2015 10 06 Serve una protezione umana per i cristiani in Medio Oriente SIRIA - ribelli moderati? PAKISTAN - Ragazze cristiane stuprate e cristiani in carcere per blasfemia FILIPPINE - Sacerdote accoltellato a morte USA -”Sei cristiano? Allora tra un atti
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Tanto quanto il chiaro giudizio dell’Arcivescovo Hindo (Siria): la guerra è un conflitto etero-diretto da circoli di potere, sostenuta da una propaganda che qui in occidente falsa la realtà.
Poi il drammatico e settimanale racconto di fatti (quelli che si riescono a sapere) che colpiscono i cristiani in varie parti del mondo, compreso il racconto sull’ultima strage in USA: “L’assassino faceva allineare le persone e chiedeva loro se erano cristiani. Se dicevano ‘sì’, gli sparava alla testa. Se dicevano ‘no’ o non rispondevano, gli sparava nelle gambe”.
TERRA SANTA - Il Principe Hassan di Giordania: serve una “protezione umana” per i cristiani del Medio Oriente
Il cristianesimo è iniziato in Medio Oriente, non è un “prodotto d’importazione occidentale”, e ha dato un contributo importante anche allo sviluppo della cultura araba e della civiltà arabo-islamica. Anche per questo la presenza dei cristiani in Medio Oriente deve essere salvaguardata attraverso strumenti e misure che garantiscano una “protezione umana” nei loro confronti. E stato questo il messaggio, chiaro e concreto, che il Principe Hassan di Giordania ha espresso nell’intervento da lui svolto ad Acri, in occasione della presentazione di un libro sulla vicenda storica dei cristiani arabi in Medio Oriente, scritto dall’Archimandrita George Agapios Abu Saada, sacerdote della Arcieparchia di Akka dei greco-melchiti.
Nel volume, presentato il 30 settembre presso l’Orthodox Club della città israeliana, vengono affrontate anche le emergenze che toccano da vicino i cristiani nell’attuale scenario mediorientale, stravolto da conflitti e derive settarie. ed i pericoli che devono affrontare oggi. Nel corso dell’evento, organizzato in collaborazione con il Royal Institute of Interfaith Studies (organismo di dialogo presieduto dallo stesso Principe Hassan), è intervenuto anche Abu Saada, parroco greco-melchita della Cattedrale di San Elia ad Haifa, il quale ha stigmatizzato il mondo musulmano per il suo generale silenzio davanti alle violenze e alle discriminazioni che colpiscono i cristiani in Medio Oriente. “Fino ad ora” ha sottolineato padre Abu Saada, secondo quanto riportato dal sito del Catholic Center for Studies and Media “nessuna autorità islamica ha emesso una sentenza religiosa [fatwa] che vieta l’uccisione di cristiani e dei non musulmani”. (Agenzia Fides 2/10/2015).
SIRIA - L’Arcivescovo Hindo: “inquietanti le parole di McCain sui ribelli anti-Assad armati dalla Cia”
“Il senatore statunitense John McCain ha protestato dicendo che i russi non stanno bombardando le postazioni dello Stato Islamico, ma piuttosto i ribelli anti-Assad addestrati dalla Cia. Io trovo inquietanti queste parole. Rappresentano un’ammissione spudorata del fatto che dietro alla guerra ad Assad c’è anche la Cia, e che si tratta di un conflitto etero-diretto da circoli di potere lontani dalla Siria e dai loro alleati nella regione mediorientale”. Così l’Arcivescovo siriano Jacques Behnan Hindo, alla guida dell’Arcieparchia siro-cattolica di Hassakè-Nisibi, commenta con l’Agenzia Fides alcuni recenti sviluppi del conflitto siriano, segnati dall’intervento diretto delle forze militari russe contro le postazioni delle milizie jihadiste.
“La propaganda occidentale” sottolinea l’Arcivescovo Hindo “continua a parlare di ribelli moderati, che non esistono: nella galassia dei gruppi armati, quelli dell’Esercito Siriano Libero li trovi solo se li cerchi con la lente d’ingrandimento. Tutte le altre sigle, a parte lo Stato Islamico (Daesh), sono confluite o sono state fagocitate di fatto dal Fronte al-Nusra, che è il braccio militare di al-Qaida in Siria”. A giudizio dell’Arcivescovo siro-cattolico, “c’è qualcosa di veramente inquietante in tutto questo: c’è una superpotenza che a 14 anni dall’11 settembre protesta perchè i russi colpiscono le milizie di al-Qaeda in Siria. Che vuol dire? Che adesso al-Qaida è un alleato degli Usa, solo perchè in Siria ha un altro nome? Ma disprezzano davvero così tanto la nostra intelligenza e la nostra memoria?”
Nel colloquio con Fides, l’Arcivescovo Hindo ripete che “a decidere se e quando Assad dovrà andare via, saremo noi siriani, e non il Daesh o l’Occidente. Ed è certo che se Assad va via adesso, la Siria diventerà come la Libia”. L’Arcivescovo siriano lancia anche un allarme: “Ci giungono notizie tremende dalla città di Deir el Zor, assediata dal Daesh da molto tempo. I viveri non possono arrivare in città, non hanno più cibo, e la popolazione sta letteralmente morendo di fame. Occorre fare subito qualcosa, prima che sia troppo tardi”. (Agenzia Fides 2/10/2015).
PAKISTAN - Ragazze cristiane stuprate e rapite da musulmani
Due ragazze cristiane, tra loro sorelle, sono state rapite e stuprate da un gruppo di uomini musulmani. Due dei malviventi sono stati arrestati, tre sono ancora a piede libero nella città di Jaranwala, in Punjab. Il caso è giunto in tribunale ed è difeso da avvocati cristiani, che hanno riferito tali episodi a Fides. Un altro caso riguarda una ragazza cristiana di 13 anni, anche lei sequestrata e stuprata. Il terzo caso segnalato a Fides riguarda due ragazze rapite e abusate da un gruppo di trafficanti di esseri umani che le hanno avviate alla prostituzione forzata, sempre in Punjab.
Il fenomeno di ragazze delle minoranze religiose (cristiane e indù) rapite, stuprate e, in alcuni casi, costrette al matrimonio islamico, è endemico in Pakistan e, secondo fonti di Fides, tocca circa mille ragazze ogni anno. Si inserisce nel quadro della condizione di subalternità della donna nella società pakistana, specie nelle aree rurali, ma le donne appartenenti alle minoranze religiose sono doppiamente vulnerabili, nota una fonte di Fides, dato che gli uomini musulmani si sentono garantiti dall’impunità nel commettere tali abusi e trovano spesso il sostegno della polizia e della magistratura. L’avvocato Sardar Mushtaq Gill, noto difensore dei diritti umani, che ha difeso in tribunale molti casi del genere, oggi vive in condizioni di estrema insicurezza, avendo ricevuto minacce e intimidazioni per fargli abbandonare la difesa delle vittime, e garantire l’impunità ai colpevoli. (Agenzia Fides 5/10/2015)
PAKISTAN - Cristiani in carcere per blasfemia temono un assassinio extragiudiziale
Quattro cristiani accusati e arrestati per presunta blasfemia rischiano di essere uccisi in un omicidio extragiudiziale. Come appreso da Fides, il Pastore protestante Aftab Gill, Unatan Gill e altri due cristiani, attualmente detenuti nel carcere centrale del Punjab, dovrebbero comparire in tribunale il 16 ottobre, ma la Corte ha rifiutato di fornire loro una scorta. I familiari temono che, nel trasferimento, possano essere uccisi dai radicali.
I quattro sono accusati di aver offeso l’islam, pubblicando, in occasione di un funerale, alcuni manifesti in cui si utilizzava la parola “rasool” (in urdu: apostolo) che è un attributo del Profeta Maometto. Un mese fa il tribunale ha negato la scarcerazione ai cristiani, concedendo invece la cauzione al tipografo musulmano che ha stampato i manifesti. Nell’istanza, afferma l’Ong CLAAS (Centre for Legal Aid, Assistance and Settlement), “il giudice è stato prevenuto in quanto il termine ‘rasool’ è presente nella Bibbia in urdu e i cristiani non avevano alcun intento blasfemo”.
Imtiaz Shakir, avvocato musulmano che difende i cristiani in tribunale, commenta a Fides: “Il processo è pura follia, si sta abusando della parola rasool, che in urdu significa messaggero. L’accusa è pretestuosa, l’intero sistema è polarizzato, le autorità locali stanno cercando l’occasione per un altro omicidio extragiudiziale”. “La mia religione – prosegue Shakir – non mi permette di avallare una simile ingiustizia: queste persone innocenti stanno soffrendo a causa di un fraintendimento dell’islam. Questo è un fallimento del sistema giudiziario e un abuso di potere. Non solo i cristiani ma tutti i cittadini pakistani che credono nello stato di diritto e nella giustizia dovrebbero alzare la voce per difendere questi innocenti”. (Agenzia Fides 1/10/2015)
FILIPPINE - Sacerdote accoltellato a morte nelle Filippine centrali
Il sacerdote cattolico Antonio Magalso, 44 anni, è stato accoltellato a morte ieri mattina, 29 settembre, nella città di Tanjay, sull’isola di Negros, nelle Filippine centrali. Lo conferma all’Agenzia Fides don Nathaniel B. Gomez, preside del Collegio Santa Caterina e prete del clero diocesano di Dumaguete, diocesi a cui don Magalso apparteneva. “Siamo profondamente scioccati per un omicidio a sangue freddo che è del tutto immotivato. Don Magalso era un semplice parroco, molto amato dalla sua gente, dedito alla vita pastorale. Non era un prete attivista impegnato in altre battaglie. L’omicidio non è stato motivato dal furto: la polizia sta indagando” riferisce a Fides p. Gomez. Il sacerdote stava andando a celebrare la Messa in un villaggio della sua parrocchia, quando è stato pugnalato a morte alle spalle. Condotto in ospedale, vi è arrivato già cadavere. Grazie ad alcuni testimoni, l’omicida è stato catturato dalla polizia ed è sotto interrogatorio.
Come appreso da Fides, nella diocesi di Dumaguete il Vescovo Julito Cortes ha indetto “un’ora santa di adorazione in tutte le parrocchie per pregare per don Magalso e per il suo uccisore”. (Agenzia Fides 30/9/2015).
INDIA - Cimitero cattolico vandalizzato e violenze sui fedeli
Un cimitero cattolico è stato vandalizzato a Belgaum, nello stato indiano di Karnataka. I vandali hanno devastato le tombe e le croci, danneggiando anche alcuni locali degli edifici del cimitero. Come riferito a Fides, l’episodio, avvenuto nei giorni scorsi, è stato denunciato da alcuni fedeli cattolici che dovevano tumulare un defunto.
Tra gli altri recenti episodi di violenza, riferiti all’Agenzia Fides, un gruppo di radicali indù ha attaccato un gruppo di cristiani con pistole e bastoni nel corso di un incontro di preghiera in un villaggio nello stato di Jharkhand, intimando ai fedeli di adorare alcuni dei indù. Nel pestaggio sei persone sono finite in ospedale.
Inoltre i cristiani nello stato di Chhattisgarh sono stati aggrediti dopo che la disposizione del capo del villaggio locale Karmeri ha vietato tutte le attività religiose non indù. L’ordine, del tutto anticostituzionale, è stato adottato anche in altri villaggi. (Agenzia Fides 30/9/2015)
USA – “Sei cristiano? Allora tra un attimo vedrai Dio”. Nuova strage in un campus Usa
L’ennesima strage in un campus universitario americano assume contorni confessionali. Nell’Oregan, all’Umpqua Community College di Roseburg, un 26enne di nome Chris Harper Mercer ha sparato sugli studenti e ucciso nove di loro e ne ha feriti altri 7. Dalle ricostruzioni, sembra che il giovane, che non era uno studente dell’istituto, prima di sparare abbia fatto alzare in piedi gli studenti e abbia chiesto loro di quale religione fossero.
Si tratta della sparatoria con più vittime avvenuta quest’anno dalla tragedia di Charleston in South Carolina, dove il 21enne Dylan Roof aprì il fuoco in una chiesa metodista durante la messa, uccidendo nove persone. Strage che lascia gli Stati Uniti sgomenti. In un messaggio alla nazione, il presidente Barack Obama ha detto che “i pensieri e le preghiere non bastano più”, e ribadisce: “Siamo il solo Paese avanzato nel mondo che registra queste stragi ogni pochi mesi”. Le attuali leggi sulla vendita di armi, pertanto, “non sono sufficientemente sicure”.
Una giovane studentessa, sopravvissuta alla strage, ricostruisce la dinamica dei fatti. La ragazza ha detto che l’assassino è entrato in aula, già sparando, e ha chiesto a professori e studenti di sdraiarsi a terra. Mentre ricaricava l’arma, ha quindi intimato ai cristiani di alzarsi. “Sei cristiano? Tra un attimo vedrai Dio”, diceva il giovane, a chi ammetteva la sua fede. Il racconto della giovane è stato confermato in un tweet anche da una donna, la cui nonna era in una stanza di lettura accanto a quella della tragedia e che è stata testimone delle fasi concitate della sparatoria: “L’assassino faceva allineare le persone e chiedeva loro se erano cristiani. Se dicevano ‘sì’, gli sparava alla testa. Se dicevano ‘no’ o non rispondevano, gli sparava nelle gambe”.
2 Ottobre 2015 (ZENIT.org)