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2015 01 14 Intanto Boko Haram: 2000 morti - bimbe kamikaze - recluta giovani in Niger. “tutto questo è andato oltre le capacità di sopportazione umane” testimonianza dell’arcivescovo di Jos

Fonte:
CulturaCattolica.it

L’obiettivo di Boko Haram ormai è quello di realizzare una sorta di Stato simile al Califfato che è presente tra Iraq e Siria, creandolo nell’Africa Centrale e occupando zone della Nigeria orientale, del Camerun e del Niger.

NIGERIA - Nuove violenze di Boko Haram: forse 2000 morti, incendiate diverse chiese
Anche diverse chiese sono state date alle fiamme nell’ultima serie di attacchi di Boko Haram nella città di Baga e nei villaggi dei dintorni, nello stato nigeriano di Borno, che secondo alcune fonti di stampa avrebbero provocato fino a 2000 vittime.

Baga è la località sul lago Ciad, nel nord della Nigeria, dove nei giorni scorsi Boko Haram ha conquistato la base della Task Force militare multinazionale incaricata di garantire la sicurezza dell’area. Negli attacchi commessi negli ultimi due giorni, secondo i media ufficiali nigeriani sono morte un centinaio di persone. “Occorre però notare che in genere i media nazionali tendono a ridimensionare il numero delle vittime per non infiammare ulteriormente gli animi” precisa p. Patrick. La cifra avanzata da alcuni media di 2.000 morti quindi non è al momento confermata.
“Si tenga presente che proprio questa settimana si è aperta la campagna elettorale per le presidenziali di febbraio. La situazione è quindi particolarmente delicata” dice il sacerdote.
La popolazione dell’area è in fuga di fronte all’avanzata di Boko Haram. “Quando quelli di Boko Haram arrivano in una città importante non fanno distinzioni tra cristiani e musulmani, e la popolazione fugge, senza distinzione di religione. Solo nei villaggi più piccoli, Boko Haram separa i musulmani dai cristiani” ricorda p. Patrick. “Ormai siamo in una dimensione regionale della guerra. Accanto ai combattenti originari della Nigeria, Boko Haram è stata rafforzata da elementi jihadisti provenienti dalla Libia e dal Mali, da dove sono stati cacciati dall’intervento francese. Il loro obiettivo è la creazione di un Califfato nel nord della Nigeria” conclude il sacerdote.
(Agenzia Fides 9/1/2015)

Strage in Nigeria, Kaigama: è terribile, pregate per noi
Sulla situazione in Nigeria, dopo la strage compiuta dagli estremisti islamici di Boko Harama a Baga, si sofferma l’arcivescovo di Jos e presidente della Conferenza episcopale locale, mons. Ignatius Kaigama, raggiunto telefonicamente da Davide Maggiore:

Notizia terribile

R. – It’s terrible news, but we are not really sure of the facts. You’ll get some people saying …
E’ una notizia terribile, ma non siamo certi dei fatti. Ci sono persone che affermano che i numeri sono esagerati o che non corrispondono a quello che è stato detto, ma questo non ci aiuta. Infatti, noi abbiamo bisogno di informazioni chiare e precise sugli incidenti o sulle violenze in qualsiasi parte della Nigeria. Se è vero quello che è stato detto, ci troviamo di fronte ad una tragedia monumentale per il fatto che questo gruppo terrorista sia in grado di creare tale terrore e una distruzione così terribile. Questo è il momento in cui il governo dovrebbe intervenire per cercare di fermare una simile aggressione nei riguardi di nigeriani innocenti e di mobilitare ogni dispositivo di sicurezza.

Sono sempre i civili a soffrire
D. – Quali sono i sentimenti della popolazione civile, per quanto lei possa verificare?

R. – Civilians suffer more, because they have no protection and I can imagine now …
I civili soffrono di più, perché non hanno alcuna protezione. Immagino che nei villaggi che sono stati attaccati, la popolazione sia completamente destabilizzata. Ora non sappiamo con certezza dove si trovi questa gente: si sono salvati? Sono nelle montagne, sono nella foresta? Sono scappati nei Paesi vicini? Pur senza sapere cosa esattamente sia accaduto, non c’è dubbio che siano ancora i civili a soffrire. Parlavo con il vescovo di Yola, mons. Stephen Dami Mamza. Lui mi ha detto di avere accolto, negli ambienti della cattedrale, molti sfollati interni.

Estremisti in espansione
D. – Alcuni dicono che i terroristi, i miliziani di Boko Haram, stanno cercando di instaurare una sorta di “califfato”. Ma sono così forti da potersi opporre al governo fino a questo punto?

R. – So far, they have actually captured a number of local governments, and villages and towns have …
A tutt’oggi, hanno preso il controllo di diversi governatorati locali e di diversi villaggi e città, e dichiarano di avere stabilito un califfato islamico: questo è quello che dicono. E si stanno allargando anche verso Paesi confinanti come il Camerun, il Niger e il Ciad e via dicendo. Quindi, stanno raccogliendo “successi”, a loro modo di vedere. I governi della Nigeria, nonostante anche la collaborazione con altri Paesi limitrofi come il Ciad e il Niger e il Camerun, non sono stati capaci di fermare tutto questo: purtroppo, sembra addirittura esserci un’espansione.

Continuate a pregare per noi
D. – Lei vuole lanciare un appello, da parte della Chiesa nigeriana, a chi la ascolta tramite la Radio Vaticana?

R. – Continue your prayer for us, because this has gone beyond what you can manage on a human …
Continuate a pregare per noi, perché tutto questo è andato oltre le capacità di sopportazione umane.
(Radio Vaticana 10 01 2014)

Orrore in Nigeria: Boko Haram continua a usare bimbe kamikaze
L’orrore in Nigeria non conosce limiti. Il nordest del Paese è ormai preda della follia degli estremisti islamici di Boko Haram, che colpiscono con i loro attentati prevalentemente obiettivi civili. Usate in 48 ore tre bambine kamikaze, mentre rimane drammatica la situazione a Baga dove 2000 persone sarebbero state massacrate. Alle Nazioni Unite, che hanno condannato queste violenze, si chiede anche un intervento urgente per le decine di migliaia di profughi in fuga dalla guerra, ai quali manca tutto per sopravvivere.
(RadioVaticana 12 01 2014)

I miliziani nigeriani Boko Haram sconfinano in Camerun
In Nigeria non si arresta la furia degli estremisti islamici di Boko Haram. Dopo i sanguinosi attentati nel nord- est del Paese, il gruppo fondamentalista ieri ha tentato un raid contro una caserma militare in Camerun. I jihadisti sono stati respinti dopo ore di conflitto a fuoco. Quasi 150 i miliziani che hanno perso la vita. Il servizio di Giulio Albanese:

Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, si è detto scioccato per le notizie sulle centinaia di civili uccisi la scorsa settimana in Nigeria, vicino al confine con il Ciad. Intanto l’offensiva di Boko Haram prosegue: l’esercito del Camerun ha respinto un attacco scagliato dai miliziani jihadisti ad una caserma a Kolofata. Nel presidio militare – obiettivo dell’assalto – sono attualmente presenti i militari del Bir, il Battaglione di intervento rapido, che è stato dispiegato per controllare la frontiera tra Nigeria e Camerun. Al momento non è chiaro quale sia stato il reale bilancio delle vittime.

Sulla nuova strategia di Boko Haram, Giancarlo La Vella ha intervistato Enrico Casale, africanista:

R. – L’obiettivo di Boko Haram ormai è quello di realizzare una sorta di Stato simile al Califfato che è presente tra Iraq e Siria, creandolo nell’Africa Centrale e occupando zone della Nigeria orientale, del Camerun e del Niger.

D. – Abbracciare, oltre alla guerriglia, forme di azione militare simili alla scontro aperto vuol dire che il gruppo si sta organizzando in maniera militarmente più efficace? Ma per fare questo, forse, c’è l’aiuto di qualcuno?

R. – Certamente Boko Haram non trova le risorse solamente in Nigeria: gode di finanziamenti da parte dei movimenti salafiti, quindi i più estremisti della Penisola Arabica, ma certamente ha anche delle complicità interne.

D. – C’è il rischio che si creino dei contatti con gruppi come lo Stato Islamico o altri movimenti che operano in altre zone sia dell’Africa che del Medio Oriente?

R. – Ci sono già contatti con altri gruppi jihadisti africani: penso alle relazioni che Boko Haram intesse con gli al-Shabaab somali, ma anche con i miliziani jihadisti che operano nel nord del Mali. Non si sa ancora se ci sono relazioni dirette con lo Stato Islamico. La questione è che certamente c’è un effetto emulazione: Boko Haram, guardando ai successi militari dello Stato Islamico, sta cercando di emulare questi successi nell’Africa Centrale.

D. – In tutta questa situazione rimane in piedi, drammaticamente irrisolta, la questione umanitaria: si parla di centinaia di migliaia di persone in fuga… C’è un qualche modo per intervenire a favore di questi profughi?

R. – Va sottolineato che le vittime non sono solamente i cristiani, che inizialmente erano l’obiettivo principale di Boko Haram, ma anche gran parte della popolazione musulmana. Certamente c’è la possibilità di intervenire, ma le organizzazioni umanitarie da sole non possono probabilmente reggere l’impatto e la violenza di Boko Haram. Se ci fosse un'organizzazione – penso, per esempio, all’Onu – che riuscisse, attraverso una forza militare, a contenere l’avanzata di Boko Haram e quindi creare sicurezza, certamente le organizzazioni umanitarie potrebbero intervenire meglio; anche il sostegno della Comunità internazionale alle forze armate nigeriane potrebbe essere utile. Il problema è se c’è veramente la volontà da parte del governo nigeriano di contenere questo fenomeno. Ma questo lo vedremo solamente nei prossimi mesi…
(Radio Vaticana 13 01 2014)

NIGERIA - Boko Haram ormai è un problema regionale
Sono oltre 3.000 i rifugiati nigeriani in fuga dalla setta islamista Boko Haram accolti in Ciad. Lo ha reso noto il Primo Ministro ciadiano Kalzeubé Pahimi Deubet, secondo il quale anche 500 cittadini ciadiani sono rientrati nel Paese a causa delle violenze degli estremisti nigeriani.
Secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, la crisi nel nord-est della Nigeria si sta sempre più estendendo agli Stati vicini, anche per le minacce rivolte in un video attribuito al leader di Boko Haram, Aboubakar Shekau, al Presidente del Camerun, Paul Biya. Nel video un uomo che sembra il capo della setta islamista, ha minacciato di far crescere la violenza in Camerun se il Paese non abolisce la Costituzione e abbraccia l’islam. Negli ultimi mesi, i militari del Camerun hanno respinto diverse offensive lanciate al confine tra Nigeria e Camerun. La conquista della base della cosiddetta task force multinazionale (formata da militari di Nigeria, Ciad, Niger e Camerun) a Baga sulla riva nigeriana del Lago Ciad, offre ora a Boko Haram una posizione strategica dalla quale lanciare eventuali attacchi non solo contro Maiduguri (la capitale dello Stato nigeriano di Borno) ma anche contro Niger, Ciad e Camerun. (Agenzia Fides 8/1/2015)

Arcivescovo di Niamey: Boko Haram recluta giovani in Niger
Sempre più giovani nigerini si arruolano nel movimento nigeriano Boko Haram. L’allarme è stato lanciato, nel suo messaggio di inizio anno, da mons. Michel Cartatéguy, arcivescovo di Niamey, capitale del Niger. Nel documento, inviato all’agenzia Fides, mons. Cartatéguy riporta le dichiarazioni dei deputati delle regione di Diffa, nell’estremo est del Niger al confine con la Nigeria: “I deputati si sono dichiarati preoccupati per il numero crescente di giovani nigerini, ragazzi e ragazze, che ingrossano di continuo le file della setta Boko Haram”.

Possibili obiettivi di Boko Haram in Niger
“Secondo il deputato Nassirou - sottolinea mons. Cartatéguy - i nostri giovani di Diffa sono reclutati ogni giorno che Dio manda in terra, e questi giovani conoscono Diffa meglio che i membri di Boko Haram e possono indicare loro dove bisogna colpire” facendo così prefigurare un’estensione delle attività di Boko Haram al Niger. Un fatto che non si può escludere, visto che Boko Haram ha conquistato la base multinazionale di Baga, sulla riva nigeriana del Lago Ciad. La base, che in teoria ospitava militari di Nigeria, Ciad, Niger e Camerun, potrebbe ora essere usata dalla setta islamista per colpire non solo nel nord-est della Nigeria, ma anche nei Paesi confinanti, provocando un’estensione del conflitto su scala regionale.

Arruolamento per motivi economici e non religiosi
Secondo quanto afferma mons. Cartatéguy, l’opinione diffusa in Niger è che la maggior parte dei giovani nigerini si arruolano tra le fila di Boko Haram per motivi economici e non religiosi, ci sono quindi spazi per intervenire e fermare il reclutamento.

Colera aggrava condizione 150mila rifugiati della Nigeria
L’arcivescovo di Niamey stima inoltre che nella regione di Diffa siano ormai 150.000 i rifugiati provenienti dalla Nigeria (i cui arrivi sono giornalieri) e gli sfollati interni, causati dalle violenze di Boko Haram. La situazione è aggravata dalla recente epidemia di colera che ha colpito i rifugiati. “Malgrado la povertà della regione, la popolazione locale continua ad accogliere i rifugiati con fraternità e ospitalità” sottolinea mons. Cartatéguy, che conclude rammaricandosi che “la stampa internazionale parli molto poco della situazione di Diffa”.
(RadioVaticana 07 01 2015)

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