2014 05 07 Papa Francesco ho pianto quando ho visto la notizia di cristiani crocifissi Testimonianza su Agi di suor Raghida: 11 cristiani crocifissi perchè si sono rifiutati di abiurarare la loro fede. Hanno giocato a calcio con le loro teste. CENTRAFRICA
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VATICANO - Papa Francesco: ho pianto quando ho visto la notizia di cristiani crocifissi
“Io ho pianto quando ho visto sui media la notizia di cristiani crocifissi in un certo Paese non cristiano'”. Così Papa Francesco, durante l'omelia quotidiana celebrata venerdì 2 maggio nella cappella della Domus Sanctae Marthae, ha fatto riferimento al supplizio della croce subito nei giorni scorsi a Raqqa da alcuni prigionieri dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL), la fazione jihadista che controlla la città siriana. Le notizie sulle crocifissioni perpetrate dei gruppi jihadisti sono state confermate anche dall'Osservatorio siriano per i diritti dell'Uomo, organizzazione vicina all'opposizione siriana, con base a Londra. Il riferimento ai cristiani messi in croce ha dato ancora modo al Vescovo di Roma di esprimere lo sguardo proprio della fede cristiana sui fatti di persecuzione e di descrivere il miracolo della letizia testimoniata dai martiri cristiani. I martiri di oggi, come gli Apostoli – ha sottolineato Papa Francesco - sono “lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù”. La loro è “la gioia di tanti fratelli e sorelle nostre che nella storia hanno sentito questa gioia, questa letizia di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù. E oggi ce ne sono tanti! Pensate che in alcuni Paesi, soltanto per portare il Vangelo, vai in carcere. Tu non puoi portare una croce: ti faranno pagare la multa. Ma il cuore è lieto”. (Agenzia Fides 2/5/2014).
Testimonianza su Agi di suor Raghida su AGI: 11 cristiani crocifissi perchè si sono rifiutati di abiurarare la loro fede. Hanno giocato a calcio con le loro teste. Donne cristiane incinte uccise ed i Feti impiccati agli alberi con i cordoni ombelicali.
Testo: AGI 2 maggio
Cristiani siriani crocefissi per aver rifiutato di abiurare la loro religione e di abbracciare l’ islam; si tratta di una delle atrocità commesse dai ribelli jihadisti nelle città e nei villaggi da loro occupati nel conflitto siriano secondo suor Raghìda,
«A Maalula ha denunciato la religiosa hanno crocefisso due ragazzi perche' non hanno voluto recitare la “shahada” . Allora i jihadisti hanno detto: 'voi volete morire come il vostro maestro nel quale voi credete? A voi la scelta: o recitate l’ abiura, oppure sarete crocefissi" .
"Uno è stato crocefisso davanti al suo papà» che poi è stato ucciso a sua volta”, ha dichiarato ancora la suora. È successo, per esempio ad Abra, nella zona industriale , alla periferia di Damasco: appena entrati in città ha ricostruito suor Raghida - hanno cominciato a uccidere gli uomini, le donne e i bambini. E dopo il massacro, prendevano le teste e ci giocavano a calcio. Per quanto riguarda le donne incinte, prendevano i loro feti e li impiccavano agli alberi con i cordoni ombelicali”.
La chiesa continua a costruire anche dove sono in atto persecuzioni e genocidi:
AFRICA/CENTRAFRICA - “Il Carmelo di Bangui è uno dei 5 campi profughi più grandi della capitale”: la testimonianza di un missionario
“Siamo uno dei 5 campi profughi più grandi di Bangui. Secondo l’ultimo censimento effettuato da una Ong il numero dei nostri profughi è sceso e si è ormai stabilizzato a 7.500” riferisce all’Agenzia Fides p. Federico Trinchero, missionario carmelitano scalzo che opera nel convento Notre Dame du Mont Carmel di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, ancora in preda al caos e all’insicurezza.
“Ci sono state settimane nelle quali siamo stati molti di più. Da circa due settimane siamo riusciti a liberare tutti i cortili interni del convento, occupati dai profughi dal 5 dicembre” aggiunge il missionario. P. Federico racconta come si è evoluta la vita nel loro campo per sfollati. “Ora tutti i nostri ospiti hanno trovato rifugio sotto tendoni di plastica, dove possono abitare più famiglie insieme. Per l’esattezza, sono stati montati 79 tendoni: 21 da 80 mq e 58 da 160mq. Vi sono poi da aggiungere un centinaio di altre tende per una sola famiglia. Oltre alle tende sono state installate 116 latrine e 110 docce. Il nostro campo profughi è diviso in 12 quartieri. Ogni quartiere ha un responsabile, coadiuvato da due consiglieri. Un comitato, composto da un presidente, un segretario generale e un sorvegliante, presiede e organizza ogni attività e movimento nel campo. Un’equipe di vigilanza per la notte e un’altra per il giorno (con tanto di fascia rossa al braccio e un rosario blu al collo) si occupano della sicurezza 24 ore su 24; altre due equipe sono incaricate della pulizia dei servizi igienici, delle docce, della pulizia del campo e della raccolta dell’immondizia. Immaginate di avere una media di 10.000 persone che stanno facendo una sorta di pic-nic, lungo 5 mesi, nel vostro giardino: qualche tonnellata di immondizia è inevitabile e l’erba è ormai un ricordo. Inoltre, sono stati creati tantissimi drenaggi per evitare l’allagamento delle tende durante le piogge più torrenziali. Un’altra equipe ancora, formata di giovani alquanto muscolosi, si occupa dello scarico dei viveri. Ogni due settimane, infatti, la Croce Rossa Internazionale deposita, in uno dei chiostri del convento, qualcosa come 16 tonnellate di riso, 6 tonnellate di fagioli, 2800 litri di olio e 12 grandi sacchi di sale. Infine, un consiglio di 10 saggi – uomini e donne – svolge un influente ruolo di controllo su tutte le attività.
“Il nostro campo profughi - conclude p. Federico - è quasi una macchina perfetta che abbiamo imparato a guidare, giorno dopo giorno, anche se nessuno di noi aveva la patente per una vettura di questo tipo. Ogni tanto c’è qualche rallentamento e manca la benzina; ma poi si riparte… chissà fino a dove e chissà fino a quando”. (Agenzia Fides 6/5/2014)