2014 01 08 Gli operatori pastorali uccisi nell’anno 2013
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
Come ha sottolineato il Santo Padre Francesco, “in duemila anni sono una schiera immensa gli uomini e le donne che hanno sacrificato la vita per rimanere fedeli a Gesù Cristo e al suo Vangelo” (Angelus del 23 giugno 2013).
Agli elenchi provvisori stilati annualmente dall’Agenzia Fides, infatti deve sempre essere aggiunta la lunga lista dei tanti, di cui forse non si avrà mai notizia o di cui non si conoscerà il nome, che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano con la vita la loro fede: “pensiamo a tanti fratelli e sorelle cristiani, che soffrono persecuzioni a causa della loro fede. Ce ne sono tanti. Forse molti di più dei primi secoli. Gesù è con loro. Anche noi siamo uniti a loro con la nostra preghiera e il nostro affetto. Abbiamo anche ammirazione per il loro coraggio e la loro testimonianza. Sono i nostri fratelli e sorelle, che in tante parti del mondo soffrono a causa dell’essere fedeli a Gesù Cristo” (Papa Francesco, Angelus del 17 novembre 2013).
Dalle informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, nell’anno 2013 sono stati uccisi nel mondo 22 operatori pastorali (per la maggior parte sacerdoti), quasi il doppio rispetto al precedente anno 2012 in cui erano stati 13. Per il quinto anno consecutivo, il numero più elevato di operatori pastorali uccisi si registra in America Latina, con al primo posto la Colombia.
Nel 2013 sono morti in modo violento 19 sacerdoti, 1 religiosa, 2 laici. Secondo la ripartizione continentale, in America sono stati uccisi 15 sacerdoti (7 in Colombia; 4 in Messico; 1 in Brasile; 1 in Venezuela; 1 a Panama; 1 ad Haiti); in Africa sono stati uccisi 1 sacerdote in Tanzania, 1 religiosa in Madagascar, 1 laica in Nigeria; in Asia sono stati uccisi 1 sacerdote in India ed 1 in Siria; 1 laico nelle Filippine; in Europa è stato ucciso 1 sacerdote in Italia.
Come avviene ormai da tempo, l’elenco di Fides non riguarda solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma tutti gli operatori pastorali morti in modo violento. Non viene usato di proposito il termine “martiri”, se non nel suo significato etimologico di “testimoni”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro, e anche per la scarsità di notizie che si riescono a raccogliere sulla loro vita e sulle circostanze della morte.
Nell’anno 2013 è stato aperto il processo di beatificazione delle sei missionarie italiane delle Suore delle Poverelle di Bergamo, morte in Congo nel 1995 per aver contratto il virus ebola pur di non lasciare la popolazione priva di assistenza sanitaria, definite “martiri della carità”.
E’ stata invece conclusa la fase diocesana del processo di beatificazione di Luisa Mistrali Guidotti, membro dell’Associazione Femminile Medico Missionaria, uccisa nel 1979 nell’allora Rhodesia mentre accompagnava in ospedale una partoriente a rischio.
Si è poi aperta la strada della beatificazione per padre Mario Vergara, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), e del catechista laico Isidoro Ngei Ko Lat, uccisi in odio alla fede in Myanmar nel 1950.
Il 25 aprile è stata celebrata la beatificazione di don Pino Puglisi: “la sua mitezza e la sua incessante azione missionaria, evangelicamente ispirata, si scontrò con una logica di vita opposta alla fede, quella dei mafiosi, i quali ostacolarono la sua azione pastorale con intimidazioni, minacce e percosse, fino a giungere alla sua eliminazione fisica, in odio alla fede” hanno scritto i Vescovi della Sicilia.
Desta ancora preoccupazione la sorte di numerosi altri operatori pastorali sequestrati o scomparsi, di cui non si hanno più notizie, come i tre sacerdoti congolesi Agostiniani dell’Assunzione, sequestati nel nord Kivu, nella Repubblica democratica del Congo nell’ottobre 2012, e di un sacerdote colombiano scomparso da mesi.
Mentre il tremendo conflitto che sta insanguinando da tre anni la Siria non risparmia i cristiani: da tempo non si hanno più notizie del gesuita italiano p. Paolo Dall’Oglio, dei due Vescovi metropoliti di Aleppo – il greco ortodosso Boulos al-Yazigi e il siro ortodosso Mar Gregorios Yohanna Ibrahim, delle suore ortodosse del monastero di Santa Tecla.
Proprio in queste ultime ore è stato liberato p. Georges Vandenbeusch, il sacerdote “Fidei Donum” francese che era stato rapito il 13 novembre nella sua parrocchia di Nguetchewe, in Camerun.
Scorrendo le poche notizie che si riescono a raccogliere sugli operatori pastorali che hanno perso la vita nel 2013, ancora una volta si osserva che la maggior parte di loro è stata uccisa in seguito a tentativi di rapina o di furto, aggrediti in qualche caso con efferatezza e ferocia, segno del clima di degrado morale, di povertà economica e culturale, che genera violenza e disprezzo della vita umana. Tutti vivevano in questi contesti umani e sociali, portando avanti la missione di annuncio del messaggio evangelico senza compiere gesti eclatanti, ma testimoniando la loro fede nell’umiltà della vita quotidiana.
Ecco l’elenco di Fides:
Attualmente c’è una persecuzione in atto. In tutti gli sconvolgimenti succeduti nel Medio Oriente e in altri Paesi come in Pakistan ed anche in India la religione cristiana è vista come qualcosa di importato, di occidentale. Non dobbiamo dimenticare – come ha ripetuto anche Papa Francesco – che ancora oggi i cristiani sono gruppi perseguitati. I cristiani vengono scacciati dai loro villaggi, qualche volta vengono torturati, anche imprigionati e qualche volta condannati a morte.
I 22 operatori pastorali, uccisi nel 2013, erano tutti accomunati da una missione: l’annuncio del Vangelo. Don José Francisco Vélez Echeverri, 55 anni, sacerdote diocesano, è stato trovato morto il 16 gennaio, con ferite di arma da taglio, nel cortile della sua casa nel quartiere El Albergue, a sud di Buga, in Colombia. Sempre in Colombia don Luis Alfredo Suárez Salazar è stato ucciso la mattina del 2 febbraio ad Ocaña, nel nord di Santander. Don José Ancizar Mejia Palomino, 84 anni, della diocesi di Buga, è stato trovato morto il 2 febbraio nella sua residenza, a Caldas, comune di Riosucio. Il corpo senza vita di don Néstor Darío Buendía Martínez, 35 anni, è stato ritrovato in una zona isolata del comune di Los Cordobas, circa 500 km a nord di Bogotà. Don José Antonio Bayona Valle, 48 anni, sacerdote diocesano dell'arcidiocesi di Barranquilla è stato ucciso la sera del 6 maggio con 18 coltellate. Sul suo corpo sono stati trovati segni di tortura.
Padre Elvis Marcelino De Lima, 47 anni, nativo di Fortaleza (Brasile), della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth, è stato ucciso il 13 luglio 2013 da due ragazzi che lo hanno aggredito a scopo di rapina. Don Luis Bernardo Echeverri, e don Héctor Fabio Cabrera, rispettivamente parroco e viceparroco della parrocchia di San Sebastián del municipio di Roldanillo, nel dipartimento della Valle del Cauca, arcidiocesi di Cali (Colombia), sono stati uccisi nella loro abitazione nella notte tra il 27 ed il 28 settembre. Don José Ramón Mendoza, 44 anni, è stato assassinato da malviventi la sera di domenica 17 febbraio nello stato di Lara, in Venezuela. Don Anibal Gomez è stato trovato morto a Panama il 30 ottobre, all'ingresso dell’abitazione del vescovo emerito della diocesi di Colón-Kuna Yala. Don José Flores Preciado, messicano, è morto all'Ospedale Universitario nella città di Colima (Messico), dopo essere stato picchiato da ignoti nella chiesa di Cristo Re, dove confessava e celebrava la Messa tutti giorni. Sempre in Messico, don Ignacio Cortez Alvarez, parroco della chiesa “María Auxiliadora”, è stato ucciso nella sua abitazione nella città di Ensenada, nella regione di Baja California. Don Hipólito Villalobos Lima e don Nicolás De la Cruz Martínez sono stati trovati assassinati il 29 novembre nella casa parrocchiale di San Cristobal del comune di Ixhuatlán de Madero, nello stato di Veracruz (Messico).
Don Evarist Mushi, 55 anni, è stato ucciso alle 7 del mattino di domenica 17 febbraio nella Cattedrale di San Giuseppe di Zanzibar, in Tanzania. Suor Marie Emmanuel Helesbeux, 82 anni, francese, è stata uccisa il primo marzo a Mandritsara, nel nord-est del Madagascar. Afra Martinelli, missionaria laica, è stata trovata nella sua stanza nel centro regina Mundi, in Nigeria, gravemente ferita alla nuca con un machete, molto probabilmente per un tentativo di furto.
Il laico Dexter Condez, 26 anni, impegnato nella difesa dei diritti degli indigeni del gruppo Ati, è stato ucciso con otto colpi di pistola sull’isola di Boracaya, nelle Filippine, il 22 febbraio. Don Kochupuryil J. Thomas, rettore del Seminario Maggiore San Pietro a Bangalore è stato assassinato da ignoti nella notte fra il 31 marzo e il primo aprile all'interno dei locali del Seminario. Il sacerdote siriano François Murad, 49 anni, è stato ucciso a Gassanieh, nel nord della Siria, nel convento della Custodia di Terra Santa dove aveva trovato rifugio, domenica 23 giugno. Padre Richard E. Joyal, 62 anni, canadese, membro della Società di Maria, è stato ucciso il 24 aprile nella capitale di Haiti, Port au Prince. Don Michele Di Stefano, 79 anni, della diocesi di Trapani è stato ucciso a colpi di bastone nel proprio letto, in canonica, dove viveva da solo, nella notte tra il 25 e 26 febbraio.