2013 04 03 Nuovi beati: 62 per martirio di cui 2 italiani. In Belgio, per legge, vacanze scolastiche senza poter dire Pasquali o Natalizie. Crocifissi bruciati per gioco in Italia.
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Nuovi beati: 62 per martirio di cui 2 italiani. Rolando Rivi e Giuseppe Girotti.
La Chiesa avrà presto 63 nuovi Beati. Papa Francesco il 28 marzo 2913 ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i relativi Decreti.
Per 62 Beati la motivazione è il riconoscimento del martirio.
58 sono sacerdoti e religiosi, tutti uccisi in odio alla fede in Spagna, tra il 1936 e il 1938, durante la guerra civile che ha travolto il Paese. Tra questi il vescovo di Jaen, Emanuele Basulto Jimenez e cinque compagni, Giuseppe Massimo Moro Briz e quattro compagni della diocesi di Avila, Gioacchino Jovani Marin e quattrodici confratelli Operai Diocesani, Andrea da Palazuelo e 31 confratelli Minori Cappuccini.
Vi sono poi due martiri dei regimi comunisti: l’ungherese Stefano Sander, laico professo, ucciso a Budapest nel 1953, e il sacerdote romeno Vladimiro Ghika, natio di Istanbul, ucciso a Bucarest nel 1954.
Infine due italiani, vittime nel 1945 sullo sfondo della seconda Guerra mondiale: Giuseppe Girotti, sacerdote domenicano, natio di Alba in Piemonte, deportato dai tedeschi a Dachau in Germania, dove ha trovato la morte e il giovane seminarista Rolando Rivi, figlio di contadini, barbaramente ucciso a soli 14 anni da partigiani comunisti, a Piana di Monchio sull’Appennino modenese il 13 aprile del 1945.
Rolando morì a soli 14 anni pregando per suoi aguzzini che lo avevano sequestrato sui monti nel corso della Resistenza, che molte brigate comuniste avevano interpretato come un inizio di rivoluzione comunista in terra emiliana. Per questo morì Rolando Rivi e come lui morirono le decine di religiosi che nel cosiddetto triangolo della morte vennero barbaramente trucidate, non perché fascisti, ma perché difensori della fede cattolica che la sperata e imminente rivoluzione comunista avrebbe spazzato via per sempre.
Invece oggi ci troviamo con l’elevazione agli altari di un ragazzo semplice, che desiderava soltanto diventare sacerdote e che accettò di morire per non volersi togliere la veste talare come impostogli dai suoi aguzzini.
«Nella mia vita l’incontro con Rolando Rivi ha significato l’incontro con un'esperienza di radicale appartenenza a Cristo e alla Chiesa, che superava di gran lunga l’età e l’anagrafe - ha detto l’arcivescovo di Ferrara, Mons. Luigi Negri -. Una fede granitica, come era quella dei ragazzi della mia età. Una fede semplice e forte che gli consentì di stare di fronte all’esplosione bestiale dell’odio anti cristiano con realismo e umiltà e che parla ai giovani d’oggi».
In EUROPA avanza la cristianofobia
In Belgio vietato dire vacanze Pasquali
Festeggiamo la Pasqua e le scuole d’Europa chiudono per la vacanze “pasquali”, appunto, ma d’ora in avanti in Belgio sarà vietato dirlo: sarà obbligatorio chiamarle “vacanze di primavera”.
A stabilirlo è una circolare ministeriale che recepisce un decreto governativo concernente la materia delle festività nel mondo della scuola.
Così il congedo di Ognissanti a novembre si chiamerà “congedo di autunno”, le vacanze di Natale diventano le “vacanze d’inverno” e perfino Carnevale viene messo in un angolo per fare spazio a un “congedo di relax”.
Nazionalisti fiamminghi e valloni hanno denunciato, inutilmente, l’ennesimo tentativo di distruggere l’identità cristiana del Belgio (che poi è l’unico collante tra le due comunità).
Crocifissi bruciati per gioco in Italia
Venerdì 22 marzo, in una scuola del veronese, un crocifisso è stato deriso e dileggiato con gesti irrispettosi e, nel parcheggio antistante l'Istituto, altri crocifissi – rubati dalle aule – sono stati fatti a pezzi e poi bruciati. Gli autori di questi gravi gesti sono tutti ragazzini sotto i 15 anni, probabilmente non mossi da un consapevole odio religioso – specificamente diretto contro il credo cristiano – ma eccitati dall'idea di compierne una di veramente grossa, mostrandosi adulti e degni di considerazione agli occhi di qualche altro compagno più grande.
Gesti come quelli perpetrati di fronte a quella scuola costituiscono un reato, (Codice Penale articolo 404), ma il punto non è punire ma piuttosto educare al rispetto quanto meno di ciò che costituisce oggetto di venerazione e di culto per l'altro, sebbene, magari, non ne condividiamo il credo religioso. Oppure il nostro tempo è divenuto così assuefatto all'indifferenza verso ciò che è sacro da non scomporsi più nell'apprendere notizie come quella del rogo volontario di alcune croci?