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2016 05 18 ITALIA – Card. Bagnasco: Violenze anticristiane: “mondo distratto e indifferente” Unioni civili- “Equiparate a matrimonio e famiglia”: sono cose diverse
GERMANIA - sarebbero addirittura quarantamila i profughi cristiani sottoposti a vessazioni

Fonte:
CulturaCattolica.it

ITALIA – Prolusione del Card. Bagnasco alla CEI

Violenze anti-cristiane, “mondo distratto e indifferente”
Il presidente dei vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco, nella sua prolusione d’apertura del 17 maggio all’assemblea della CEI dedica un cenno alla violenza che segna il mondo, davanti alla quale “sembra che cresca l’indifferenza”, come se “i veri problemi fossero altri che il diritto di professare la propria fede senza subire persecuzione e morte, o essere costretti a vivere da fuggiaschi in preda alla paura”. Sotto questi occhi “distratti e indifferenti del mondo”, si contano 200 milioni di cristiani perseguitati: “Ad Aleppo, storico centro della cristianità in Siria, oggi sono rimasti appena 40mila fedeli, un quarto rispetto a solo 5 anni fa!”. Accanto alle vittime di persecuzione religiosa, ci sono poi quelle del terrorismo “che continua a seminare morte, angoscia e rapimenti”.

Tra i vari temi toccati parla anche di questioni che temiamo diventino motivo di forte contrasto nella nostra società, come ricordava il Papa:
Ci sono persecuzioni crudeli, come quelle che subivano i cristiani nel Colosseo, sbranati dai leoni, e quelle che subiscono i fratelli e le sorelle del Medio Oriente o dell’Africa, fatti saltare in aria all’uscita della Messa. E ci sono persecuzioni “educate”: quelle, cioè, travestite “di cultura”, “modernità” e “progresso”, che ti rubano la libertà, la dignità e anche l’obiezione di coscienza se non ti adegui a leggi che “vanno contro Dio Creatore”. E guai a mostrare il valore dell’essere “figli di Dio”.

Unioni civili: “Equiparate a matrimonio e famiglia, sono cose diverse”
Più che altro, l’arcivescovo di Genova si domanda “come mai così vasta enfasi ed energia sia stata profusa per cause che rispondono non tanto a esigenze – già per altro previste dall’ordinamento giuridico – ma a schemi ideologici”. Laddove nel paese, afflitto da povertà, disoccupazione, ludopatia, sono ben altri i problemi.
La recente approvazione della legge sulle Unioni civili, afferma il cardinale, “sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia, anche se si afferma che sono cose diverse”; in realtà, sottolinea Bagnasco, “le differenze sono solo dei piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici giuridici facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale – così già si dice pubblicamente – compresa anche la pratica dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà”.
Il cardinale ricorda allora le parole di Papa Francesco nella dichiarazione congiunta firmata a L’Avana con il Patriarca Kirill: “La famiglia si fonda sul atto libero e fedele di amore di un uomo e una donna. Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e di maternità, come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio viene estromesso dalla coscienza pubblica”.

“Bambini hanno diritto ad un papà e una mamma, non sono cavie da laboratorio”
Ribadisce, quindi, “il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con papà e una mamma, capaci di creare insieme un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva”, anche perché “con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio”.

Gender, “sempre alle porte in modo strisciante”
Di qui un nuovo affondo contro la teoria del gender “che è sempre alle porte in modo strisciante” e che, ha affermato più volte il Pontefice, “è uno sbaglio della mente umana”, probabilmente “espressione di una frustrazione e di una rassegnazione che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa confrontarsi con essa”.

GERMANIA - PERSECUZIONE DEI CRISTIANI NEI CAMPI PROFUGHI IN EUROPA
Fuggiti dalle persecuzioni in Medio Oriente, non trovano pace nemmeno in quell’Europa che dovrebbe accoglierli e proteggerli. L’odissea dei cristiani perseguitati sembra non avere fine neppure una volta arrivati nel Vecchio Continente, la patria d’elezione che moltissimi, per sfuggire ai tagliagole che li vogliono morti, scelgono dopo aver abbandonato Afghanistan, Siria e Iraq.
Secondo un rapporto stilato da diverse associazioni impegnate in favore dei diritti umani, in Germania sarebbero addirittura quarantamila i profughi cristiani sottoposti a vessazioni quotidiane all’interno dei centri di accoglienza e di identificazione. Con loro, seppure in numero minore, anche altri richiedenti asilo di fede non musulmana.
Dalle interviste di almeno 231 migranti cristiani è emerso infatti che quasi il novanta per cento del campione ha denunciato di essere stato discriminato a causa della propria fede, racconta la ong impegnata nel supporto ai cristiani Open Doors Germany.
Insulti, percosse e addirittura minacce di morte le vessazioni più diffuse, che in alcuni casi provengono anche dalle guardie, spesso di fede musulmana, dei campi.
Secondo l’emittente pubblica Deutsche Welle, che cita il capo di Open Doors per la Germania, Markus Rode, questi dati rappresentano “solo la punta dell’iceberg”. I dati di Action for Persecuted Christians, riporta la stampa tedesca, parlano di almeno quarantamila persone esposte a questo tipo di vessazioni.
Il pastore protestante berlinese Gottfried Martens, intervistato a dicembre da Gli Occhi della Guerra, ha protestato perché queste vicende troppo spesso vengono liquidate come casi singoli, quando ci troviamo di fronte ad una persecuzione sistematica.
Le associazioni umanitarie per i cristiani perseguitati si stanno preparando a chiedere alle autorità federali tedesche uno speciale sistema d’accoglienza per i profughi non musulmani, che tenga conto di questa situazione che, purtroppo, non accenna a migliorare.
http://www.occhidellaguerra.it/germania-profughi-cristiani-perseguitati-nei-campi/

PAKISTAN - Bambino cristiano di due anni ucciso da un uomo musulmano
E’ uno dei casi in cui lo status sociale più alto e la ricchezza si trasformano in prepotenza e arbitrio verso i più deboli e vulenrabili. Un ricco proprietario terriero musulmano, che ha tanti cristiani al suo servizio, espressione di fasce della società povere e svantaggiate, ha ucciso un bambino cristiano di due anni e mezzo. Come appreso da Fides, il piccolo Ayaan è stato ucciso il 3 maggio scorso nel distretto cristiano di Nazimabad, a Faisalabad. La sua famiglia è stata raggiunta dall’organizzazione “The Voice” che si occupa di tutela legale e assistenza delle minoranze, che ha provveduto a registrare una denuncia alla polizia.
Haji Rasheed, l’omicida, aveva stipulato un accordo con il cristiano Samsoon Masih, operaio, padre di Ayaan, per tinteggiare la sua abitazione. Samsoon, prossimo alla fine dell’opera, ha chiesto la somma pattuita per il lavoro, che gli è stata negata.
Dopo la controversia, Samsoon ha detto che non avrebbe più lavorato in casa di Rasheed. Questi, insieme con suo figlio Bahsrat, ha fatto irruzione in casa del cristiano, iniziando a sparare in modo indiscriminato. Samsoon Masih e suo padre Ishaq Masih sono stati feriti, mentre il figlio minore Ayaan, raggiunto da un proiettile alla testa, è morto sul colpo. In seguito alla denuncia, i due musulmani sono stati fermati dalla polizia che ha avviato le indagini.
L’avvocato Aneeqa Maria Anthony, coordinatrice di “The Voice”, commenta a Fides: “Siamo desolati. Un bimbo innocente ucciso a due anni mezzo a causa di un meschino contratto per verniciare una casa. E’ disumano. Il governo pakistano dovrebbe aiutare a sviluppare nella società un senso di pazienza e di uguaglianza. I musulmani non dovrebbero considerare i membri di altre religioni come insetti o animali, da poter uccidere impunemente. Faremo del nostro meglio per ottenere giustizia”. (Agenzia Fides 11/5/2016)

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