2025 05 14 Nigeria: Leah Sharibu compie 22 anni nella prigionia di Boko Haram
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CAMERUN - Giovane sacerdote rapito in Camerun, chiesto un riscatto
TESTIMONIANZA MOZAMBICO - “I cristiani soffrono molto in Mozambico”
MEMORIA E PREGHIERA
Nigeria: Leah Sharibu compie 22 anni nella prigionia di Boko Haram
Una prigioniera jihadista ha compiuto oggi (14 maggio) 22 anni, sei anni dopo essere stata rapita dalla sua scuola in Nigeria e tenuta in ostaggio per aver rifiutato di rinunciare alla sua fede.
Leah è stata rapita insieme ad altre 110 studentesse della scuola secondaria femminile di Dapchi, nello Stato di Yobe, il 19 febbraio 2018, dalla fazione ISWAP [Islamic State’s West Africa Province] di Boko Haram... Circa un mese dopo, tutte le ragazze sono state rilasciate dal governo federale nigeriano attraverso negoziati con il gruppo terroristico islamico. Tutte sono state rilasciate, ma non Leah Sharibu. Tutte le ragazze rapite, infatti, sono state convertite all’Islam, ma la 14enne cristiana Leah Sharibu ha scelto di non convertirsi, rimanendo fedele al suo credo cristiano. La sua libertà di religione e di credo è stata violata e oggi è ancora prigioniera a causa della sua fede cristiana.
L’ultima notizia su Leah Sharibu risale al 2023.
SUD SUDAN - Coordinatore di un’organizzazione cattolica ucciso in parrocchia, il dolore del Vescovo Hiiboro Kussala
Un altro omicidio ha sconvolto la parrocchia di Santa Maria Aiuto dei Cristiani nella contea di Tombura, nell’Equatoria Occidentale, uno dei dieci Stati del Sud Sudan. Come riportano i media locali, è stato ucciso Paul Tamania, un giovane del luogo, coordinatore dell’Organizzazione cattolica per lo sviluppo e la pace (CODEP), organizzazione nata in seno alla Diocesi di Tombura-Yambio.
Il giovane è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco, mentre era negli spazi della sua parrocchia, nella giornata di mercoledì 8 maggio, a cinque mesi di distanza da un altro omicidio, quello del direttore del coro parrocchiale, avvenuto il 13 dicembre 2024. Sulla vicenda stanno indagando le forze dell’ordine locali.
Nel frattempo il Vescovo di Tombura-Yambio, Barani Eduardo Hiiboro Kussala, ha diffuso un messaggio sulla violenza di questi gesti: “Questi continui attacchi a vite innocenti sono assolutamente inaccettabili, profondamente immorali e devono cessare immediatamente. La Chiesa non è un campo di battaglia, è un luogo sacro, un rifugio dove le persone vengono a trovare la pace di Dio, non la crudeltà dell’uomo. Che un tale santuario venga violato da atti di omicidio è un peccato grave e una ferita alla nostra umanità collettiva”.
Tamania, come riportano fonti locali, era molto ammirato per il suo servizio tra i giovani e per il suo impegno per la pace della contea. Negli ultimi tre anni, la parrocchia dove è stato ucciso è stata anche un luogo di accoglienza per migliaia di sfollati interni in fuga dalle violenze che stanno sconvolgendo il Sud Sudan.
“Non state servendo il vostro popolo o la vostra causa; state distruggendo i vostri fratelli. Scegliete la pace. Deponete le armi”, ha aggiunto il vescovo Hiiboro Kussala, che nel concludere il suo intervento ha lanciato un appello alle autorità: “Assicurate i colpevoli alla giustizia. Ripristinate la pace e la sicurezza in questa regione. Salvate il vostro popolo. È vostro solenne dovere proteggere la vita e la dignità di tutti i cittadini”. (FB) (Agenzia Fides 5/10/2025)
CAMERUN - Giovane sacerdote rapito in Camerun, chiesto un riscatto
Si tratta di padre Valentin Mbaïbarem, parroco a Madingring, arcidiocesi di Garoua, nel nord del Paese. La richiesta di preghiere dell’arcivescovo
Padre Valentin Mbaïbarem, parroco della parrocchia di Saint-Jean-Baptiste a Madingring, città di 57mila abitanti nel nord del Camerun, vicino al confine con il Ciad, nell’arcidiocesi di Garoua, è stato rapito lo scorso 7 maggio. Il sacerdote era in viaggio per motivi pastorali lungo la strada che collega le città di Guidjiba e Tcholliré, dove recentemente si sono si verificati altri rapimenti, tra cui quello di un gruppo di insegnanti. La notizia è stata confermata ieri, domenica 11 maggio, dall’arcivescovo Faustin Ambassa Ndjodo. «I rapitori chiedono un riscatto per la sua liberazione» ha scritto il presule, che ha sollecitato «tutto il mondo a pregare intensamente per la liberazione» del giovane sacerdote, in particolare con preghiere in tutte le parrocchie. «Che la Vergine Maria, madre di tutti i sacerdoti, interceda per lui» ha concluso Ambassa Ndjodo.
Alcune testate locali parlano della richiesta di un riscatto di 25 milioni di franchi Cfa, circa 40 milioni di euro.
L’arcidiocesi di Garoua, eretta nel 1955, secondo i dati riportati nel sito ufficiale conta circa 900mila cattolici su una popolazione di 2 milioni e 800mila abitanti. I sacerdoti diocesani attivi sono 90, 4 i fidei donum, 36 i religiosi, 99 le religiose e 41 le parrocchie. È guidata dal 2017 da monsignor Ambassa Ndjodo, 60 anni, della congregazione dei padri spiritani, attualmente vice-presidente della Conferenza episcopale del Camerun. (Avvenire Redazione Esteri lunedì 12 maggio 2025)
“La strada Guidjba-Tcholliré è una zona a rischio perché vi sono stati diversi episodi di sequestri a scopo estorsivo di persone che la percorrevano, ma è la prima volta che un prete viene rapito su quella strada” dice mons. Ambasciatrice Ndjodo. Da anni il nord del Camerun è piagato dal fenomeno dei sequestri (vedi Fides 1/5/2024).
Secondo i giornali locali qualche giorno prima del rapimento di padre Mbaibarem, erano stati presi in ostaggio su questa strada alcuni insegnanti.
La gendarmeria ha iniziato delle operazioni di perlustrazione dell’area che hanno permesso la liberazione di un ostaggio che era stato rapito in un villaggio nei dintorni di Garoua il 10 maggio.
(Agenzia Fides 13/5/2025)
TESTIMONIANZA
MOZAMBICO - “I cristiani soffrono molto in Mozambico”, dice un sacerdote passionista
Mentre gli attacchi islamici continuano a terrorizzare il distretto settentrionale di Cabo Delgado in Mozambico, la Chiesa continua a fare tutto il possibile per aiutare la popolazione locale.
La popolazione cristiana di Cabo Delgado, nel nord del Mozambico, sta soffrendo molto a causa degli attacchi terroristici perpetrati nell’ambito di un’insurrezione islamista.
Secondo un messaggio inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) dal missionario passionista padre Kwiriwi Fonseca, i terroristi hanno intensificato i loro attacchi, provocando una nuova ondata di sfollati interni.
“Negli ultimi giorni ci sono stati attacchi nella regione di Ancuabe, con i terroristi che si sono spostati dal centro verso nord”, afferma padre Kwiriwi. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, quasi 15.000 persone erano fuggite dalle loro case entro la metà di aprile a causa delle violenze.
“Tutti i nuovi sfollati hanno dichiarato di essere fuggiti a causa di attacchi diretti ai loro villaggi, che hanno comportato saccheggi, incendi dolosi, rapimenti e omicidi selettivi”, spiega il sacerdote.
Padre Kwiriwi afferma che ci sono segnali che “molti cristiani stanno soffrendo. Anche alcune cappelle sono state bruciate, così come le loro case. I progetti sociali non funzionano più e la gente è disperata”.
La diocesi di Pemba, attraverso la Caritas locale, ha fatto tutto il possibile, ma dobbiamo denunciare questa violenza, perché la popolazione non può continuare a essere punita in questo modo. La miseria a Cabo Delgado non può essere superata solo con gli sforzi della diocesi, che continua a fare affidamento su risorse esterne che giungono tramite la Caritas. La diocesi di Pemba ha bisogno di aiuto, la Caritas ha bisogno di aiuto, affinché la popolazione possa avere cibo e riparo. Non chiediamo solo il vostro sostegno, ma anche le vostre preghiere e il vostro intervento, affinché la popolazione possa finalmente trovare la pace.
L’insurrezione nel Mozambico settentrionale è iniziata nel 2017, quando terroristi fedeli allo Stato Islamico hanno dato inizio a una campagna di violenza che ha causato la morte di oltre 5.000 persone e circa un milione di sfollati interni. ACS ha supportato la diocesi di Pemba durante tutto il conflitto, in particolare attraverso aiuti di emergenza per gli sfollati.
(ACS di Paulo Aido 7 maggio 2025)