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2015 06 30 INDIA - Violenza anticristiana in Kerala TERRA SANTA – “Nuova” sigla jihadista minaccia i cristiani di Gerusalemme PAKISTAN - Negato il visto a suore missionarie MILANO - Il cardinale Scola lancia una colletta per Erbil

Fonte:
CulturaCattolica.it


INDIA Violenza anticristiana in Kerala
I cristiani in India continuano a subire aggressioni da gruppi estremisti indù. Come comunicato a Fides dall’Evangelical Fellowship of India (EFI), un nuovo episodio di violenza anticristiana è avvenuto domenica 14 giugno in Kerala: un gruppo di fedeli è stato aggredito durante una celebrazione in una chiesa protestante nella località di Attingal. Come riferito a Fides, oltre 200 militanti di organizzazioni radicali indù sono penetrati nella sala di culto gridando slogan. Gli aggressori hanno iniziato a malmenare il Pastore e i fedeli che sono fuggiti terrorizzati. Diversi sono stati percossi e hanno riportato ferite. I miltanti hanno devastato la chiesa rompendo l’altare e gli arredi liturgici. La polizia, giunta dopo mezz’ora, ha solo potuto constatare i danni.
Nei giorni successivi, il ministro degli Interni dello Kerala ha visitato la comunità colpita, condannando la violenza e promettendo di consegnare gli aggressori alla giustizia. I cristiani di Attingal hanno organizzato una pacifica marcia di protesta nella città, invocando armonia e libertà religiosa. D’altro canto, in una contro-manifestazione pubblica, radicali indù recitavano slogan anticristiani e scandivano minacce.
In Kerala, uno degli stati del sud dell'India, i cristiani rappresentano oltre il 40% della popolazione totale dello stato. (Agenzia Fides 27/6/2015)

TERRA SANTA - “Nuova” sigla jihadista minaccia i cristiani di Gerusalemme
Alcuni volantini contenenti minacce ai cristiani di Gerusalemme e firmati da un'organizzazione finora sconosciuta che si definisce “Stato Islamico in Palestina” - con la palese intenzione di evidenziare la propria affiliazione o contiguità allo Stato Islamico – sono stati rinvenuti nella serata di giovedì 25 giugno in alcuni quartieri arabi della parte orientale della Città Santa. Secondo quanto riportato dai media israeliani, nei volantini – su cui compare anche i logo dello Stato Islamico - i cristiani di Gerusalemme vengono minacciati di morte se non lasceranno la città prima del 18 luglio, giorno in cui cade quest'anno la festa dell'Eid al Fitr, a chiusura del mese santo del Ramadan. Nel messaggio – che contiene minacce anche contro il Presidente dell'Autorità palestinese Mahmud Abbas – i cristiani vengono definiti “agenti d'Israele”.
Il messaggio intimidatorio contenuto nei volantini ha provocato immediate reazioni di Michel Sabbah, Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini, e dell'Arcivescovo Theodosios di Sebastia, del Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme. “Non si sa chi ha distribuito i volantini” dichiara all'Agenzia Fides p. Raed Abusahliah, Direttore generale di Caritas Jerusalem “e francamente non sentiamo su di noi la pressione di questi gruppi di invasati. Ma certo l'episodio ha sparso preoccupazione tra una parte dei cristiani. Alcuni di loro si chiedono: come è possibile che questi pazzi siano arrivati fin qui?” Padre Raed fa notare che “le reazioni dei musulmani sono arrivate prima di quelle dei cristiani: tanti leader musulmani hanno condannato le minacce dei volantini e hanno detto che saranno i primi a difendere i loro fratelli cristiani, se succede qualcosa. Mentre molti fedeli cristiani hanno detto che non lasceranno mai la terra di Cristo, dove sono nati, davanti a nessuna minacc ia”.
(Agenzia Fides 27/6/2015).

PAKISTAN - Negato il visto a suore missionarie: la Chiesa di Islamabad presenta appello
“Non sappiamo il motivo per cui il rinnovo del visto ci è stato negato. Il nostro lavoro è sempre lo stesso, quello dell’istruzione, per il bene dei giovani del Pakistan, di tutte le religioni. E’ per noi un fulmine a ciel sereno. Ma non possiamo restare in un paese se siamo considerate illegali”. Così la filippina suor Delia Coyoca Rubio, preside della “Convent School” di Islamabad, confida con una certa amarezza all’Agenzia Fides la situazione che sta vivendo.
Suor Delia, insieme a suor Miraflor Aclan Bahan e a suor Elizabeth Umali Sequenza, consorelle filippine della congregazione delle “Religiose della Vergine Maria”, fondata dalla filippina Madre Ignacia del Espiritu Santo, hanno ricevuto una “risposta negativa” dal Ministero degli Interni, dopo aver presentato la consueta richiesta di rinnovo del visto per vivere e operare in Pakistan.
La motivazione del diniego sarebbe quella di un “cambio del lavoro”, rispetto a quello per cui il visto era stato concesso. Suor Delia racconta: “Il nostro istituto di istruzione è aperto dal 1992. Io sono qui dal 2006 e il nostro lavoro è sempre stato il medesimo: organizzare la scuola e insegnare. Abbiamo 2.300 giovani in un campus, e 1.000 nel secondo istituto: ragazzi e giovani di tutte le religioni e classi sociali. Il nostro è un servizio all’istruzione, per il bene comune del Pakistan”.
Le suore hanno presentato domanda di rinnovo del visto biennale in aprile. A giugno attendevano la risposta. Il Ministero degli Interni ha fatto indagini e inviato ispettori. Qualche giorno fa è giunta una lettera che informava dell’esito negativo della richiesta.
La Chiesa di Islamabad è vicina alle religiose. Il Vescovo Rufin Anthony ha inviato una lettera al Ministero degli Interni chiedendo spiegazioni e contestando la disposizione. La questione verrà esaminata dall’Alta Corte di Islamabad. Se le suore dovranno lasciare il Pakistan, la Convent School di Islamabad, polo di eccellenza tra gli istituti scolastici della città, dovrà riorganizzarsi del tutto, anche se la classe docente è quasi del tutto pakistana. (Agenzia Fides 26/6/2015)

Il cardinale Scola lancia una “colletta” per Erbil
In occasione dell’incontro con i giovani degli oratori estivi, l’arcivescovo di Milano propone la raccolta di 20mila euro per il campo profughi iracheno da lui visitato la scorsa settimana

Il 24 giugno, nel pomeriggio, l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ha incontrato all’Acquatica Park di Milano 3500 ragazzi di una cinquantina di oratori estivi della diocesi di Milano che per oggi avevano in programma la gita settimanale in questo parco acquatico.
Il cardinale Scola ha incontrato diversi gruppi di ragazzi e poi ha pregato con loro nella grande tenda al centro del parco.

“Vedo scritto sulle vostre magliette il titolo dell’oratorio estivo di quest’anno, Tutti a tavola – ha detto il porporato -. Questo slogan richiama il tema di Expo: guardandovi si capisce benissimo che non di solo pane vive l’uomo. Ha bisogno anche di quanto ogni giorno capita in tutti i nostri oratori: l’amicizia tra di noi e di Gesù con noi”.

Poi ha fatto loro una confidenza e lanciato un appello: “Nei giorni scorsi sono stato ad Erbil, nel Kurdistan iracheno, in un grande campo profughi, dove sono rifugiati centomila cristiani costretti da ISIS a scappare dalle proprie case più di un anno fa. Ho visto molti ragazzi della vostra età: qualcuno ha perso i genitori, qualcuno è ferito o mutilato. E mente voi ora giocate felici nell’acqua, ad Erbil l’acqua non ce l’hanno nemmeno per bere. E fa molto caldo: ci sono 50 gradi. Mi hanno chiesto aiuto per avere due generatori di energia elettrica e rendere un poco più vivibili i container che ora sono le loro case. So che sarete generosi e con qualche rinuncia e sacrificio donerete i vostri risparmi per aiutare questi amici profughi”.

Gli oratori della Diocesi si attiveranno – tramite la FOM Fondazione Oratori Milanesi - per raccogliere i 20.000 euro necessari per i due generatori necessari per portare energia elettrica in uno dei campi profughi di Erbil.

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