu porti una croce, vai in galera e c’è gente in galera; c’è gente condannata a morire per essere cristiani, oggi. C’è stata gente uccisa e il numero più, è più alto dei martiri dei primi tempi. Di più! Ma, questo non fa notizia. E per questo i telegiornali, i giornali non pubblicano queste cose. Ma i cristiani sono perseguitati. (…)
Dietro ogni persecuzione sia a cristiani sia agli umani c’è il diavolo, c’è il demonio che cerca di distruggere la confessione di Cristo nei cristiani e l’immagine di Dio nell’uomo e nella donna. Dall’inizio ha cercato di fare questo - possiamo leggerlo nel Libro della Genesi - distruggere quell’armonia tra uomo e donna che il Signore ha creato, quell’armonia che deriva dall’esser l’immagine e la somiglianza di Dio. E è riuscito a farlo. È riuscito a farlo con l’inganno, la seduzione … Con le armi che lui utilizza. Sempre fa così. Ma anche oggi c’è una forza, io direi un accanimento contro l’uomo e la donna, perché, altrimenti, non si spiegherebbe questa ondata in crescita delle distruzioni all’uomo e alla donna, all’umano. (…)
E alla fine, possiamo pensare alle guerre come uno strumento di distruzione della gente, dell’immagine di Dio. Ma, anche, pure, alle persone che fanno le guerre, che pianificano le guerre per avere una potenza sugli altri. C’è gente che porta avanti tante industrie delle armi per distruggere l’umanità, per distruggere l’immagine dell’uomo e della donna, sia fisicamente sia moralmente sia culturalmente. “Ma, padre, quelli non sono cristiani. Come mai perseguitati?” – “Sì, sono immagine di Dio. E per questo il demonio perseguita loro”. E gli imperi continuano le persecuzioni oggi. Noi non dobbiamo permetterci di essere ingenui. Oggi, nel mondo, non solo i cristiani sono perseguitati; gli umani, l’uomo e la donna, perché il padre di ogni persecuzione non tollera che siano immagine e somiglianza di Dio. E attacca e distrugge quell’immagine. Non è facile da capire questo; ci vuole tanta preghiera per capirlo.”
Omilia a Santa Marta 01 06 2018