2020 09 23 Cristianofobia in aumento
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Chiusi quasi 550 luoghi di culto protestanti nello Jiangsu

NIGERIA - Acs denuncia il numero crescente di cristiani uccisi nel Paese
Aiuto alla Chiesa che Soffre ricorda che nel nord del Paese gli attacchi sono all’ordine del giorno e chiede al governo di attuare misure di protezione per i cristiani
Sono 178 i cristiani uccisi negli ultimi 7 mesi nello stato di Kaduna, nella Nigeria centro-settentrionale. Lo denuncia Aiuto alla Chiesa che Soffre che enumera i dati dell’Onu di questo decennio specificando che il conflitto armato inizialmente guidato dal gruppo islamista Boko Haram ha provocato più di 36mila morti e 2 milioni di sfollati. Cristiani, musulmani, seguaci della religione tradizionale, sono stati vittime di Boko Haram e di altri terroristi che proliferano nelle aree più povere. “La nostra associazione denuncia i crimini commessi in Nigeria dal 2012 - afferma Benoît de Blanpré, direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre Francia -. Nel nord del Paese, in particolare, gli attacchi sono quasi quotidiani. In questo preciso momento, i cristiani vengono assassinati senza che il governo nigeriano intraprenda azioni efficaci per proteggerli. I nigeriani - prosegue - hanno urgente bisogno del sostegno della comunità internazionale, ma purtroppo abbiamo la sensazione di piangere nel deserto”.
Un clima di paura
Padre Sam Ebute, sacerdote della Società delle Missioni Africane, racconta che nella diocesi di Kafanchan, a Kagoro, una delle comunità colpite dagli ultimi attacchi, di recente 21 suoi parrocchiani sono stati uccisi e 30 sono rimasti feriti il 21 luglio scorso durante una violenta incursione notturna nel villaggio di Kukum Daji, dove si stava svolgendo un incontro di giovani. “Da 4 anni seppellisco regolarmente i fedeli della mia parrocchia” dice descrivendo il clima di paura che si è diffuso. “Questi recenti attacchi ci hanno spaventati tutti - aggiunge -. Abbiamo paura soprattutto dell’ignoto, perché non sappiamo quando si verificheranno i prossimi attacchi o cosa li causerà. Non possiamo praticare la nostra fede in pace e non pensiamo che le nostre case siano al sicuro”. Padre Ebute spiega ancora che i fedeli non possono svolgere liberamente le loro attività e che adesso, che è la stagione del raccolto, non osano andare nei campi per paura.
Attacchi implacabili
In una dichiarazione del mese scorso, i vescovi cattolici della provincia di Kaduna hanno affermato che il Paese “è stato completamente falciato dalla morte” e che “gli autori di queste violenze hanno preso il controllo del territorio”. “Negli ultimi tre anni, siamo stati testimoni di attacchi implacabili - hanno precisato - e di saccheggi di intere comunità da parte di banditi nel Benue, Kebbi, Plateau, Kaduna, Katsina, Nasarawa, Niger, Sokoto e Zamfara (…) le devastazioni commesse dai Boko Haram, dagli allevatori di bestiame e da rapitori e banditi, hanno fatto di tutti noi delle vittime”. Padre Ebute sostiene che “ciò che rende tutto ancora più difficile, è che il governo non sta intraprendendo azioni decisive per contenere la minaccia. “Questa è la cosa più devastante e frustrante - conclude -. È anche difficile predicare il perdono, la riconciliazione, la pace e l’amore a quanti non hanno più mezzi di sussistenza in seguito a questi attacchi”.
(RV 2020 09 22 Tiziana Campisi – Città del Vaticano)
ITALIA MILANO - Via Farini, statua di San Francesco abbattuta e danneggiata
La statua di bronzo di Sant’Antonio da Padova di via Farini è stata abbattuta e danneggiata. È accaduto nella serata di giovedì, quando sul posto sono intervenuti i carabinieri.
Statua Sant’Antonio abbattuta (foto Alberto Costello)
A lanciare l’allarme è stato un cittadino che passando di fronte alla Basilica Santuario Sant’Antonio di Padova si è accorto che la statua, staccata dal basamento, era stata fatta cadere a terra all’interno della fontana antistante.
I militari hanno effettuato accertamenti e recintato la zona con nastro rosso e bianco. Al momento gli autori del vandalismo risultano ignoti: dopo aver atterrato la statua devono essere fuggiti riuscendo a far perdere le proprie tracce. Non sono ancora stati stimati i danni arrecati all’opera.
La statua
L’opera bronzea, una rappresentazione di Sant’Antonio che predica ai pesci, costituisce un elemento decorativo della fontana nello slargo davanti alla chiesa di chiesa di Sant’Antonio di Padova, tra via Maroncelli e via Farini, non lontano dal Cimitero Monumentale.
La statua, realizzata dallo scultore Giuseppe Maretto, venne collocata nel piazzale nel 1932, è quindi successiva alla basilica il cui primo nucleo risale alla seconda metà del 1800.
Eleonora Dragotto (Milano Today) 18 settembre 2020
STATI UNITI - Distrutta con un atto vandalico la statua del Sacro Cuore di Gesù nella Cattedrale di St. Patrick
La Cattedrale di El Paso è stata vandalizzata mentre la chiesa era aperta per la preghiera individuale, martedì mattina, 15 settembre. La diocesi di El Paso afferma che una persona sospetta è entrata nella Cattedrale di St. Patrick intorno alle ore 10 e ha distrutto la statua del Sacro Cuore di Gesù, risalente a circa 90 anni fa, che si trovava al centro, dietro l’altare maggiore. Il sospetto è stato arrestato dal dipartimento di polizia di El Paso. Gli ufficiali stanno proseguendo le indagini sull’atto vandalico.
“Sono scioccato, noi della Cattedrale abbiamo il cuore spezzato per una situazione così impensabile” ha detto il Rettore della Cattedrale di St. Patrick, p. Trini Fuentes. “Questa statua era una delle mie rappresentazioni preferite di Gesù: le sue braccia spalancate in segno di benvenuto, il suo cuore infiammato d’amore per noi. Mi sono spesso ispirato a questa immagine mentre mi preparavo per la messa” ha detto il Vescovo di El Paso, Mons. Joseph Seitz. “Per quanto sia triste vedere una statua attaccata e distrutta, sono contento che non si sia trattato di una persona vivente. Ma una statua, in particolare questa statua, ci collega a persone e ideali che non sono visibili ai nostri occhi. Ci rivela realtà che ci sono vicine, ma invisibili”.
“Ancora non sappiamo nulla della persona che ha effettuato questo assalto, ma certamente deve essere una persona molto turbata per aver attaccato questo luogo pacifico della nostra città e questa immagine del Re della Pace. Spero che questo possa essere l’impulso per lui a ricevere l’aiuto di cui ha bisogno. Sarà nelle mie preghiere” conclude Mons. Seitz nella nota pervenuta a Fides.
(CE) (Agenzia Fides 17/09/2020)
CINA
I cattolici non allineati debbono obbedire al PCC o subire gravi conseguenze
L’accordo tra il Vaticano e Pechino del 2018 sta per scadere e i sacerdoti che rifiutano di aderire all’APCC ricevono minacce di nuove restrizioni
Mentre si avvicina la data per il rinnovo dell’accordo tra la Santa Sede e la Cina del 2018, che era provvisorio, nella diocesi cattolica di Yujiang, nella provincia sudorientale del Jiangxi, i sacerdoti non registrati subiscono una persecuzione crescente. L’arcivescovo Claudio Maria Celli, negoziatore chiave del Vaticano, ritiene che l’accordo debba essere rinnovato per uno o due anni, mentre gli obiettori di coscienza cattolici di Yujiang e di altre diocesi non registrate temono la nuova intesa. I fedeli hanno paura che l’imposizione di aderire all’Associazione patriottica cattolica cinese (APCC), che il PCC applica ignorando le linee guida del Vaticano del 2019 che chiedono di rispettare coloro che rifiutino per ragioni di coscienza, sarà accompagnata da una repressione ancor più severa.
Un sacerdote della diocesi di Yujiang ha raccontato a Bitter Winter di essere stato convocato tre volte in sole due settimane dai funzionari dell’amministrazione locale, i quali l’hanno informato del fatto che il nuovo accordo con il Vaticano non sarebbe più stato provvisorio. «Mi hanno detto che non avrei potuto celebrare la Messa se avessi rifiutato di aderire», ha detto il sacerdote. «Se lo faccio, hanno minacciato di punirmi, in base alla Legge per la sicurezza nazionale».
I funzionari, inoltre, hanno sottolineato che le Chiese non registrate in Cina sono illegali e che tutti i luoghi di culto debbono obbedire al Partito Comunista e operare in base alle sue norme; quelli che non lo fanno saranno considerati come xie jiao. Secondo loro, si può godere della libertà religiosa solo sotto la leadership del Partito Comunista e tutte le chiese cattoliche del Paese debbono essere “sinizzate”.
«Il rinnovo dell’accordo fra il Vaticano e la Cina sarà una minaccia sia per lo sviluppo della Chiesa sia per il futuro dei sacerdoti», ha aggiunto il religioso. «Il PCC mira a eliminare le Chiese non registrate. I sacerdoti che rifiutano di aderire l’APCC non hanno altra alternativa che tornare a casa e vivere da reclusi, senza poter compiere i propri doveri pastorali».
I fedeli della comunità sono preoccupati per il futuro del sacerdote. «Se si oppone al regime e si rifiuta di aderire [all’APCC], sarà arrestato di sicuro», ha detto a Bitter Winter un cattolico che vive nella zona.
Uno dei sacerdoti in luglio è scappato da casa per sfuggire alla persecuzione. A causa dell’apparecchiatura di sorveglianza installata nel suo condominio, sette funzionari sono andati a cercarlo mezz’ora dopo che se ne è andato. Ora del personale preposto a tale compito pattuglia l’edificio, mostrando le fotografie del sacerdote a chi vi abita, nella speranza di catturarlo.
Il sacerdote ha detto a Bitter Winter di essere pronto sia a trascorrere il resto della vita in prigione sia a tornare a casa a lavorare la terra. «Non posso adorare il Partito Comunista», ha affermato.
«Dopo che sarà stato rinnovato l’accordo fra il Vaticano e la Cina, il PCC sarà ancora più spietato con i sacerdoti ribelli», è convinto un altro dei preti della diocesi.
Un sacerdote della città di Cangzhou, nella provincia settentrionale dell’Hebei, è d’accordo con le sue parole. «Il nuovo accordo non proteggerà gli interessi dei cattolici cinesi e renderà più brutale la persecuzione», ha affermato. «Tutti i cambiamenti sopravvenuti dopo l’accordo precedente li hanno delusi. Il PCC sta “sinizzando” tutte le religioni, costringendole a obbedire alle sue norme e a diventare marionette nelle mani del regime».
Intere comunità “disobbedienti” continuano a essere perseguitate e punite in tutto il Paese e i luoghi di culto vengono chiusi. Il 2 agosto, i funzionari della contea di Chongren, nella città di Fuzhou, nel Jiangxi, hanno fatto irruzione nella cappella Xiaonanmen (“???”??), un luogo di preghiera istituito più di 30 anni fa, ordinando ai fedeli di togliere ogni simbolo religioso. Successivamente, i funzionari hanno imposto al proprietario dei locali di chiudere la sala.
«Quegli uomini hanno minacciato di fare una sceneggiata se la gente avesse continuato a cantare inni qui dentro», ha ricordato uno dei fedeli. L’uomo ha aggiunto che, dopo che nel 2018 è stato firmato l’accordo tra Vaticano e Cina, i funzionari hanno fatto visita alla cappella di frequente, con la minaccia di sospendere il sussidio di invalidità ai due figli del proprietario dello stabile, se avessero scoperto che un prete vi celebrava Messa.
Il 21 luglio, il segretario della Commissione di Partito del PCC di Hangbu, un borgo amministrato dalla contea di Chongren, a Fuzhou, accompagnato dal capo di una stazione di polizia della zona, si è recato in un luogo di culto cattolico che si trovava dove abita vescovo Thomas Zeng Jingmu e hanno fatto sloggiare la comunità con il pretesto della «prevenzione dell’epidemia».
«L’amministrazione ha assegnato alcuni addetti per tenere l’abitazione del vescovo Zeng sotto sorveglianza continua», ha affermato un fedele cattolico che abita in zona. «Non possiamo cantare inni o celebrare la Messa, perché all’ingresso è stata posizionata una telecamera».
Nello stesso mese alcuni funzionari hanno dato disposizioni al proprietario dello stabile di un luogo di culto cattolico del borgo di Ma’an, amministrato da Chongren, di fornire la lista dei fedeli che appartengono alla comunità, con l’ammonizione che la Chiesa era illegale perché non accettava di aderire all’APCC. ( BW 18/09/2020WANG YONG)
Chiusi quasi 550 luoghi di culto protestanti nello Jiangsu
L’anno scorso, dopo sei mesi di persecuzioni, molte sedi religiose sono state accorpate e riconvertite con minacce, intimidazioni e altri trucchi
L’anno scorso, nella provincia orientale dello Jiangsu, in forza di un ordine diretto emanato dal presidente Xi Jinping, è stata avviata una campagna semestrale di repressione delle chiese protestanti che ha preso di mira le principali comunità cristiane. Secondo i nuovi dati in nostro possesso, il numero precedentemente segnalato di quasi 200 luoghi di culto chiusi è più che raddoppiato. Infatti, nella seconda metà del 2019, tra quelli gestiti dal Movimento patriottico delle Tre Autonomie e quelli delle Chiese domestiche non registrate, sono stati chiusi 549 luoghi di culto in quattro prefetture: 241 a Huai’an, 142 a Lianyungang, 121 a Yancheng e 45 a Suqian.
Il 30 e 31 ottobre nella contea di Donghai, nell’area metropolitana di Lianyungang, sono stati chiusi 8 luoghi di culto in quanto «privi di licenza o fatiscenti». I funzionari hanno minacciato le comunità delle Chiese domestiche di infliggere loro multe di 200mila renminbi (circa 29.600 dollari statunitensi) se avessero continuato a riunirsi.
L’amministrazione del borgo di Sankou nella contea di Guanyun ha ordinato la riduzione del numero di chiese protestanti ufficiali da 26 a 6. Tutti i luoghi di culto risparmiati non si trovano in prossimità di autostrade nazionali, edifici dell’amministrazione municipale o dei comitati del villaggio, di scuole e di comunità residenziali.
(…)
Le autorità spesso usano la forza per costringerle a fondersi. Nel dicembre dello scorso anno, oltre 30 dipendenti della contea di Guannan si sono recati alla chiesa delle Tre Autonomie di Lu’nan e prima di chiuderla hanno informato la comunità che la sede era stata fusa con un’altra chiesa. Appena i presenti hanno iniziato a esprimere la loro insoddisfazione, cinque uomini hanno portato fuori un settantenne e lo hanno gettato a terra. L’anziano ha iniziato a vomitare ed è svenuto. Un altro fedele che ha protestato per la brutalità del loro comportamento è stato spinto e malmenato fino a quando ha avuto un attacco di cuore. La sedia a rotelle di un’altra persona non è stata ribaltata solo grazie all’intervento di alcuni fedeli. Un uomo aveva iniziato a filmare la scena, ma il personale dell’amministrazione gli ha sequestrato il telefono e ha minacciato di arrestarlo.
I funzionari usano anche metodi più subdoli per chiudere i luoghi di culto. Nell’agosto dello scorso anno, al responsabile di una chiesa delle Tre Autonomie nella contea di Shuyang è stato ordinato di portare i certificati e altri documenti del luogo di culto al locale Ufficio per gli affari religiosi per il rinnovo. Due mesi dopo, non solo non sono stati rilasciati nuovi documenti, ma la sede è stata chiusa. I funzionari hanno spiegato che «è consentita una sola chiesa per ogni sotto-distretto». I documenti sono stati confiscati anche ad altre 23 chiese della zona che sono poi state chiuse in quanto «luoghi illegali». I luoghi di culto sono stati poi riutilizzati, venduti o addirittura demoliti per evitare che le comunità vi si radunassero ancora.
(BW 22/09/2020 LU AN)