2013 06 12 Discriminazioni in Europa: FRANCIA e ITALIA (a rischio l’obiezione di coscienza). Da quattro anni in prigione: ASIA BIBI (non smettiamo di pregare)
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
Alcune notizie ci possono aiutare a capire.
Innanzitutto un acuto intervento:
Mons Toso: aumentano gli atti di intolleranza anticristiana nell’area Ocse
La discriminazione nei confronti dei cristiani “deve essere considerata una grave minaccia all’intera società” e va combattuta come si fa “con l’antisemitismo e l’islamofobia”. Lo ha affermato nei giorni scorsi a Tirana, in Albania, il vescovo Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Occasione dell’intervento, la Conferenza di alto livello sulla tolleranza e la non discriminazione promossa dall’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.
La storia, verrebbe da dire, ha insegnato poco o niente. Con l’Editto di Milano, 1700 anni fa, l’imperatore Costantino “liberava” dalle persecuzioni sistematiche i seguaci di Cristo. Diciassette secoli dopo, nello stesso teatro europeo, “gli episodi di intolleranza e di discriminazione nei confronti dei cristiani non solo non sono diminuiti, ma sono addirittura aumentati”. A fronte di una notevole crescita globale di sensibilità nel campo dei diritti umani, molte sono le ombre che mons. Toso rileva quando si tocca la situazione delle comunità cristiane oggi nel mondo. A cominciare dall’emarginazione più strisciante tra “credenza religiosa e pratica religiosa”, quella per cui – osserva con schiettezza mons. Toso – “spesso ai cristiani viene ricordato, nel pubblico dibattito (e sempre più di frequente anche nei tribunali), che possono credere tutto ciò che vogliono nelle loro case e nelle loro teste, e che possono rendere culto come desiderano nelle loro chiese private, ma che semplicemente non possono agire in base a queste credenze in pubblico”. Si tratta, prosegue, “di una distorsione deliberata e di una limitazione del vero significato della libertà di religione”, che ha ricadute in almeno due ambiti.
Il primo è “l’intolleranza nei confronti del discorso cristiano”. A riprova, mons. Toso ha ricordato l’aumento di minacce e arresti contro cristiani rei di essersi espressi su questioni riguardanti la loro fede, braccati perfino sui social network. Il secondo ambito è quello della “coscienza cristiana”, specialmente sul posto di lavoro. “In tutta Europa – ha riferito mons. Toso – si sono verificati numerosi casi di cristiani allontanati dal luogo di lavoro solo perché hanno cercato di agire secondo la propria coscienza”. Il risultato è che alcuni cittadini dell’area Osce “sono costretti a scegliere tra due scenari improbabili: possono abbandonare la propria fede e agire contro la loro coscienza, oppure resistere e affrontare il fatto di perdere il loro sostentamento”.
Considerando anche gli atti di vandalismo o dileggio avvenuti nei luoghi di culto, ciò che la Santa Sede chiede agli Stati Osce è che la discriminazione nei confronti dei cristiani – anche laddove costituiscono una maggioranza – sia “considerata una grave minaccia all’intera società” e quindi “combattuta proprio come giustamente si fa con l’antisemitismo e l’islamofobia”. “Negare a un argomento morale, basato sulla religione, un posto nella pubblica piazza è un atto di intolleranza ed è antidemocratico”, incalza mons. Toso. “O, per dirlo in altre parole, laddove potrebbe esservi uno scontro di diritti, la libertà di religione non deve mai essere considerata come inferiore”.
Radio Vaticana 28 maggio 2013
A documentazione di questo tre notizie:
Francia: rito di riparazione dopo la profanazione della cattedrale di Nantes
Rito di riparazione nella cattedrale di Nantes e ieri mattina si sono potute regolarmente celebrare le messe domenicali. E’ quanto si apprende dal comunicato diffuso tramite l’agenzia Sir, dal vescovo di Nantes mons. Jean-Paul James che esprime indignazione e profonda tristezza a nome della comunità cattolica dopo gli atti vandalici che sono stati compiuti nella notte tra venerdì e sabato nella cattedrale di Saint-Pierre a Nantes in Francia. Dei vandali sono riusciti ad introdursi nella notte all’interno della cattedrale attraverso dei ponteggi ed hanno profanato l’altare e oggetti sacri presenti nell’edificio. Sabato pomeriggio il vescovo e il rettore della cattedrale padre Michel Leroy hanno celebrato un rito di riparazione e da ieri sono riprese regolarmente le celebrazioni domenicali. Radio Vaticana 10 Maggio 2013
Ancora in Francia:
questa settimana, dopo l’approvazione della legge sui matrimoni omosessuali, il semplice manifestare dissenso portando una maglietta in cui viene rappresentata, in modo stilizzato, una famiglia composta da un uomo, una donna e un bambino ha portato al fermo di 93 persone tra i quali numerosi giovani, alcuni minori, una donna incinta, una persona ipovedente e anche un prete, che la polizia ha arrestato nelle vicinanze di un liceo dove era in corso un discorso del Presidente francese.
Questo è solo l’ultimo episodio di un maggio che ha visto centinaia di arresti a Parigi.
Ancora in Francia:
Francia, sindaco rifiuta di celebrare matrimonio gay e chiede l’obiezione di coscienza.
Rischia il carcere
Jean-Michel Colo, da 31 anni sindaco di Arcangues, non vuole sposare due gay: «Ho una coscienza e un cuore». Il governo minaccia sanzioni: rischia il carcere e anche 45 mila euro di multa
giugno 10, 2013
In Italia in particolare:
“L’obiezione di coscienza è diventata un optional”
«L’obiezione di coscienza invocata per generazioni come diritto inalienabile, ora è improvvisamente diventato un’optional», ha affermato Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni Familiari.
«Dal rifiuto del servizio militare alla proposta del presidente Vendola di consentire ai medici di non dichiarare gli immigrati clandestini da loro curati, l’obiezione di coscienza è stata sempre una merce ben conosciuta e condivisa dalla sinistra culturale e politica.
«E ora invece, proprio da Sel arriva una mozione per cancellare l’obiezione del personale sanitario alle pratiche abortive, facendo il verso ad un ricorso presentato dalla Cgil a Bruxelles, di fatto, contro i diritti dei lavoratori.
In fondo questa mozione è anche una ulteriore forma dell’arroganza della politica e dell’ideologia, ai danni della libertà di espressione e di autogoverno deontologico delle professioni. L’obiezione di coscienza, in effetti, soprattutto nelle professioni mediche, è infatti scelta etica, connessa ai codici valoriali e deontologici della comunità professionale e alla responsabilità individuale. Guai a sottoporla alle ondivaghe posizioni delle ideologie della politica.
«Per questo l’obiezione di coscienza non solo è prevista dalla legge 194: è anche tutelata dalle sentenze della Corte Costituzionale, dai Tar, da trattati internazionali e dal diritto dell’Unione europea. Sarà difficile dimostrare che non si tratti di un diritto consolidato.
«Eppure l’arroganza di certi ambienti politici sembra proprio senza fine. Da un lato si vorrebbero allargare i diritti civili a quello, presunto, degli omosessuali ad accedere ad un simil-matrimonio (la lettura di quanto scritto in questi giorni dai Pdl Galan e Prestigiacomo e dalla Pd Pollastrini è istruttiva) e dall’altro si vorrebbe cancellare il diritto, vero, sancito, riconosciuto in Italia e in Europa, degli operatori sanitari a non partecipare ad interventi abortivi.
«Ma la cosa più incredibile di tutte è che nessuno provi neppure per un istante a chiedersi quali siano le ragioni che spingono oltre il 70% dei ginecologi a rifiutarsi di praticare aborti. Non saranno legate al fatto che “vedono” dal vero quello che avviene nell’asetticità delle camere operatorie? Non sarà che riconoscono i due soggetti coinvolti nell’aborto? E non sarà che di fronte alla propria coscienza ed al giuramento di Ippocrate scelgono di dire no all’eliminazione di un essere umano?», ha quindi concluso Belletti.
RICORDIAMO con particolare affetto:
Il 14 giugno 2009 (cioè quattro anni fa) è stata arrestata in Pakistan Asia Bibi.
Una preghiera e un ricordo particolare per lei, per la sua famiglia.