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Se anche nei media «cattolici» prevale la censura

Fonte:
CulturaCattolica.it
Non è la prima volta che capita. Leggendo un articolo di sr Maria Gloria Riva su Avvenire e confrontandolo con l'originale ho notato frasi tagliate o parole cambiate. Siamo al Minculpop ecclesiastico?

Leggo sul sito della Enciclopedia Treccani questa definizione di «censura»:


Limitazione della libertà civile di espressione del pensiero, disposta per la tutela di un interesse pubblico e attuata mediante l’esame, da parte di un’autorità, di scritti o giornali da stamparsi, di manifesti o avvisi da affiggere in pubblico, di opere teatrali o pellicole da rappresentare, di siti Internet, con lo scopo di permetterne o vietarne la pubblicazione, l’affissione, la rappresentazione ecc. Più in generale, controllo, biasimo e repressione di determinati contenuti, idee o espressioni da parte di un’istanza dotata di autorità. Nella legislazione degli Stati moderni d’ispirazione liberale solo in casi eccezionali, quali i periodi bellici, è imposto l’obbligo della c. preventiva, essendo la libertà di pensiero, di cui è manifestazione essenziale la libertà di stampa, un principio fondamentale delle moderne costituzioni, il cui riconoscimento risale alla Dichiarazione dei diritti del 1789. Negli Stati autoritari la c. è imposta allo scopo di impedire manifestazioni di critica all’operato o all’ordinamento delle autorità costituite.


Facciamo il confronto tra due articoli

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