2021 05 12 INDONESIA - Quattro cristiani decapitati a Sulawesi
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Un nuovo, sanguinoso episodio ha allungato sull’isola indonesiana di Sulawesi la catena di vittime di fede cristiana per attacchi coordinati da parte di estremisti islamici appartenenti a gruppi jihadisti. Ad essere decapitati questa mattina nel villaggio di Kalimago (Sulawesi centrale) sono stati quattro uomini tra i 42 e i 61 anni d’età. Tre di loro appartenevano a denominazioni protestanti: due alla Mamasa Toraja Church e uno alla Toraja Church, mentre un quarto era di fede cattolica.
Non ci sono state finora rivendicazioni, ma secondo il partner locale dell’organizzazione Porte Aperte/Open Doors che ha diffuso la notizia, presunto responsabile dell’ennesimo attacco sarebbe l’East Indonesia Mujahidinun, gruppo incluso dalle autorità nell’elenco delle organizzazioni terroristiche.
Nel novembre 2020 altri cristiani erano stati uccisi a Sigi, nella stessa provincia. In quella limitrofa di Sulawesi meridionale, si colloca l’attacco suicida a una chiesa cattolica di Makassar lo scorso 28 marzo durante la messa per la Domenica della Palme. Nell’azione compiuta da una giovane coppia musulmana erano rimasti feriti una ventina di fedeli, morti invece gli attentatori, membri del movimento terrorista Jamaah Ansharut Daulah.
(…) (Avvenire, Stefano Vecchia martedì 11 maggio 2021)
Assolutamente da segnalare il lavoro del giornalista Giulio Meotti https://meotti.substack.com/
segnala costantemente notizie totalmente censurate dai media
Una sintesi di due notizie:
Quattro cristiani decapitati. Dov’è l’indignazione occidentale?
Nella stessa zona in Indonesia furono decapitate tre studentesse cristiane. Ho visto le foto del massacro di oggi. Poveri corpi riversi in un giardino. Una testa in mano. Chi si inginocchia per loro?
Quattro cristiani sono stati decapitati sull’isola indonesiana di Sulawesi. Quattro uomini tra i 42 e i 61 anni. Tre appartenevano a chiese protestanti, il quarto era cattolico. Lo rivela la ong Open Doors spiegando che a ucciderli è stato il gruppo terroristico East Indonesia Mujahidinun.
Non è il primo orrore del genere. “La mattina in cui sono arrivati hanno preso mio padre, l’hanno portato fuori di casa e l’hanno fatto sedere. Poi un uomo con la barba e il turbante l’ha colpito sulla spalla, gli ha tenuto giù la testa e l’ha sgozzato. Poi lo ha colpito ancora molte volte. A quel punto, ho preso i miei figli e sono scappata”. Così Srikandi ha raccontato a Open Doors cosa è successo il 27 novembre scorso nel villaggio di Lemban Tongoa, sempre a Sulawesi. Lo stesso gruppo jihadista, East Indonesia Mujahidin, ha assassinato quattro cristiani, due dei quali sono stati decapitati e bruciati. Srikandi ricorda cosa è avvenuto alla madre: “Quando sono fuggita con i miei figli l’avevano già presa e legata con le mani dietro la schiena. Lei gridava: ‘Uccidetemi!’. Ma loro hanno risposto che avrebbero ucciso solo gli uomini e hanno decapitato mio padre davanti ai suoi occhi, gettando poi via la sua testa”.
E sempre a Sulawesi, nel 2005, tre studentesse cristiane sono state decapitate. Avevano 15, 16 e 19 anni. La testa di una è stata abbandonata davanti una chiesa di Kasiguncu e le altre due davanti a una stazione di polizia. Indossavano le divise scolastiche. I jihadisti dissero che erano i loro “trofei di Ramadan”.
Ho visto le foto del massacro di oggi e scelgo di non pubblicarle, neanche pixellate. Sono quattro poveri corpi riversi dietro una casa, in un giardino, a piedi nudi. Uno dei soccorritori tiene in mano una testa. Mi ha ricordato un 85enne prete francese, Jacques Hamel, sgozzato nella sua chiesa in Normandia dopo un semplice e nobile gesto. Rifiutò di inginocchiarsi dinanzi a loro. Ma l’Occidente si inginocchia per tutti tranne che per questi cristiani.
Nessuno si inginocchia per le donne cristiane incinte uccise
Nell’Occidente ossessionato da razza e gender che scandisce slogan vuoti questo grido terribile dalla Nigeria, “Allahu Akbar”, non è udito. 45 cristiani uccisi. Ultimatum: “Convertitevi o morirete”
12 cristiani uccisi nello stato di Nasarawa, Nigeria. Gli attacchi hanno provocato lo sfollamento di decine di migliaia di persone, hanno detto i leader cristiani.
Un sopravvissuto all’attacco, Terlumun Tsekaa, ha detto che i musulmani sono arrivati alle 2 del mattino con pistole e macheti e hanno ucciso sua moglie, incinta di sette mesi, e un bambino di 3 anni. “Erano più di 30 e ci hanno attaccato e gridavano ‘Allahu akbar’ mentre ci sparavano e bruciavano le nostre case”, ha detto Tsekaa a Morning Star News. “Hanno dato fuoco a tutte le case del villaggio. Hanno ucciso un’intera famiglia di cinque membri. Hanno bruciato case e ucciso indiscriminatamente chiunque avessero visto. Le persone uccise durante gli attacchi includono bambini e donne incinte”.
Non passa giorno in Nigeria senza che i cristiani vengano fatti a pezzi, nelle scuole, nelle chiese e nelle loro abitazioni. È un progetto di pulizia religiosa. È un genocidio senza fine. Di 33 cristiani uccisi la serie di attacchi ai cristiani dello stato di Benue di pochi giorni fa. A Maiduguri, i terroristi cercano i cristiani: “Rinunciate a Cristo o morirete”, si legge in un nuovo rapporto. A Geidam, stato di Yobe, i terroristi di Boko Haram racconta Sahara Reporters hanno distribuito volantini-ultimatum alla popolazione: “Il nostro principale obiettivo: elevare la parola di Allah, protegge la religione dell’islam e i beni dei suoi seguaci”. Dopo aver elencato gli obiettivi da colpire, i terroristi aggiungono: “Chi non sostiene l’impero dell’islam è nel mirino”. E ancora: “Chiunque chiede perdono e smette di combatterci verrà esentato dagli attacchi”.
Almeno duemila chiese cristiane sono state rase al suolo solo da Boko Haram.
Il rabbino Abraham Cooper, direttore del Centro Simon Wiesenthal, e il reverendo Johnnie Moore della commissione degli Stati Uniti per la Libertà religiosa, hanno scritto il libro The Next Jihad: Stop the Christian Genocide in Africa. “Una bambina di nove anni che ha visto i terroristi uccidere genitori e fratelli con il machete. Un pastore la cui chiesa è stata distrutta due volte. Uomini di un villaggio raso al suolo interamente dagli islamisti. La storia di ogni vittima sembra finire con le parole ‘ce ne sono altre migliaia come noi’…”.
Quanti? Un rapporto di tre organizzazioni – l’International Organization for Peace Building and Social Justice, l’International Committee on Nigeria e l’All-Party Parliamentary Group for International Freedom of Religion or Belief – rivelava che 100.000 cristiani sono stati uccisi in Nigeria negli ultimi vent’anni. È sempre la stessa scena: un villaggio e case umili circondate da campi aperti, terroristi che appaiono nel cuore della notte quando tutti dormono, sfondano porte e gridano “Allahu Akbar”, uccidono a vista, stuprano e mutilano donne e bambini. “È come se le vite dei cristiani non contassero più”, ha dichiarato Stephen Baba Panya, presidente della Chiesa evangelica Winning All.
Si potrebbe gridare Black Christian Lives Matter! Ma nessuno nell’Occidente ossessionato dalla razza e dal gender si inginocchia per loro.
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