2019 02 13 SAIF UL–MALOOK: “La mia vita è distrutta ma non mi pento di aver difeso Asia Bibi. e oggi vorrei incontrare Papa Francesco”
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ETIOPIA – Chiese evangeliche sotto attacco
Sette chiese evangeliche sono state attaccate durante il fine settimana nel sud dell’Etiopia. Alcuni edifici sarebbero stati incendiati e altri distrutte ad Alaba Kulito.
L’emittente statale etiope ha riferito che gli attacchi sono seguiti a false notizie sui social media, secondo le quali diverse moschee erano state attaccate.
L’anno scorso in altre parti della stessa regione meridionale, tensioni tra gruppi etnici su terra, confini e diritti hanno portato a scontri comunali che hanno causato il dislocamento di decine di migliaia di persone. Ma finora non si erano mai verificati scontri di carattere religioso.
(www.africavista.it 12 Febbraio 2019)
INDIA – Il governo chiude 16 istituti per bambini: tra cui l’orfanotrofio delle Missionarie della Carità. Sr. Concilia (Konsalia) in carcere ingiustamente.
Il governo dell’India ha ritirato la licenza a 16 istituti per l’infanzia tra i quali il “Nirmal Hriday” gestito dalle Missionarie della Carità di Madre Teresa a Ranchi. Il provvedimento segue una relazione presentata dalla Commissione dello stato del Jharkhand per la protezione dei diritti dell’infanzia, che chiedeva la chiusura di 31 istituti.
Come appreso da Fides, il provvedimento giunge in conseguenza del caso della tratta di bambini a “Nirmal Hriday” nel luglio dello scorso anno. Il primo ministro del Jharkhand, Raghubar Das, aveva ordinato alla Commissione di presentare un rapporto sulla situazione, monitorando 126 case di accoglienza in tutto lo stato. I 16 istituti per l’infanzia sono stati chiusi a causa delle “riscontrate violazioni di varie disposizioni di legge sulla giustizia minorile”, ha dichiarato il Direttore della Commissione D.K. Saxena.
Il “Nirmal Hriday” a Ranchi, gestito dalle suore di Madre Teresa, è nella lista dei 16 orfanotrofi chiusi. Altri 24 istituti hanno tre mesi di tempo per migliorare le condizioni, pena il ritiro della licenza. Tra le irregolarità riscontrate, la mancanza di documentazione completa sui bambini o le carenza sui servizi di base come alloggio, cibo e disposizioni di sicurezza.
Il caso del “Nirmal Hriday” è venuto alla luce nel luglio 2018, quando l’istituto fu coinvolto in un presunto traffico di neonati. Il caso è stato uno shock per la nazione e ha sollevato interrogativi sul funzionamento dei centri per minori nello stato di Jharkhand . Sr. Concilia (Konsalia), e Anima Indwar, una donna impiegata nel Nirmal Hriday , furono arrestate il 3 luglio per il loro presunto coinvolgimento nel traffico illegale di bambini. (SD) (Agenzia Fides 6/2/2019)
Corte suprema lascia in carcere Sr. Concilia (Konsalia)
Sr. Concilia era la direttrice dell’orfanotrofio Nirmal Hriday di Ranchi, nel Jharkhand. È stata arrestata a luglio per un presunto traffico di minori. Dopo sette mesi, è ancora dietro le sbarre senza un’accusa formale.
La Corte suprema dell’India ha respinto la richiesta di rilascio su cauzione di una suora di Madre Teresa, arrestata a Ranchi per una presunta compravendita di bambini in un orfanotrofio gestito dalle Missionarie della Carità. La suora però si trova in carcere da quasi sette mesi, senza che la polizia abbia mai presentato un’accusa formale contro di lei. Per questo il 29 gennaio i giudici supremi hanno anche chiesto ai querelanti di depositare al più presto una denuncia.
Ad AsiaNews sr. Mary Prema, superiora generale della congregazione, afferma: “Abbiamo fiducia in Dio. Preghiamo per tutte le persone coinvolte”.
La superiora generale non rilascia altre dichiarazioni. Invece mons. Theodore Mascarenhas, segretario generale della Conferenza episcopale indiana (Cbci) e vescovo ausiliare di Ranchi, dichiara che il rifiuto di rilasciare la suora è “un’ingiustizia. Inoltre il fatto che la Corte suprema abbia chiesto alle autorità del Jharkhand si presentare una denuncia formale è una vergogna. La missionaria è innocente e tutti sanno che ha problemi di salute”.
Sr. Concilia (Konsalia), 61 anni, è malata di diabete. Era la direttrice della casa Nirmal Hriday per bambini abbandonati e madri single. È stata arrestata per traffico di minori il 4 luglio 2018 in seguito alla denuncia di una coppia, che rivendicava di aver pagato 120mila rupie (circa 1.500 euro) per comprare un neonato, che però non le era mai stato affidato. In realtà la vera responsabile della compravendita di neonati era Anima Indwar, dipendente della struttura fin dal 2012 e anch’essa arrestata, che era incaricata di accompagnare in ospedale le gestanti in assenza delle suore.
“Dispiace tantissimo – dice mons. Mascarenhas – che ci sia ostilità contro i cristiani”. Da ultimo, il suo pensiero va “non solo alle suore di Madre Teresa, ma a tanti nostri poveri che soffrono queste ingiustizie. È difficile combattere l’autorità, se le autorità sono contro di te”. (Fides 01/02/2019)
TESTIMONIANZA dell’avvocato musulmano che ha difeso Asia Bibi
SAIF UL–MALOOK: “La mia vita è distrutta ma non mi pento di aver difeso Asia Bibi. e oggi vorrei incontrare Papa Francesco”
“La mia vita è distrutta, ma non mi sono mai pentito di aver difeso Asia Bibi. Non ho rimpianti e se domani un altro cristiano mi chiedesse di difenderlo da un’accusa di blasfemia, lo aiuterei senza pensarci un attimo”. Così dichiara Saif Ul–Malook durante un incontro privato avuto ieri a Lahore con una delegazione di Aiuto alla Chiesa che Soffre in questi giorni in Pakistan.
L’avvocato è stato costretto a lasciare il Paese dopo che il 31 ottobre scorso è stata resa nota la sentenza di assoluzione per Asia Bibi, ma è voluto rientrare nei giorni scorsi per assistere all’udienza nel corso della quale la Corte Suprema ha respinto la petizione per il riesame del verdetto.
Una volta rientrato in patria ha dovuto nuovamente affrontare minacce. “Sono un morto che cammina. Mi accusano di essere un cattivo musulmano perché ho difeso una cristiana ritenuta colpevole di blasfemia. I miei amici e colleghi si rifiutano perfino di salire in macchina con me perché hanno paura di essere uccisi assieme a me”.
Parlando con ACS–Italia, l’avvocato ricorda quanto subito da Asia Bibi durante la sua permanenza nel braccio della morte. “Non so come abbia fatto a resistere per 8 anni in una stanza di 8 metri quadri, potendo uscire soltanto per mezz’ora due volte al giorno. Quando la incontravo cercavo di tirarle su il morale perché è impossibile vivere in quelle condizioni”.
Ora che Asia Bibi è libera, Saif Ul–Malook è pronto ad aiutare altri cristiani in difficoltà. “Non ho mai fatto differenze di fede, se una persona ha bisogno di me la assisto”, afferma l’uomo che confida poi ad ACS il suo più grande desiderio. “Vorrei incontrare Papa Francesco. Io sono musulmano ma desidero davvero incontrare il Pontefice. Lui è il leader spirituale di tre quarti dell’umanità”. (ACS 09 02 2019)