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2019 09 25 Papa Francesco rende onore ai martiri cristiani sgozzati dall’ISIS

Fonte:
CulturaCattolica.it
INDIA - Cristiani linciati per aver ucciso una vacca BRASILE - Ucciso il parroco del Santuario di Nostra Signora della Salute

PAPA FRANCESCO RENDE ONORE AI MARTIRI CRISTIANI SGOZZATI DALL’ISIS, SONO MORTI PREGANDO

Città del Vaticano - L’immagine diventata il simbolo di tutti i cristiani uccisi dai terroristi islamici, e cioè quella dei venti copti egiziani vestiti di arancione (come le tute usate a Guantanamo) e in ginocchio con lo sguardo rivolto verso Roma, sgozzati dall’Isis quattro anni fa in Libia, sono stati evocati mercoledì 18 settembre da Papa Francesco durante l’udienza del mercoledì.

«I martiri non retrocedono. Pensiamo a quattro anni fa, a quei copti ortodossi, cristiani veri, lavoratori, sulle spiagge della Libia. Tutti sono stati sgozzati, ma l’ultima parola che hanno pronunciato era: Gesù. Non hanno mai venduto la fede, perché c’era lo Spirito Santo con loro».
Il ricordo è affiorato davanti alla folla. Gli apostoli, ha detto il Pontefice, «sono uomini decentrati da se stessi, non si lasciano intimorire da nessuno. Sentono che non possono dire: ‘io sono’, ma dicono: ‘Noi, lo Spirito Santo e noi’».
(Mercoledì 18 Settembre 2019 di Franca Giansoldati)

INDIA - Cristiani linciati per aver ucciso una vacca

Uno è morto, altri due sono ricoverati in condizioni critiche. I tre, tribali di fede cristiana, vendevano al mercato la carne di una vacca e si è sparsa la voce che l’avessero macellata

Tre tribali cristiani sono stati linciati in Jharkhand perché sospettati di aver macellato una vacca, animale sacro per l’induismo. Lo rende noto AsiaNews. Uno dei tre uomini, Kalantus Barla, con disabilità mentali, è deceduto durante il trasporto in ospedale; gli altri due, Fagu Kachhap e Phillip Horo, sono ricoverati al Ranchi Medical College in condizioni critiche.

L’aggressione è avvenuta ieri mattina nel villaggio di Jaltanda Suari, nel distretto di Khunti. Alcune persone avrebbero visto i tre uomini che vendevano una vacca al mercato locale, sulle sponde del fiume. Con una serie di messaggi condivisi in fretta su WhatsApp, si sono radunate circa 15 persone, che poi hanno picchiato i tribali. I tre sono stati colti di sorpresa e hanno tentato di fuggire, ma non sono riusciti a mettersi in salvo. (…)
(Avvenire martedì 24 settembre 2019)

INDIA - Linciaggio di tribali che consumano carne bovina: condanna della società civile

Attivisti per i diritti umani, Ong e comunità cristiane, organizzazioni della società civile condannano il caso di linciaggio di tre membri di una comunità tribale, uno dei quali cattolico, uccisi il 23 settembre. “E’ il quarto caso di linciaggio in Jharkhand nelle ultime settimane da parte di gruppi di vigilantes che vogliono punire chi tratta e consuma carne bovina. E’ alto il numero di musulmani, cristiani e dalit, uccisi da queste bande omicide negli ultimi due anni. I responsabili potrebbero avere perfino il patrocinio di leader politici del Partito Bharatiya Janata (BJP) nello stato di Jharkhand. Sicuramente si crogiolano nello stato di impunità che esiste nello stato, dove prevale il nazionalismo indù”, spiega all’Agenzia Fides John Dayal, Segretario generale dell’All India Christian Council e portavoce dell’All India Catholic Union.
Secondo i rapporti della polizia, una folla di militanti induisti ha aggredito tre persone accusandole di aver “massacrato” una mucca, animale ritenuto sacro dalla religione indù. I tre presumibilmente stavano ricavando la carne dopo la macellazione di un bovino nel villaggio di Jaltanda Suari, nel distretto di Khunti. Dayal rileva che “ sebbene il Primo Ministro Narendra Modi abbia stigmatizzato i ‘vigilantes sulle mucche’ degli stati di Haryana e Uttar Pradesh, le ricorrenti uccisioni extragiudiziali sono la prova dell’assoluta mancanza di volontà politica”. “Ciò che è peggio è vedere la polizia riluttante. Gli agenti arrivano in ritardo sulla scena del crimine, indugiano nel portare la vittima in ospedale, sbagliano nel registrare i nomi delle persone coinvolte nel linciaggio. I documenti giudiziari nei casi di linciaggio parlano da soli”, nota Dayal.
(SD) (Agenzia Fides 24/9/2019)

INDIA - Oltre 200 casi di violenza contro i cristiani in India nel 2019

Sono oltre 200 gli episodi di violenza contro i cristiani segnalati in India nel 2019: sono i dati inviati all’Agenzia Fides dalla Ong “Alliance Defending Freedom” (ADF) con sede a Nuova Delhi. In un rapporto dell’organizzazione si registrano 218 incidenti di vario genere accaduti in 243 giorni del 2019. Di questi, 159 sono episodi di violenza di massa, circa 27 incidenti del genere ogni mese, afferma ADF-India, Gli episodi sono stati denunciati al numero verde dello United Christian Forum (UCF), rileva ADF-India, che si impegna a fornire assistenza legale gratuita alle vittime.
Afferma la nota inviata a Fides: “Il modus operandi seguito nei 159 casi di violenza di massa è lo stesso. Una folla accompagnata dalla polizia arriva a turbare una riunione di preghiera, grida slogan e percuote i membri dell’assemblea dei fedeli, anche donne e bambini. Quindi i Pastori che guidano la liturgia vengono arrestati o detenuti dalla polizia con la falsa accusa di conversioni forzate”, ha dichiarato A.C. Michael, attivista cattolico e tra i leader di ADF-India. Secondo Michael, “nessuna di queste false accuse è mai stata sostenuta in un tribunale. Infatti quasi tutti i Pastori arrestati sono stati rilasciati o assolti in quanto le accuse sono false e insostenibili e nessuno riesce a fornire prove di conversioni forzate”. Tale approccio, nota, “fa sì che di fatto molti cristiani stiano sperimentando restrizioni alla libertà di praticare la loro fede in gran parte del territorio indiano, dato che questo accade in 23 stati su 28 stati dell’India” .
In Uttar Pradesh sono segnalati 51 incidenti, 41 in Tamil Nadu, 24 in Chhattisgarh, 17 in Jharkhand, 16 in Karnataka, 14 in Telangana, 12 in Andhra Pradesh, 9 in Maharashtra, 6 in Haryana, 5 in Bihar, 4 in Delhi, 3 in Odisha, 2 in Himachal Pradesh, Kerala, Puducherry, Rajasthan e Bengala Occidentale, 1 a Goa, Gujarat, Jammu e kashmir, Madhya Pradesh, Punjab e Tripura.
ADF nota la tendenza a non presentare denunce (First Information Report) contro gli autori delle violenze: sono state infatti presentate solo in 25 su 218 casi. “Ciò dimostra la tacita comprensione tra i violenti e la polizia, che ovviamente gode del patrocinio di leader o funzionari politici locali”, nota ADF. A volte la mancata presentazione di una denuncia è anche dovuta al timore di rappresaglie, afferma Michael. “L’impunità che la polizia e il governo concedono agli autori delle violenze contribuisce a erodere la fiducia che le vittime possono nell’autorità”, rileva Michael.
Dal 2014, gli attacchi ai cristiani sono aumentati costantemente, rileva ADF: 292 nel 2018, 240 nel 2017, 208 nel 2016, 177 nel 2015 e 147 nel 2014.
“Nessuno dovrebbe essere perseguitato a causa della sua fede. È preoccupante vedere questi orrendi atti di violenza di massa continuare anche dopo una serie di indicazioni date dalla Corte Suprema” afferma Tehmina Arora, direttore di ADF-India.
John Dayal, laico cattolico attivista per i diritti umani, commenta a Fides: “È positivo che questi dati vengano divulgati. Se il Pakistan viene criticato ripetutamente dal governo indiano e a livello internazionale per il suo trattamento nei confronti delle minoranze religiose, il governo indiano guidato dal Bharatiya Janata Party (BJP), da parte sua, continua a negare la dilagante violenza verso i cristiani indiani. Dice che sono incidenti sporadici e rifiuta di indicare i membri dei gruppi estremisti indù come responsabili, protetti dalla polizia”.
Il leader cattolico nota: “Ribadiamo la necessità di una legge nazionale per controllare la violenza mirata contro le minoranze religiose. Senza tale legge, elementi fondamentalisti con protezione statale continueranno a terrorizzare le minoranze religiose, e in particolare la comunità cristiana nelle aree rurali”.
(SD) (Agenzia Fides 23/09/2009)

BRASILE - Ucciso il parroco del Santuario di Nostra Signora della Salute durante un furto in chiesa

“È con rammarico che l’Arcidiocesi di Brasilia annuncia la morte, sabato sera (21/09), di padre Kazimierez Wojno (noto come Casimiro), parroco del Santuario di Nostra Signora della Salute, nel settore nord 702. Nato in Polonia, P. Casimiro aveva 71 anni e 46 anni di sacerdozio. L’arcidiocesi sta seguendo il caso. Invitiamo tutti a partecipare alla veglia, alla messa e ai funerali presso la Parrocchia di Nostra Signora della Salute, in orari che saranno annunciati al più presto. Preghiamo per la sua anima, la sua famiglia e la sua comunità parrocchiale.”
Questo il testo della nota inviata a Fides dall’Arcidiocesi di Brasilia riguardante la morte violenta di padre Casimiro. Secondo le prime informazioni della polizia, 6 uomini sono entrati in chiesa dopo l’ultima messa di sabato sera, prendendo come ostaggi il sacerdote e il custode della chiesa, che poi è riuscito a fuggire. Padre Casimiro è stato trovato morto, con mani e piedi legati e un filo di ferro intorno al collo, in un terreno a fianco della chiesa. Purtroppo non è la prima volta che questa chiesa subisce dei furti: a Pasqua erano stati rubati oggetti religiosi e i vasi sacri con il Santissimo Sacramento.
Padre Kazimierz Andrzej Wojno era nato il 3 febbraio 1948 nella città di Sklody Borowe nella diocesi di Lomza, in Polonia. Era stato ordinato sacerdote il 27 maggio 1973. Una seconda nota dell’Arcidiocesi pervenuta questa notte a Fides informa che i funerali saranno celebrati oggi, 23 settembre, alle ore 14 (ora locale) presieduti dal Cardinale Arcivescovo di Brasilia, Sergio da Rocha.
(CE) (Agenzia Fides, 23/09/2019)

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