2016 02 17 Interventi del Vicario di Aleppo: volontario della Caritas ucciso da un colpo di mortaio; il fronte moderato non esiste; incontro tra Francesco e Kirill è anche il frutto delle nostre sofferenze. E questo ci consola
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SIRIA - Volontario della Caritas ucciso a Aleppo da un colpo di mortaio
Si chiamava Elias Abiad e aveva solo 22 anni il giovane volontario di Caritas Syria ucciso ad Aleppo dai colpi di mortaio caduti sabato 13 febbraio sul quartiere di Sulaymaniyah. Ne dà notizia il segretario generale di Caritas Internationalis, Michel Roy, in un messaggio di condoglianze alla famiglia di Elias in cui si sottolinea che anche il sacrificio del giovane volontario “ci ricorda la perdurante tragedia quotidiana della Siria, e l'urgente bisogno del cessate il fuoco e della pace”. Elias era impegnato nei progetti di assistenza realizzati da Caritas Syria nell'area di Aleppo fin dal settembre 2014.
Domenica 14 febbraio, il Vescovo Georges Abou Khazen OFM, Vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino, ha diffuso un appello in cui ricorda anche il sacrificio di Alias Abiad. (Agenzia Fides 16/2/2016).
SIRIA -Vicario di Aleppo: i civili muoiono sotto le bombe del cosiddetto “fronte moderato”
“Ad Aleppo da qualche giorno siamo sotto continui bombardamenti sui civili, che causano morti, feriti e distruzione”. La scorsa notte “nei nostri quartieri abbiamo avuto quattro morti e più di 15 feriti, oltre a case ed edifici danneggiati”. E dietro gli attacchi mirati vi sono i cosiddetti gruppi “di opposizione moderata”. È un grido d’appello disperato quello lanciato dal vicario apostolico di Aleppo dei latini, mons. Georges Abou Khazen, che in un messaggio inviato all'agenzia AsiaNews punta il dito sul fronte difeso - e sostenuto - dall’Occidente, assieme a Turchia e Arabia Saudita. “Questi bombardamenti - racconta il prelato - provengono dal cosiddetto fronte ‘moderato’, e come tale difeso, protetto e armato. In realtà non differiscono in nulla dagli altri jihadisti (Stato Islamico e al Nusra) se non per il nome solamente”.
Dietro al conflitto in Siria i 'terroristi stranieri'
Il vicario apostolico di Aleppo, che già nei giorni scorsi aveva spiegato come siano “i terroristi stranieri” e non i siriani a voler continuare il conflitto, racconta che “i jihadisti stranieri avrebbero ricevuto il disco verde per intensificare i bombardamenti sui civili”. Per il prelato dietro questa escalation vi sarebbe (forse) la volontà di “far fallire i negoziati di pace” e “far intervenire le forze regionali - da settimane Arabia Saudita e Turchia premono per l’invio di truppe di terra - sul terreno”. “Dietro questa strategia - si chiede il prelato - vi è forse la volontà di impedire all’esercito regolare di avanzare e liberare la regione dal terrorismo e dai jihadisti?”.
Appello per la fine dei bombardamenti
Mons. Georges Abou Khazen lancia un appello “per la fine di questi bombardamenti” e incoraggia al contempo le parti “a sedere al tavolo delle trattative”, perché i siriani “possano risolvere attraverso il dialogo i problemi fra loro”. (D.S.)
(Radio Vaticana 15 02 2016)
SIRIA - Il Vescovo di Aleppo: l'incontro tra Francesco e Kirill è anche il frutto delle nostre sofferenze. E questo ci consola
“I cristiani di qui si sono accorti che le loro sofferenze non cadono nel nulla: l'incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill lo percepiscono come il frutto della croce che stanno vivendo. La sofferenza di tutti i cristiani del Medio Oriente porta il frutto dell'unità, e ne potrà portare anche altri. Questo per noi è una grande consolazione e ci aiuta a andare avanti, anche se dobbiamo ancora soffrire”. Così il Vescovo Georges Abou Khazen OFM, Vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino, descrive all'Agenzia Fides i sentimenti che registra in questi giorni tra i cristiani della sua città, mentre le notizie sull'incontro a Cuba tra il Vescovo di Roma e il Primate della Chiesa ortodossa russa si mescolano a quelle su un possibile, imminente cessate il fuoco nei teatri di guerra siriani.
“Qualche giorno fa” aggiunge il Vescovo francescano “un alto rappresentante del Patriarcato di Mosca ha detto esplicitamente che a rendere urgente l'incontro di Cuba è stata la comune sollecitudine per le sofferenze dei fratelli cristiani del Medio Oriente. Di questo abbiamo parlato anche nelle omelie e nei nostri incontri: i fedeli ritrovano coraggio, quando si accorgono che le loro sofferenze hanno a che vedere in maniera misteriosa con l'unità tra i fratelli separati, dove Cristo ci abbraccia e ci consola tutti”.
Il Vicario apostolico di Aleppo riporta anche le attese suscitate nella popolazione dalle notizie su un possibile, imminente cessate il fuoco imposto alle parti coinvolte nel conflitto siriano: “Per noi” dice a Fides il Vescovo Abou Khazen “sarebbe un sogno. Rimane l'incognita dei gruppi jihadisti. Sappiamo che per buona parte sono stranieri: chi li comanda? A chi rispondono? Aderiranno alla tregua?”. Il Vicario apostolico fornisce anche notizie di prima mano sulla situazione di Aleppo: “L'esercito regolare avanza con l'aiuto dei russi, e nei quartieri liberati ricomincia a funzionare l'acqua e la luce, riaprono le scuole. In molte situazioni si offre la possibilità di riconciliazione ai siriani che si erano legati coi gruppi di ribelli. Sono le milizie combattenti controllate da stranieri che impongono ancora la resistenza e la guerra. E tra la popolazione prevale apprezzamento per il ruolo giocato dai russi”. (Agenzia Fides 12/2/2016)
NIGERIA: Boko Haram attacca due villaggi, 30 morti
È di almeno trenta morti il bilancio di due distinti raid perpetrati dai miliziani di Boko Haram nel Nord-Est della Nigeria. Tra venerdì sera e sabato mattina, il gruppo islamista ha attaccato i villaggi di Yakhari e Kachifa, saccheggiando case e negozi e massacrando i residenti. Solo pochi giorni prima due bambine kamikaze avevano ucciso oltre 60 persone in un campo profughi. Boko Haram, che ha promesso fedeltà al sedicente Stato Islamico e mira ad imporre un califfato in Africa, ricorre sempre più spesso ad attacchi suicidi e attentati, che finora hanno provocato circa un milione e mezzo di sfollati, civili in fuga dalle aree del Nord-Est della Nigeria. Centinaia di migliaia di persone sono poi fuggite in Ciad, Niger e Camerun. Paesi in cui i jihadisti nigeriani stanno estendendo il proprio campo d’azione. (Radio Vaticana 14 02 2016)
RICORRENZA: Un anno dall’eccidio
Lunedì 15 febbraio cade il primo anniversario del martirio dei 21 egiziani copti, rapiti e poi trucidati in Libia dai miliziani del sedicente Stato Islamico (Is). Sono diverse le iniziative di preghiera e commemorazione in programma in Egitto, in vista della ricorrenza.