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2013 07 10 EGITTO Ucciso sacerdote Copto. 500 casi di rapimenti di ragazze copto-cristiane

Fonte:
CulturaCattolica.it

Dall’Egitto qualche notizia che riguarda i cristiani.
Il giorno successivo alla deposizione del Presidente, l’Agenzia Fides registrava rappresaglie contro i cristiani:

EGITTO - Dopo la deposizione di Morsi, rappresaglie contro i cristiani
Tra gli episodi di violenza che si susseguono in Egitto dopo la deposizione del presidente Morsi figura anche l'assalto alla parrocchia copto-cattolica di san Giorgio, nel villaggio di Delgia, a 60 chilometri da Minya. Dalla sera di mercoledì 3 luglio gruppi di fanatici islamisti hanno prima saccheggiato e poi dato alle fiamme la casa del parroco e i locali dei gruppi parrocchiali. “Ringraziando Dio non ci sono state vittime e feriti” racconta all'Agenzia Fides il Vescovo copto cattolico di Minya Botros Fahim Awad Hanna “ma l'allarme continua. Gli integralisti hanno chiuso le strade d'ingresso al villaggio. Urlano slogan contro i cristiani, dicono che vogliono distruggere tutto e in queste ore stanno provando di nuovo a assaltare la chiesa. La polizia locale è impotente, io ho chiamato al Cairo per chiedere l'intervento dell'esercito”.
L'assalto alla parrocchia di san Giorgio è finora l'episodio più grave di violenza contro i cristiani registrato nelle ore drammatiche vissute dal Paese. Ma minacce e intimidazioni contro comunità cristiane si registrano anche in altre località egiziane. (Agenzia Fides 4/7/2013).

Il giorno successivo l’omicidio di un Sacerdote.

EGITTO - Negli scontri in Egitto: ucciso nel Sinai un sacerdote copto
Il prete è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco sparati da uomini in moto mentre si trovava in macchina davanti alla sua chiesa a el Massaid, nella provincia egiziana del Sinai. Mansour continua i suoi contatti per incaricare un primo ministro, prima tappa della road map definita fra militari e opposizioni per portare ad elezioni presidenziali anticipate. I sostenitori del presidente deposto Morsi si sono scontrati con i manifestanti legati al movimento Tamarrod, che significa Ribellione, che rappresenta la parte popolare che si è opposta al processo di islamizzazione portato avanti dal precedente governo.
(Radio Vaticana 6/7/2013)

Il processo di Islamizzazione aveva dato segnali drammatici. Esempio della situazione che ha portato alla deposizione del presidente e alla tensione contro i cristiani copti del partito del presidente deposto, è questo articolo del 17 giugno, cioè precedente alla deposizione di Morsi, di cui riportiamo alcune parti che testimoniano il clima quotidiano prima della caduta del presidente.


Egitto, il rapimento delle ragazze copte
L'associazione che si occupa della scomparsa delle giovani indica le cifre allarmanti di un fenomeno in aumento
di Marco Tosatti - © http://vaticaninsider.lastampa.it - 17 giugno 2013

Mentre il presidente egiziano Morsi affida a islamisti salafiti e della Giama’a al-Islamiya sette governatorati su diciassette, rafforzando così il potere dei fondamentaliti musulmani sul Paese, è ancora aperto il problema della sparizione di ragazze copte, probabili vittime di rapimenti e di matrimoni forzati da parte dei fondamentalisti islamici.
Un’associazione, chiamata Association of Victims of Abduction and Forced Disappearance (AVAFD) non cessa di cercare di dare voce alle vittime di una pratica che con la caduta del regime di Mubarak ha assunto caratteristiche sempre più gravi.
Ibraam Lewis, fondatore dell’associazione, dichiara: “L’associazione ha sporto 45 denunce
(…)
Le cifre offerte da Lewis sono impressionanti: l’Associazione avrebbe registrato circa 500 casi di rapimenti di ragazze copto-cristiane nel periodo che è seguito alla “rivoluzione”. In almeno un caso, testimoniato da un giornalista francese, una delle ragazze, rimasta per sessanta giorni in mano dei suoi rapitori, ha subito l’asportazione della croce tatuata sulla sua mano.
Anche se il fenomeno dei rapimenti di giovani donne e della loro forzata islamizzazione sia abbastanza comune in Egitto, specialmente con l’ascesa al potere degli islamici, il caso di una ragazzina di 14 anni, Sarah, ha provocato una reazione nell’opinione pubblica. Sarah Ishaq Abdelmalek stava andando a scuola il 30 settembre a el-Dabaa scorso con sua cugina Miriam quando si sono fermate in una libreria. Miriam ha lasciato Sarah nel negozio; e da allora nessuno l’ha più vista. Suo padre ha denunciato la scomparsa alla polizia; e subito dopo ha ricevuto una telefonata, in cui gli si annunciava che non avrebbe più visto sua figlia.
(…)
Le organizzazioni per i diritti umani e altre organizzazioni hanno organizzato azioni a favore di Sarah, chiedendo che sia riunita alla sua famiglia senza indugio.

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