La democrazia vera e la democrazia di Emma #Bonino
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E quindi partirò dal concetto di democrazia prima di avventurarmi in altre analisi.

I fondamenti della democrazia
Dove trovare una definizione corretta di democrazia?
Beh, non certo da Emma Bonino. Lei, come la maggioranza degli italiani, darebbe più o meno questa definizione: "La democrazia è una forma di organizzazione dello Stato nella quale i cittadini eleggono i loro rappresentanti, e i rappresentanti a loro volta formano un governo e promulgano le leggi votando a maggioranza".
Questa però, pur essendo la risposta più naturale e più diffusa, non è la definizione di democrazia. E' la definizione di "democrazia totalitaria".
Attingo da San Giovanni Paolo II per ricordare che "una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia".
E ancora: "Se non esiste nessuna verità ultima la quale guida ed orienta l'azione politica, allora le idee e le convinzioni possono esser facilmente strumentalizzate per fini di potere".
E infine: "In un mondo senza verità la libertà perde la sua consistenza".
Da questi capisaldi nasce la dottrina dei "princìpi non negoziabili", espressione che verrà coniata da Benedetto XVI.
Il concetto vero di democrazia: uno schema
Ripescata la dottrina di base, posso avventurarmi nello schema vero della democrazia, quello che NON appartiene a Emma Bonino. Lo descrivo riferendomi alla storia italiana.
1) A monte della democrazia c'è la legge naturale universale, che definisce i "princìpi non negoziabili", e che fa da barriera ai regimi totalitari.
2) La comunità italiana, uscita dalle tragedie della seconda guerra mondiale, elegge un'Assemblea Costituente. I Costituenti in questo momento non hanno nulla sopra di sé: solo la logica, l'uso della ragione, e la legge naturale universale. All'inizio del 1948 nasce la Costituzione.
3) All'Assemblea Costituente vengono assegnati 8 mesi per la realizzazione della Costituzione. Saranno necessarie due proroghe, 4 mesi + 6 mesi. Un anno e mezzo di incessante lavoro, dibattito, litigio culturale per creare una Costituzione fondamentalmente sana.
4) Da questo momento iniziano le elezioni ordinarie, secondo il sistema elettorale naturale, ossia il sistema proporzionale: si vuole infatti che il Parlamento sia rappresentativo delle idee della popolazione.
5) Il popolo nel 1948 va a votare in massa: 29.117.554 elettori, 26.855.741 votanti, percentuale 92%; nel 1992, ultima elezione proporzionale, vanno ancora a votare l'87% degli elettori: una disaffezione elettorale modesta, il 5% in 44 anni
6) Nascono quindi governi ampiamente rappresentativi.
7) Per 23 anni, dall'inizio della Costituzione fino alla legge del divorzio, la Costituzione viene rispettata nella lettera e nello spirito. Il periodo coincise, non a caso, col periodo di massima prosperità dei piccoli lavoratori: attorno al 1970, a San Martino in Rio, un operaio monoreddito con due figli comprava una casa da 100 metri quadri + cantina + garage, coi suoi soldi e senza mutui.
Volendo sintetizzare ancora di più, la democrazia è formata da:
- verità (i princìpi non negoziabili, validi per tutti gli uomini)
- verità qui e ora (la Costituzione, che traduce in Italia la verità generale)
- fedeltà (la fedeltà delle leggi, che non devono tradire né la lettera né lo spirito della Costituzione)
- partecipazione (il cittadino deve avere una forte motivazione verso il voto)
- rappresentatività (il Parlamento deve fotografare le idee del popolo).
Qui si inserisce Emma Bonino.
La carriera di Emma
Perché tiro sempre in ballo il defunto Marco Pannella, pace all'anima sua, e la vivente Emma Bonino? Perché devono farci pensare.
Il loro partito in trent'anni si è mosso tra un consenso minimo dell'1,07% (1976) e un consenso massimo di 3,51% (1994): sono le caratteristiche giuste per essere considerati marginali e non comparire quasi mai in TV. Invece erano e sono onnipresenti.
E alla Bonino, che è una semplice laureata in lettere moderne e che nella vita ha fatto come unica attività la militante radicale, vengono assegnati gli incarichi più impensati: Commissario Europeo grazie a Berlusconi, Ministro delle Politiche Europee con Prodi, Ministro del Commercio Internazionale con Prodi, vicepresidente del Senato, Ministro degli Esteri con Letta.
Sarà così brava? Di fatto, come dice Wikipedia, Emma Bonino è membro del Board della Fondazione Open Society del filantropo e finanziere George Soros. Gli agganci giusti li ha di sicuro.
Comunque a noi interessa la sua azione sullo schema vero della democrazia.
La demolizione dello schema vero
Innanzitutto lei cancella il punto n.1: non esiste alcuna verità sopra la Costituzione. Esiste solamente il "principio di autodeterminazione". Posto che i radicali nascono nel 1955, posto che entrano in Parlamento nel 1976, è ovvio che il loro principio di autodeterminazione non ha preso parte alla stesura della Costituzione. Ma alla Bonino non interessano le sottigliezze, lei è una militante radicale.
Tolto il punto n.1, il punto n.2 non ha più radici: la Costituzione resta in vigore come una costruzione priva di fondamenta, che può essere demolita anche lasciandola in piedi.
Con una Costituzione svuotata alla radice, tutta l'enorme operazione culturale creata dai Costituenti in un anno e mezzo di lavoro viene vanificata dagli slogan mediatici della Bonino. Il punto n.3 è morto.
Naturalmente la Bonino detesta il metodo proporzionale: le sue percentuali di consenso elettorale infatti fanno ridere. Lei vuole che comandi l'élite della quale fa parte. E per comandare occorre che finisca l'era del "partito dei cattolici". Niente di meglio del sistema maggioritario, creato dai referendum di Pannella e Mariotto Segni: si insegue il mito della "governabilità senza corruzione", e muore il punto n.4.
Morto il n.4, muore anche il punto n.5: la disaffezione elettorale esplode. Nel maggioritario siamo passati dall'86% del 1994 al 72% nel 2013: disaffezione elettorale del 14% in 19 anni.
Gli unici governi rappresentativi, espressione in qualche modo della volontà del popolo, sono stati quelli di Berlusconi e di Prodi. Per il resto abbiamo una sequenza impressionante di governi che non rappresentano nessuno. Partendo da Tangentopoli abbiamo: Amato I, Ciampi, Dini, D'Alema I, D'Alema II, Amato II, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni. Il punto n.6 è morto.
Va da sé che il punto n.7 non esiste più: mano a mano che crescono i cosiddetti "diritti civili" (divorzio, contraccezione di Stato, aborto, fecondazione artificiale, unioni civili, genderismo, eutanasia, eccetera), calano i diritti veri e cresce il livello di povertà.
Lo "schema Bonino"
Lo schema della Bonino è questo.
1) La Costituzione è un feticcio. La si lascia lì perché sarebbe scomodo cambiarla. E' sufficiente cambiare il significato delle sue parole.
2) La vera Costituzione è il principio di autodeterminazione.
3) I parlamentari non ha importanza come vengono eletti, e non importa quanti cittadini vanno al voto: è sufficiente che il Parlamento esista.
4) Ciò che i parlamentari decidono a maggioranza è comunque democratico, giusto, bello, vero.
5) E se i parlamentari, per qualche strano caso, votano qualcosa che non piace alla Bonino, ci si rivolge ai giudici giusti per sistemare le cose a colpi di sentenze.
Emma Bonino è una fondamentalista.
Una fondamentalista del proceduralismo democratico senza princìpi.
Ne riparleremo, a Dio piacendo, il prossimo sabato.
Giovanni Lazzaretti
giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com