2013 04 17 “Tanti cristiani soffrono persecuzioni: tanti, tanti in tanti Paesi”. SIRIA GAZA INDIA VIETNAM
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Papa Francesco.”Tanti cristiani soffrono persecuzioni: tanti, tanti in tanti Paesi”
Dal Regina Coeli di Domenica 14 aprile 2013
“Quando una persona conosce veramente Gesù Cristo e crede in Lui, sperimenta la sua presenza nella vita e la forza della sua Risurrezione, e non può fare a meno di comunicare questa esperienza. E se questa persona incontra incomprensioni o avversità si comporta come Gesù nella sua Passione: risponde con l’amore e con la forza della verità”.
“L’amore fraterno è la testimonianza più vicina che noi possiamo dare del fatto che Gesù è con noi vivo, che Gesù è risorto. Preghiamo in modo particolare per i cristiani che soffrono persecuzione: ma in questo tempo, ci sono tanti cristiani che soffrono persecuzioni, tanti, tanti in tanti Paesi! Preghiamo per loro con amore, dal nostro cuore: sentano la presenza viva e confortante del Signore Risorto”.
Papa Francesco. Calunnia e martirio: “dove c’è calunnia c’è Satana, proprio lui”.
Lo ha affermato lunedì mattina (15/04) Papa Francesco all’omelia della Messa presieduta nella cappella della Casa “S. Marta”. Il Pontefice ha invitato a pregare per i tanti martiri che anche oggi sono falsamente accusati, perseguitati e uccisi in odio alla fede.
“Noi tutti siamo peccatori: tutti. Abbiamo peccati. Ma la calunnia è un’altra cosa. E’ un peccato, sicuro, ma è un’altra cosa. La calunnia vuole distruggere l’opera di Dio; la calunnia nasce da una cosa molto cattiva: nasce dall’odio. E chi fa l’odio è Satana. La calunnia distrugge l’opera di Dio nelle persone, nelle anime. La calunnia utilizza la menzogna per andare avanti. E non dubitiamo, eh?: dove c’è calunnia c’è Satana, proprio lui”.
“Ma il tempo dei martiri non è finito: anche oggi possiamo dire, in verità, che la Chiesa ha più martiri che nel tempo dei primi secoli. La Chiesa ha tanti uomini e donne che sono calunniati, che sono perseguitati, che sono ammazzati in odio a Gesù, in odio alla fede: questo è ammazzato perché insegna catechismo, questo viene ammazzato perché porta la croce… Oggi, in tanti Paesi, li calunniano, li perseguono… sono fratelli e sorelle nostri che oggi soffrono, in questo tempo dei martiri”.
NOTIZIE DI QUESTA SETTIMANA.
Siria: la verità taciuta.
Tutti abbiamo sentito della liberazione dei quattro giornalisti italiani.
Pochi sanno hanno ascoltato le parole dell’unica donna del gruppo, la freelance Susan Dabbous, che in un precedente reportage aveva accusato proprio i suoi rapitori per il reclutamento di bambini usati in Siria contro i governativi (arruolati in Libano e pronti a uccidere al prezzo di 11 euro al giorno). Al giornale britannico ‘Thelegraph’ ha raccontato la sua esperienza: “Minacciavano di tagliarmi le mani perché pensavano che avrei scritto un articolo su di loro”. Gli altri colleghi “erano tenuti insieme in una stanza, li accusavano di essere degli infedeli” e che li avrebbero giudicati e puniti secondo la legge islamica. “Tra i ribelli – ha aggiunto – erano presenti algerini e marocchini”.
Sin da subito si è saputo che autrice del sequestro è stata la milizia Jabhat al Nusra, un gruppo radicale islamico ben finanziato dalla rete globale jadista (inserita dagli USA tra i principali gruppi terroristici mondiali). Alcuni suoi militanti il 3 aprile avevano fermato la troupe della RAI in un villaggio cristiano al nord della Siria, in prossimità di una chiesa profanata: evidentemente non gradivano si vedesse ciò che stanno compiendo contro i cristiani. Il curriculum siriano di quest’organizzazione è spaventoso: dal febbraio 2013 ha rivendicato la paternità di 49 dei 60 attentati suicidi avvenuti finora (nel primo attentato a Damasco sono state uccise 44 persone e ne sono state ferite 166). I jadisti di al Nusra, affiliati alla rete di al-Qaeda, seminano il terrore con autobombe, assalti ad edifici governativi, uccisioni e rapimenti di inermi cittadini siriani, in particolar modo cristiani, considerati “colpevoli” di non schierarsi con loro contro il Governo di Bashar al-Assad. L’obiettivo è noto: rovesciare il governo e creare uno stato islamico sotto la legge della sharia.
SIRIA - Morire o partire? L’Arcivescovo maronita di Damasco racconta il dilemma senza risposte dei cristiani siriani
I cristiani di Siria «devono scegliere tra due calici amari: morire o partire». Un dilemma che coinvolge tutta la realtà ecclesiale presente nel Paese martoriato, e che viene raccontato dall’arcivescovo maronita di Damasco Samir Nassar in una vibrante testimonianza inviata all’Agenzia Fides.
L’arcivescovo cattolico di rito orientale delinea i tanti modi con cui la morte ghermisce le vite di milioni di civili indifesi, cristiani e musulmani, nella Siria devastata dalla guerra: bombardamenti, auto-bomba, cecchini, mancanza di cure mediche (223 ospedali sono stati chiusi e i medici stanno fuggendo tutti, spiega mons. Nassar), malnutrizione e mancanza di cibi adeguati per i diabetici, i cardiopatici e le puerpere. Davanti a questo disastro, tutti pensano di andar via, anche se la fuga in qualche modo «è un altro modo di morire» più lentamente. La Chiesa locale, pur nella sua fragilità, «diventa un muro del pianto», a cui tutti si rivolgono ogni giorno «per chiedere protezione e aiuto nella ricerca di un visto per partire». I cristiani siriani – sottolinea l’arcivescovo maronita - «hanno visto l’ONU organizzare dal 2005 la partenza sistematica dei rifugiati iracheni verso i Paesi occidentali», e adesso provano angoscia anche per «l’indifferenza e il silenzio mondiale davanti al loro lungo e triste calvario... sono abbandonati, destinati alla morte senza poter fuggire... i consolati sono chiusi da un anno e mezzo».
Mons. Nassar descrive con cuore affranto di pastore la condizione dei cristiani poveri «che non trovano alcuna ragione per dover morire in questa guerra insensata»: loro hanno visto i propri fratelli più agiati lasciare la Siria, e ora guardano alla Chiesa come l’unica realtà a cui chiedere aiuto nel naufragio.«L’appello del nuovo Papa Francesco in favore dell’amata Siria risuona nei loro cuori.... La Chiese sorelle del mondo intero pregano e mostrano il loro affetto per questo piccolo gregge, senza poter placare la tempesta». Questa situazione pone anche i pastori davanti a problemi di coscienza: «Consigliarli di restare potrebbe condurli alla morte come un agnello muto davanti al macellaio. Il nostro martirologio non fa che allungarsi... Aiutarli a partire significa invece svuotare la Terra Biblica dei suoi ultimi cristiani». Un dilemma che può trovare risposta solo affidandosi al «cuore di Dio», offrendo ai fedeli una prossimità pastorale che li aiuti a percepire la realtà delle parole di Gesù. Quelle che – nota mons. Nassar «non deludono mai: “Non abbiate paura... io sono con voi...”». (Agenzia Fides 13/4/2013).
SIRIA - Il vescovo caldeo Audo: Aleppo sta morendo di fame
“Si va avanti alla giornata. Ho l’impressione che le persone sono sempre più spossate. Sono tutti divenuti poveri e ognuno è alla continua ricerca di qualcosa da mangiare per sè e per la propria famiglia. Per le strade di Aleppo si vedono le persone che girano senza posa con le buste in mano, cercando un po’ di pane...” Così riferisce all’Agenzia Fides il vescovo caldeo di Aleppo Antoine Audo SJ, Presidente di Caritas Siria, delineando un’immagine eloquente della condizione quotidiana vissuta da una città che era tra le più fiorenti e dinamiche di tutto il Medio Oriente, e che ora appare irrimediabilmente sfigurata dalla guerra civile.
L’ultima emergenza che coinvolge da vicino le Chiese in Aleppo è quella di centinaia di famiglie cristiane costrette a fuggire dal quartiere di Cheikh Maksoud, conquistato negli ultimi giorni dalle milizie anti-Assad.
E rimane ignota la sorte dei due sacerdoti Michel Kayyal - armeno cattolico - e Maher Mahfouz - greco ortodosso - rapiti due mesi fa da un gruppo di persone armate sulla strada che da Aleppo conduce a Damasco”.
“L’anarchia della guerra – confida a Fides il vescovo caldeo – fa percepire per contrasto in maniera ancora più forte la grandezza della dignità umana, proprio nel momento in cui essa appare così umiliata. In tutto questo molti cercano Dio e chiedono a Lui la pace del cuore, nella preghiera”. (Agenzia Fides 10/4/2013).
IN BREVE
GAZA: incendiata scuola cristiana della Sacra Famiglia
Incendio doloso davanti all’ingresso della scuola cristiana della Sacra Famiglia di Gaza. E’ successo ieri. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Maan.
L’episodio avviene dopo che all’inizio del mese le autorità di Hamas hanno reso noto che con il nuovo anno scolastico imporranno una rigida separazione dei sessi in tutte le scuole della Striscia, incluse quelle cristiane. (Radio Vaticana 14/04/2013)
INDIA - Una chiesa bruciata: violenza di fondamentalisti indù in Chhattisgarh
Alcun giorni fa una piccola chiesa è stata data alle fiamme nel distretto di Kondagaon in Chhattisgarh.
Il giorno dopo l’incendio, i credenti sono stati pubblicamente insultati e minacciati dai fondamentalisti indù del villaggio, appartenente al gruppo estremista “Vishwa Hindu Parishad”, che li hanno accusati di convertire le persone con la frode e con la seduzione.
(Agenzia Fides 16/4/2013)
VIETNAM - Leader cristiano morto in carcere: vittima di percosse, i fedeli non credono al suicidio
Si addensano sospetti sulla morte del leader cristiano della Chiesa evangelica vietnamita Hoang Van Ngai (noto anche come Vam Ngaij Vaj), scomparso il 17 marzo mentre era sotto custodia della polizia nel distretto di Dak Glong, provincia di Dak Nong. Come appreso dall’Agenzia Fides, la versione ufficiale fornita dagli agenti è “suicidio tramite scossa elettrica”. La sua famiglia respinge con forza la tesi del suicidio, sottolineando che oltre 300 testimoni hanno visto il corpo di Ngai “con lividi e contusioni, tagli profondi e il cranio fracassato”. (Agenzia Fides 11/4/2013)