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2017 08 02 COLOMBIA – CONGO: sacerdoti uccisi perché “testimoni del Vangelo”



COLOMBIA - Sacerdote ucciso a Puerto Valdivia, “sacrificato nell’esercizio della sua missione”
La Conferenza Episcopale della Colombia si unisce al dolore per l’assassinio del sacerdote Diomer Eliver Chavarría Pérez, ucciso nel giorno del suo 31.esimo compleanno, la sera del 27 luglio, nella parrocchia di Raudal, presso il villaggio di Puerto Valdivia, nel dipartimento di Antioquia.
Mons. Jorge Alberto Ossa Soto, vescovo della diocesi di Santa Rosa de Osos nella quale era incardinato padre Chavarría Pérez, ha diffuso un comunicato in cui, nel dare notizia del tragico avvenimento, invoca la conversione degli assassini e ribadisce il rifiuto di ogni forma di violenza contro la vita e la dignità delle persone. Il vescovo chiede anche che il Signore doni consolazione ai familiari della vittima, e ringrazia per il dono della vita sacerdotale “di questo figlio e fratello, a servizio dell’evangelizzazione”.
“Sacrificato nell’esercizio della sua missione” - come si legge nel comunicato del Vescovo -,padre Diomer era era nato nel 1986 a Gomez Plata, comune di Antioquia, Era stato ordinato sacerdote il 19 marzo 2012, e attualmente svolgeva le funzioni di vice-parroco a San Pedro de los Milagros e preso la parrocchia di Raudal, a Puerto Valdivia.
Le cause della sua morte sono al vaglio delle autorità competenti. (Agenzia Fides, 29/07/2017)

Colombia. Mons Henao: sacerdoti uccisi, testimoni del Vangelo

Di fronte all’ultimo giovane sacerdote ucciso giovedì scorso in Colombia nel giorno del suo trentunesimo compleanno prima che andasse a celebrare la Messa del mattino, si rinnova il dolore di tutta la Chiesa locale che in un comunicato a firma della Conferenza Episcopale, torna a chiedere “la conversione per gli assassini” e a “rifiutare ogni forma di violenza”.
Ora che il “processo di pace tra il governo e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) sembra volgere alla sua conclusione, le sfide non sono terminate sono solo cambiate per i religiosi che vivono nei piccoli villaggi della campagna. Occorre aumentare la loro protezione”. E’ quanto afferma mons. Héctor Fabio Henao, Segretario generale della Pastorale sociale – Caritas della Chiesa colombiana- e coordinatore del programma di protezione per i sacerdoti. “Sono decine i sacerdoti uccisi negli ultimi anni. Molti sono stati assassinati dagli uomini del narcotraffico, altri dai paramilitari o dai gruppi della guerriglia” ma “nessuno di loro”, sottolinea mons Henao “ha mai avuto dubbi sulla propria missione. Nonostante la paura che è un sentimento normale in queste circostanze, nessuno dei sacerdoti ha mai pensato di lasciare la popolazione da sola, conoscendo bene il rischio che ciò comporta”.
La prossima visita del Papa in Colombia a settembre sarà un’occasione importante per la Chiesa: “specie nella giornata dell’8 settembre in occasione della celebrazione per la Riconciliazione, a Villavicencio”, afferma mons Henao, “attendiamo parole forti di Francesco: sappiamo che ci inviterà in nome di Dio a proseguire su un cammino di giustizia e di pace, sarà una grande opportunità”. “Il Papa sa, da quando era cardinale a Buenos Aires, cosa viviamo, le sofferenze e il lavoro della nostra Chiesa che ha dato negli anni una grande testimonianza di Cristo pur in situazioni di violenza terribile”. Mons Henao racconta anche dei sentimenti della gente, di intere comunità strette intorno ai loro sacerdoti e impegnate a portare avanti il loro lavoro quando vengono assassinati.
Di Gabriella Ceraso 30/07/2017 Radio Vaticana

MESSICO - Esplode un ordigno all’ingresso della Conferenza Episcopale, appello alla serenità
Intorno alle ore 1,50 del mattino del 25 luglio, un ordigno è esploso all’ingresso principale della sede della Conferenza Episcopale Messicana, a Città del Messico, provocando alcuni danni ma nessun ferito.
“Apprezziamo il sostegno e la solidarietà dimostrata dai nostri fratelli Vescovi, fedeli, sacerdoti, istituzioni e di molte persone di buona volontà che ci sono state vicine con sincera preoccupazione. Anche le autorità, federali e locali, hanno dimostrato il loro sostegno e la loro collaborazione per chiarire questo evento” è scritto nel comunicato del Segretario generale e Portavoce della Conferenza Episcopale Messicana, Sua Ecc. Mons. Alfonso G. Miranda Guardiola.
“Come organo collegiale dei Vescovi del Messico – prosegue il comunicato pervenuto all’Agenzia Fides - , vogliamo fare appello alla serenità, alla prudenza e al rispetto della vita umana e delle sue istituzioni. Questo fatto ci invita a riflettere intensamente sulla necessità di ricostruire il tessuto sociale, per promuovere un ambiente di sicurezza per tutti i cittadini”.
Infine Mons. Guardiola rinnova l’invito “ad una conversione sociale per guardarci come fratelli, e perché ogni cittadino sia costruttore di pace nel nostro paese e abbia garantita una vita degna”, affidando a Cristo, Principe della Pace, e a Santa Maria di Guadalupe la nostra missione di dare vita ad una “umanità più giusta e solidale”. (SL) (Agenzia Fides 26/7/2017)

CONGO RD - “Liberate senza condizioni i nostri confratelli”: appello del clero secolare di Butembo-Béni
“Siamo profondamente indignati per il rapimento dei nostri confratelli ed esigiamo la loro liberazione senza condizioni”. Così i sacerdoti secolari della diocesi di Butembo-Béni si sono rivolti ai rapitori dei due preti, don Charles Kipasa e don Jean Pierre Akilimali, rapiti domenica 16 luglio da uomini armati in tenuta militare nella parrocchia Maria Regina degli Angeli di Bunyuka, nella periferia di Butembo (vedi Fides 18/7/2017). L’appello ai rapitori è contenuto in una lettera diffusa al termine del ritiro spirituale annuale del clero secolare della diocesi con il suo Vescovo Sua Ecc. Mons. Melchisédech Sikuli Paluku.
I sacerdoti denunciano l’insicurezza dell’area “per le incursioni notturne, le aggressioni all’arma bianca e da fuoco, gli omicidi, le rapine e gli stupri, il risorgere di gruppi armati che, senza contare il numero delle persone uccise, provocano forti sfollamenti delle popolazioni. Questi atti sviliscono la vita umana e desacralizzano sia le persone, sia i luoghi e i beni consacrati. Questo è un sacrilegio e una profanazione”.
Nella lettera si ricorda il prezzo di sangue pagato dalla Chiesa per l’azione omicida dei diversi gruppi armati che imperversano nella diocesi. In particolare gli omicidi di don Romain Kahindo Kyavuyirwe (ucciso nell’ottobre 2002) e di don Christian Mbusa Bakulene (vedi Fides 10/11/2010), il rapimento dei padri assunzionisti, Jean-Pierre Ndulani, Anselme Wasikundi ed Edmond Bamutute, rapiti nella loro parrocchia di Notre-Dame des Pauvres di Mbau, a 22 km da Beni (vedi Fides 22/10/2012) e l’assassinio di un altro assunzionista, p. Vincent Machozi che da anni denunciava lo sfruttamento illegale del Coltan (vedi Fides 22/3/2016).
Di fronte a questo nuovo atto di violenza nei confronti di sacerdoti, il clero di Butembo-Béni si rivolge ai rapitori affermando che “il troppo è troppo” e dopo averli messi “di fronte alla loro responsabilità” fa appello “alla loro coscienza “perché i nostri don Charles Kipasa e don Jean-Pierre Akilimali siano rilasciati vivi in modo che possano continuare la loro missione pastorale”. (L.M.) (Agenzia Fides 25/7/2017)

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