2020 11 04 FRANCIA – Attentato nella basilica Notre-Dame
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FRANCIA – Attentato nella basilica Notre-Dame
C’è anche il sacrestano della Basilica di Notre-Dame di Nizza tra le tre vittime assassinate in un brutale attentato nella città francese. L’uomo si chiama Vincent Loquès, aveva 55 anni ed era padre di due figli. Impiegato laico della parrocchia da dieci anni, “era conosciuto da tutti per il suo immenso cuore e la sua generosità” ha ricordato il sindaco di Nizza Christian Estrosi. Loquès, che veniva dal villaggio di Saint-Étienne-de-Tinée, nell’entroterra di Nizza, è stato ucciso insieme a due donne che si trovavano nella basilica al momento dell’attacco. La prima era un’anziana sulla settantina, giunta in chiesa la mattina per pregare. La seconda è una donna pugnalata all’interno della chiesa e poi morta per via delle ferite.
L’ATTACCO
L’attacco con un coltello è avvenuto intorno alle 9 nella basilica Notre-Dame nel centro di Nizza, in Avenue Jean-Medecin. L’aggressore, che ha urlato “Allah Akbar”, ha decapitato una donna e ha sgozzato un uomo - il sacrestano - che sono morti sul colpo all’interno della chiesa e ha colpito alla gola un’altra donna che è scappata rifugiandosi in un bar, dove però è deceduta dopo poco. Ha fatto in tempo a dire: “Dite ai miei figli che li amo”. Gli agenti hanno fatto irruzione sparando. L’attentatore è stato arrestato dopo essere rimasto ferito.
L’ATTENTATORE
L’attentatore tunisino di Nizza, Brahim Aoussaoui, 21 anni, dopo il suo arrivo a Lampedusa, lo scorso 20 settembre, come apprende l’Adnkronos, era stato indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Con lui vennero iscritti nel registro degli indagati anche gli altri connazionali arrivati quel giorno sull’isola delle Pelagie. Quel giorno arrivarono a Lampedusa una ventina di barconi con a bordo soprattutto tunisini, tra cui il terrorista.
I Vescovi: “nonostante il dolore, i cattolici si rifiutano di cedere alla paura”
Parigi (Agenzia Fides) – Poche ore dopo l’attacco terroristico islamista che ha causato la morte di tre persone la mattina di ieri, 29 ottobre, nella Basilica di Notre-Dame a Nizza, la Conferenza episcopale francese ha espresso in un comunicato il suo profondo rammarico, ed ha ribadito che “nonostante il dolore, i cattolici si rifiutano di cedere alla paura”.
“Gli omicidi avvenuti questa mattina a Nizza nella Basilica di Notre-Dame fanno precipitare la Conferenza dei Vescovi di Francia in un’immensa tristezza” è scritto nella dichiarazione. “I nostri pensieri e le nostre preghiere sono per le vittime, i feriti, le loro famiglie e i loro cari. Queste persone sono state attaccate e uccise perché erano nella Basilica. Erano un simbolo da abbattere”.
I Vescovi ricordano poi il martirio di padre Hamel, che venne assassinato sull’altare della sua chiesa a Saint-Étienne du Rouvray, arcidiocesi di Rouen, da due militanti islamici, il 26 luglio 2016 (vedi Fides 26/7/2016; 12/3/2019; 27/7/2020).
“Attraverso questi orribili atti, tutto il nostro paese è colpito – proseguono -. Questo terrorismo è volto ad installare l’angoscia in tutta la nostra società. E’ urgente che questa cancrena venga fermata, come è urgente trovare l’indispensabile fraternità che ci terrà tutti uniti di fronte a queste minacce”. I Vescovi concludono assicurando che “nonostante il dolore che li avvolge, i cattolici si rifiutano di cedere alla paura e, con tutta la nazione, vogliono affrontare questa minaccia insidiosa e cieca”. (SL) (Agenzia Fides 30/10/2020)
CONGO - Strage di civili nel Nord Kivu, ucciso anche un catechista
Ennesimo massacro di civili nella tormentata provincia orientale congolese del Nord Kivu. A riferirlo è stato il vescovo di Butembo-Beni, monsignor Sikuli Paluku Melchisedech, il quale ha precisato che venerdì scorso, alle 8 del mattino, un gruppo di armati, di cui non è chiara l’identità, ha messo a ferro e fuoco un intero quartiere all’estrema periferia di Butembo. Nel corso del raid, che è durato circa due ore, hanno perso la vita 19 persone; tra loro figura anche un catechista di nome Richard Kisusi.
L’attacco del gruppo terroristico è avvenuto lungo la strada che conduce al villaggio di Lisala, una cinquantina di chilometri dal confine ugandese.
È sempre più evidente che la propagazione di formazioni ribelli che infestano il Nord Kivu avvenga con complicità internazionali, soprattutto per quanto concerne l’approvvigionamento di armi e munizioni. Si calcola che, dal 2014 oltre 3.000 persone abbiano perso la vita nella regione a seguito di raid compiuti da formazioni antigovernative.
Secondo padre Gaspare Di Vincenzo, della comunità dei missionari comboniani di Butembo «è assurdo che nel Nord Kivu continuino ad avvenire questi massacri nella più completa indifferenza della comunità internazionale, sapendo bene che qui si continua a morire per colpa di poteri più o meno occulti, interessati allo sfruttamento delle immense risorse minerarie».
(Giulio Albanese sabato 31 ottobre 2020 Avvenire)
ZAMBIA - Morta una suora rimasta gravemente ferita due mesi fa nell’assalto alla sua parrocchia
Non ce l’ha fatto suor Matilda Mulengachonzi, una delle due suore della congregazione delle Piccole Serve di Maria Immacolata (LSMI), ferite due mesi fa nell’assalto alla parrocchia nella quale prestavano servizio in Zambia. Suor Matilda, 60 anni, è morta domenica 25 ottobre a causa delle ferite riportate; alla religiosa erano stati inflitti profondi tagli sulla fronte e sulla testa, e una ferita all’occhio.
Suor Matilda era rimasta gravemente ferita la sera del 24 agosto, quando un bandito armato è penetrato nella parrocchia di Santa Barbara, della diocesi di Monze. Il malvivente ha colto di sorpresa suor Okafor Assumpta, 49 anni e suor Matilda Mulengachonzi.
“Suor Matilda ha subito tagli profondi sulla fronte e sulla testa, con un’altra ferita all’occhio mentre suor Assumpta ha subito un taglio profondo alla testa dopo che il criminale le ha colpite con una sbarra di ferro. Le due vittime hanno trovato il criminale che tentava di fare irruzione nel convento” aveva riportato una portavoce della polizia.
Le religiose erano state ricoverate all’ospedale distrettuale Itezhi-tezhi e successivamente all’ University Teaching Hospital (UTH). Suor Okafor è stata dimessa subito dopo, mentre suor Matilda è rimasta ricoverata nell’unità di terapia intensiva, dove è poi deceduta. (L.M.) (Agenzia Fides 3/11/2020)