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2013 07 31 EUROPA - Il Parlamento Europeo rifiuta uno stand di “UNO DI NOI”. CILE -Irruzione nella cattedrale. MESSICO - Sacerdote ucciso. SIRIA - Appello Santa Sede e sacerdote rapito

Fonte:
CulturaCattolica.it
La grande raccolta di firme fatta in tanti paesi dell’Unione Europea (anche in Italia, spesso anche nelle Parrocchie) voleva mettere uno stand informativo all’entrata del Parlamento Europeo. Prima un si poi un no. “Il tema è troppo controverso” questa la motivazione. E allora di cosa devono discutere i parlamentari: di ciò di cui sono tutti d’accordo?

Il Parlamento europeo rifiuta uno stand per "One Of US"
L'evento cancellato era organizzato da Gioventù per la Vita Austria
BRUXELLES, 13 Luglio 2013
I responsabili politici del Parlamento europeo hanno recentemente cancellato un evento organizzato dal gruppo giovanile austriaco Youth for Life (Gioventù per la Vita – ndt). L’evento in programma puntava a promuovere il diritto alla vita e l’iniziativa cittadina europea Uno di noi.
Carina Broucek, addetta stampa di Youth for Life ha parlato di come lei ed il suo gruppo si siano sentiti discriminati dal Parlamento europeo: “Questa decisione presa dalla dirigenza politica del Parlamento europeo è incomprensibile. Il nostro evento, uno stand informativo all’interno degli edifici del Parlamento a Bruxelles, era pianificato secondo le regole in vigore”. Gli stand informativi allestiti da gruppi o cittadini sono molto comuni nel Parlamento europeo, dando agli eurodeputati l’opportunità di avvicinarsi ai cittadini e ai loro interessi.
“Per esempio, soltanto la settimana scorsa simili stand sono stati autorizzati per incoraggiare i membri dell’europarlamento a firmare delle dichiarazioni scritte riguardanti le vittime della colonizzazione, gli abusi sessuali online sui minori ed il maltrattamento dei levrieri. Tutti questi casi sono indubbiamente degni di attenzione. Ma sembrerebbe come se il Parlamento europeo ritenga che gli esseri umani non ancora nati meritino meno attenzione dei levrieri”.
Youth for Life era stata invitata dall’eurodeputato austriaco Ewald Stadler. Insieme avevano progettato di fare una presentazione sullo sviluppo degli esseri umani non nati e sull’iniziativa cittadina Uno di noi.
L’iniziativa Uno di noi è basata su una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (C-34/10, Greenpeace v. Brüstle). In questa sentenza i giudici dell’UE hanno dichiarato che la vita umana inizia con il concepimento. “Il Parlamento ha sostenuto che il nostro stand informativo fosse troppo controverso. Io mi chiedo se ci sia un qualunque argomento politico che non sia controverso. Per cosa esistono i parlamenti, se non per discutere di questioni controverse?”, si è domandata Carina Broucek.
L’eurodeputato responsabile per l’autorizzazione delle esposizioni e degli stand informativi, il Questore Jim Higgins, irlandese, del partito Fine Gael, membro del gruppo politico del Partito Popolare Europeo, ha giustificato la sua decisione di rifiutare l’autorizzazione per lo stand informativo tramite una nota di poche parole.
“Noi abbiamo fatto appello alla decisione del Questore Higgins ed abbiamo scritto a lui e a tutto il Collegio dei questori proponendo di lasciar fuori ogni materiale che avrebbe potuto essere considerato controverso se solo l’On. Higgins avesse specificato quali testi o immagini egli trovasse offensivi.
Tuttavia abbiamo insistito sul nostro diritto di promuovere l’iniziativa Uno di noi dato che si tratta di un’iniziativa cittadina europea, che è un diritto garantito ai cittadini dell’UE nel Trattato di Lisbona.
L’iniziativa ha già ricevuto la previa approvazione della Commissione europea come idonea a raccogliere le firme” ha spiegato Carina Broucek. Questa è la prima volta che il Parlamento ha vietato la promozione di un’iniziativa cittadina europea. “Io sono estremamente scossa da questa discriminazione. Tutti gli altri attivisti hanno libero accesso al Parlamento. E noi?” ha reclamato Carina Broucek.
I giovani di Youth for Life intendono presentare un reclamo formale al Mediatore europeo poiché dal loro punto di vista questo rifiuto è un caso di cattiva amministrazione. Il processo decisionale non è affatto trasparente ed i questori interpretano arbitrariamente le regole in vigore. Peraltro, la procedura di ricorso si è rivelata del tutto inadeguata: il Questore responsabile, l’On. Higgins, è stato autorizzato a presentare il caso all’intero Collegio dei questori in una riunione segreta alla quale i ricorrenti non sono stati invitati. Ad essi non è stata neanche data la possibilità di conoscere quale sia stato il materiale sottoposto all’esame dei questori.
Carina Broucek dichiara che: “questi tribunali fantocci sono indegni di un’istituzione democratica come il Parlamento europeo”.
Anche il Presidente del parlamento, Martin Schulz, è stato invitato a commentare sul caso. Secondo le regole di procedura del Parlamento europeo, il Presidente deve dare una risposta entro 30 giorni ad un’interrogazione scritta depositata da qualunque eurodeputato. Ewald Stadler che aveva invitato ed incoraggiato Youth for Life a venire a Bruxelles ha avviato tale procedura. Conclude Carina Broucek:
“Siamo curiosi di vedere come il Presidente Schulz tratterà questo argomento. In quanto autorità politica del Parlamento di rango più elevato, spero che difenderà l’interesse dei cittadini europei”.

Per maggiori informazioni: carina.broucek@gmail.com
Per esprimere il proprio disaccordo con la decisione dei questori: jim.higgins@europarl.europa.eu
Per esprimere il proprio sostegno a Youth for Life scrivendo al Presidente Schulz:
president@europarl.europa.eu

CILE - Irruzione nella cattedrale, intervento del presidente del Cile
Il presidente del Cile, Sebastián Piñera, ha condannato l'attacco alla Cattedrale di Santiago che ha avuto luogo Giovedì sera durante la celebrazione della festa della città, la commemorazione di San Giacomo. "Desidero esprimere la nostra condanna assoluta ed il rifiuto di questi atti, perché significa non rispettare i diritti degli altri", ha detto Piñera.
Giovedì sera, circa 5.000 persone hanno marciato attraverso il centro di Santiago per chiedere "l'aborto libero". Un gruppo di manifestanti è entrato nella Cattedrale Metropolitana, ha interrotto la Messa, provocando il caos, distruggendo una parte della chiesa, imbrattando qualche altare laterale e tentando di incendiare le panche della chiesa.
"Ho parlato con l'arcivescovo di Santiago per esprimere la nostra piena solidarietà e ratificare l'impegno di questo governo a favore della libertà religiosa, della libertà di culto e della tutela della vita del nascituro", ha aggiunto presidente cileno.
Il sindaco di Santiago, Carolina Toha, ha riferito ai giornalisti che lei "non è credente", ma ha ritenuto che "le persone che erano nella cattedrale a quel momento sono state aggredite in forma gratuita e questo non è accettabile". La Toha era tra coloro che partecipavano alla Messa che celebrava l'arcivescovo metropolita di Santiago, Mons. Ricardo Ezzati, in occasione della festa di San Giacomo, patrono della città.
(Agenzia Fides, 27/07/2013)

MESSICO - Ucciso un sacerdote nella regione di Baja California
Padre Ignacio Cortez Alvarez, parroco della chiesa “María Auxiliadora”, è stato ucciso nella sua abitazione nella città di Ensenada, nella regione di Baja California. Il corpo senza vita del sacerdote è stato trovato il 22 luglio, nella sua casa a fianco alla parrocchia nel quartiere El Sauzal de Rodriguez. Secondo quanto riferito dalla polizia locale, il corpo presenta numerose feriti al torace provocate con un arma bianca. I motivi dell’omicidio restano, per ora, ignoti e la polizia ha avviato le indagini.
Padre Cortez Alvarez era nato a Janamuato, Michoacán, il 16 ottobre 1956. Ordinato sacerdote il 19 marzo 1988 nella Cattedrale dell’archidiocesi di Tijuana.
Secondo l’elenco curato annualmente dall’Agenzia Fides, nel 2012, per la quarta volta consecutiva, l’America ha registrato il numero più alto di operatori pastorali uccisi rispetto agli altri continenti. Nel 2012 sono stati assassinati 2 sacerdoti in Messico (a Atizapan e Mochicahui). La sera del 5 febbraio 2013, un sacerdote messicano p. José Flores Preciado, è morto dopo essere stato picchiato a sangue.
(Agenzia Fides, 23/07/2013)

Appello della Santa Sede per la Siria: solo la pace ci rende tutti vincitori
Un accorato appello alla comunità internazionale per fermare le violenze in Siria: la Santa Sede torna sul tema attraverso mons. Chullikatt, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio di Sicurezza dell’Onu che nel suo intervento a New York esordisce citando il messaggio della prima Pasqua di Papa Francesco per la pace in Medio Oriente, e l’auspicio che i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi possano riprendere. Ma ora l’emergenza è la Siria, un popolo lacerato da una guerra senza fine: “Quanta sofferenza dovrà esserci ancora, prima che una soluzione politica venga trovata?”, si chiede il presule, che intende riportate l’attenzione del mondo sulle cifre impressionanti del conflitto: cinquemila morti al mese, quasi due milioni di rifugiati – il 10% della popolazione – nei Paesi confinanti e quattro milioni di sfollati interni; quasi sette milioni di persone, la maggior parte bambini, che hanno bisogno di tutto. Un’attenzione particolare, poi, per la comunità cristiana locale, che vive nell’insicurezza a causa dell’aumento di rapimenti e omicidi che non risparmiano neppure sacerdoti e vescovi, ma ci sono anche 60 chiese distrutte e il patrimonio artistico e culturale è messo fortemente a rischio. “Non ci può essere progresso sociale senza giustizia – ammonisce mons. Chullikatt – e senza il riconoscimento del ruolo delle minoranze etniche e religiose all’interno della società”. La richiesta è quindi di un’apertura al dialogo da entrambe le parti, perché “non ci può essere alcuna soluzione militare al conflitto siriano”. La guerra, in generale, non è un mezzo per risolvere i conflitti, che invece si possono appianare solo con la diplomazia, perché “la pace in Siria ci rende tutti vincitori, mentre il conflitto duraturo garantisce solo perdenti”.
(Radio Vaticana 24 07 2013)

Un gesuita italiano, padre Paolo Dall'Oglio è stato rapito da un gruppo di islamisti in Siria.
Il gesuita è stato rapito nella città di Raqqa, controllata dai ribelli, da combattenti dello Stato Islamico in Iraq, affiliazione irachena di Al Qaida. Dall'Oglio, gesuita, che ha lavorato per anni in Siria adoperandosi per il dialogo interconfessionale, ha preso posizione in favore dell'insurrezione contro Bashar Al Assad ed era stato espulso dalla Siria lo scorso anno.
Lunedì, 29 Luglio 2013

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