Condividi:

2013 09 25 Cristiani massacrati in chiesa vergognoso atto di vigliaccheria in PAKISTAN. Chiesa nel mirino in CENTRAFRICA e SIRIA

Fonte:
CulturaCattolica.it

Il Papa prega per il Pakistan. Due kamikaze uccidono oltre 80 persone in una chiesa di Peshawar
Da Radio Vaticana 23 settembre 2013

Vibrante appello per la pace del Papa, prima di congedarsi dalla Sardegna, quindi l’invito alla preghiera per le vittime dell’attentato in Pakistan, che domenica ha colpito la Chiesa di tutti i Santi di Peshawar. Le sue parole:

“Oggi in Pakistan, per una scelta sbagliata, di odio, di guerra, è stato fatto un attentato e sono morte 70 persone. Questa strada non va, non serve. Soltanto la strada della pace, che costruisce un mondo migliore. Ma se non lo fate voi, se non lo fate voi, non lo farà un altro, eh? Questo è il problema, e questa è la domanda che io vi lascio: ‘Sono disposto, sono disposta a prendere una strada per costruire un mondo migliore?’. Soltanto quello. E preghiamo il Padre nostro per tutte queste persone che sono morte in questo attentato in Pakistan ...”.

E ha concluso:

“Che la Madonna ci aiuti sempre a lavorare per un mondo migliore, a prendere la strada della costruzione, la strada della pace e mai la strada della distruzione e la strada della guerra”.

Il bilancio del doppio attentato kamikaze, davanti alla chiesa anglicana di Tutti i Santi a Peshawar, si è poi aggiornato a 85 persone uccise, tra loro anche sette bambini, 145 i feriti. L’attacco è scattato alla fine della Messa domenicale. Il governo provinciale ha stabilito tre giorni di lutto. Oggi migliaia di cristiani, musulmani e persone della società civile, in varie città del Pakistan, sono scesi in strada per solidarietà e per chiedere maggiore attenzione e sicurezza da parte del governo.

L’Agenzia FIDES riporta le parole dei Vescovi del Pakistan:

“A nome della Conferenza Episcopale del Pakistan (PCBC) e dei cristiani del Pakistan condanniamo questo atto nei termini più forti” ha dichiarato l’Arcivescovo di Karachi, Sua Ecc. Mons. Joseph Coutts, Presidente della Conferenza Episcopale pakistana, in un comunicato inviato all’Agenzia Fides, in seguito all’attentato suicida alla All Saints Church di Peshawar, mentre i fedeli erano radunati per la liturgia domenicale, che ha provocato oltre 80 morti e più di 150 feriti.
“L’aggressione a uomini, donne e bambini innocenti, mentre stavano pregando in chiesa, è un vergognoso atto di vigliaccheria” ha aggiunto l’Arcivescovo, esprimendo il suo profondo dolore per la perdita di così tante vite innocenti e i molti feriti. Esprimendo le sue condoglianze alle famiglie dei cristiani colpiti, Mons. Coutts ha anche annunciato che tutti gli istituti educativi cristiani del Pakistan resteranno chiusi per tre giorni, dal 23 al 25 settembre, in segno di lutto e di protesta. Preghiere particolari per le vittime dell’attentato saranno elevate nelle chiese di tutto il paese. L’Arcivescovo invita anche tutti i cristiani a rimanere pacifici e a evitare qualsiasi atto di violenza.

Va aggiunto che è stato attaccato il più antico simbolo della convivenza tra fedi, come ricorda Avvenire di martedì 24 settembre:

ATTACCATO IL PIÙ ANTICO SIMBOLO DELLA CONVIVENZA TRA FEDI
L'area di Kohati, dove si è verificato l'atto terroristico ha una lunga tradizione di convivenza tra musulmani e cristiani di cui le tre chiese (Ognissanti, San Michele e San Giovanni) si sono fatte interpreti e testimoni. Addirittura, quella di San Michele condivide un muro perimetrale con una grande moschea. La chiesa di Ognissanti, teatro della carneficina di ieri e che tra poco ricorderà i 130 anni dall'apertura, è nata per seguire le esigenze di fede di una consistente comunità cristiana, tradizionalmente famiglie di spazzini e manovali alle dipendenze della guarnigione britannica di questa città di frontiera. Edificio famoso, quello che è stato teatro ieri del più sanguinoso attentato anti-cristiano della città. Nato come espressione di una volontà di dialogo in tempi in cui i rapporti con la maggioranza musulmana erano meno inquinati dai fondamentalismi e, insieme, erano moderati dalle armi delle truppe coloniali… (S.V.)

Per questo Paul Bhatti, presidente dell'Alleanza pakistana delle minoranze e Consigliere del ministro per l'Armonia, ha parlato di "forze straniere" dietro la strage.
Ecco le sue parole sempre a Radio Vaticana:

“Veramente, questo è l’attacco ai cristiani più doloroso e più brutale della storia del Pakistan. Io sono andato a Peshawar, ho visto i feriti e le vittime dell’attacco: una situazione, lo dico sinceramente, non spiegabile. (…) Queste bande terroristiche comunque non sono pakistane, non sono persone che appartengono alla religione, perché nessuna religione insegna l’odio e istiga all’omicidio. Perciò, in qualche modo questa banda è una banda esterna; esterna nel senso che non fa parte della religione, non fa parte del Paese, nemmeno parte dell’umanità. Loro vogliono distruggere il Pakistan, la pace nel Pakistan, l’integrità del Pakistan, e i pakistani devono capire questo!
(…) Penso che questi siano gruppi estremisti che vogliono imporre la loro filosofia radicale nel Paese e di conseguenza vogliono imporsi loro stessi.”

CENTRAFRICA - Trovate due granate nella cattedrale di Bossangoa
Due granate inesplose sono state scoperte nella cattedrale di Bossangoa, la città centrafricana a 300 km a nord-ovest da Bangui, al centro di combattimenti tra i membri della coalizione Seleka e una serie di gruppi armati, tra i quali vi sarebbero uomini rimasti fedeli all’ex Presidente François Bozizé, che è originario della zona.
Gli scontri hanno provocato un centinaio di morti e costretto alla fuga migliaia di civili. Secondo il Vicario Generale della diocesi, don Frédéric Tonfio, gli sfollati giunti in città sono circa 35.000.
Il Cancelliere diocesano di Bossangoa, ha detto all’Agenzia Fides che queste persone sono state accolte in diversi edifici “tra i quali il seminario e la scuola cattolica”.
(Agenzia Fides 21/9/2013)

SIRIA - Colpi di mortaio sull’Arcivescovado melkita di Aleppo; il Vescovo Jeanbart: “Sì alla tregua”
In una Aleppo "assediata", il conflitto tocca anche le chiese. Come riferisce all’Agenzia Fides Jean-Clément Jeanbart, Arcivescovo melkita di Aleppo, nella notte di ieri “due colpi di mortaio hanno danneggiato la sede del nostro arcivescovado greco-cattolico: non vi sono vittime solo perché i colpi sono esplosi di notte”. Il Presule afferma: “La città è strangolata e la situazione peggiora di giorno in giorno. Come cittadini ci sentiamo intrappolati, e non sappiamo quale sarà il nostro destino. Le merci scarseggino o hanno prezzi altissimi, la gente ha problemi per la sussistenza quotidiana”. Per questo, prosegue l’Arcivescovo, “i fedeli continuano a fuggire, l’esodo prosegue e se vedono gli effetti anche sulle coste delle nazioni europee”. “Da due anni offriamo ai fedeli consolazione sostegno morale, ma più passa il tempo, più diventa difficile persuaderli a restare”, racconta. “Eppure noi cristiani in Siria abbiamo una missione: quella del dialogo, della pace, della riconciliazione, di tenere accesa una luce di fede, di speranza e carità. E vogliamo tener fede a questa missione”.
(Agenzia Fides 20/09/2013)

Vai a "Cristiani perseguitati. Memoria e preghiera"