Il fine primario del matrimonio
Il punto di tenuta dell’intera impalcatura morale bimillenaria cattolica ruota attorno alla inscindibilità dei significati unitivo e procreativo dell’atto coniugale
L’articolo di Puccetti allegato merita un’attenta e ponderata lettura, perché in esso è spiegata la causa essenziale della devastante situazione in cui versano la famiglia e, di conseguenza, la società. Il nodo cruciale, e per molti impensabile, è il seguente:
Il punto di tenuta dell’intera impalcatura morale bimillenaria cattolica ruota attorno alla inscindibilità dei significati unitivo e procreativo dell’atto coniugale.
Sono assolutamente d’accordo con Puccetti e vi dirò di più: il significato procreativo dell’atto coniugale viene prima di quello unitivo. L’aspetto unitivo è importante, ma secondario. Metterli sullo stesso piano è stato il classico forellino nella diga, forellino che ingrandendosi ne ha provocato il crollo.
Nessuno può mettere in dubbio che per ottenere la procreazione, secondo la legge naturale, sia necessaria la copula tra marito e moglie, mentre per l’aspetto unitivo essa non è strettamente necessaria. Infatti, l’aspetto unitivo riguarda prima gli animi. Lo spiega bene l’enciclica Casti Connubii di Pio XI sul matrimonio cristiano (QUI) è chiarissima:
Mediante il connubio, dunque, si congiungono e si stringono intimamente gli animi, e questi prima e più fortemente che non i corpin, né già per un passeggero affetto dei sensi o dell’animo, ma per un decreto fermo e deliberato di volontà; e da questa fusione di anime, così avendo Dio stabilito, sorge un vincolo sacro ed inviolabile.
Tale natura, affatto propria e speciale di questo contratto, lo rende totalmente diverso, non solo dagli accoppiamenti fatti per cieco istinto naturale fra gli animali, in cui non può esservi ragione o volontà deliberata, ma altresì da quegli instabili connubii umani, che sono disgiunti da qualsivoglia vero ed onesto vincolo di volontà e destituiti di qualsiasi diritto di domestica convivenza.
L’aspetto procreativo è al primo posto. Prosegue la Casti Connubii:
Da qui già appare manifesto che la legittima autorità ha diritto e dovere di frenare, impedire e punire questi turpi connubii, contrari a ragione e a natura; ma trattandosi qui di cosa che consegue alla stessa natura umana, non è meno certo quello che apertamente ammoniva il Nostro predecessore Leone XIII di f. m.: «Nella scelta del genere di vita, non è dubbio che è in potere ed arbitrio dei singoli il preferire l’una delle due: o seguire il consiglio di Gesù Cristo intorno alla verginità, oppure obbligarsi col vincolo matrimoniale. Nessuna legge umana può togliere all’uomo il diritto naturale e primitivo del coniugio; o in qualsivoglia modo circoscrivere la cagione principale delle nozze, stabilita da principio per autorità di Dio: Crescete e moltiplicatevi».
Pertanto il sacro consorzio del vero connubio viene costituito e dalla divina e dall’umana volontà; da Dio provengono l’istituzione, le leggi, i fini, i beni del matrimonio; dall’uomo, con l’aiuto e la cooperazione di Dio, dipende l’esistenza di qualsivoglia matrimonio particolare coi doveri e coi beni stabiliti da Dio, mediante la donazione generosa della propria persona ad altra persona per tutta la vita.
[…] Ma avendo già trattato altra volta a lungo dell’educazione cristiana della gioventù, possiamo riassumere tutte queste cose ripetendo le parole di Sant’Agostino: «Quanto alla prole, si richiede che sia accolta con amore e religiosamente educata», il che ci viene pure espresso stringatamente nel Codice di diritto canonico: «Il fine primario del matrimonio è la procreazione e l’educazione della prole».
Se così non fosse, ossia fosse necessaria la copula per mantenere l’unione tra marito e moglie, allora l’aspetto contraccettivo sbattuto fuori dalla porta rientrerebbe dalla finestra. Perché ciò non avvenga è necessario avere le idee chiare sui fini del matrimonio e chiedere a Dio la virtù della castità matrimoniale:
Questa fede della castità, come da Sant’Agostino è giustamente chiamata, risulterà più facile, anzi molto più piacevole non meno che nobile per un altro pregio importantissimo: per l’amore coniugale, cioè, che pervade i doveri tutti della vita coniugale e nel matrimonio cristiano tiene come il primato della nobiltà. «Richiede inoltre la fede del matrimonio che il marito e la moglie siano fra loro congiunti di un amore singolare, santo e puro, e non si amino fra di loro come gli adulteri ma in quel modo che Cristo amò la Chiesa; perché questa regola prescrisse l’Apostolo quando disse: Uomini amate le vostre mogli, come anche Cristo amò la Chiesa, e certo Egli l’amò con quella sua carità infinita, non per un vantaggio suo, ma solo proponendosi l’utilità della Sposa». Parliamo dunque di un amore non già fondato nella inclinazione sola del senso che in breve svanisce, né solo nelle parole carezzevoli, ma nell’intimo affetto dell’anima e ancora — giacché la prova dell’amore è l’esibizione dell’opera — dimostrato con l’azione esternan. Questa azione, poi, nella società domestica non comprende solo il vicendevole aiuto, ma deve estendersi altresì, anzi mirare soprattutto a questo: che i coniugi si aiutino fra di loro per una sempre migliore formazione e perfezione interiore, in modo che nella loro vicendevole unione di vita crescano sempre più nelle virtù, massimamente nella sincera carità verso Dio e verso il prossimo, da cui alfine «dipendono tutta la legge e i Profeti». Possono insomma, e debbono tutti, di qualunque condizione siano e qualunque onesta maniera di vita abbiano eletto, imitare l’esemplare perfettissimo di ogni santità, proposta da Dio agli uomini, che è N. S. Gesù Cristo, e con l’aiuto di Dio giungere anche all’altezza somma della perfezione cristiana, come gli esempi di molti santi ci dimostrano.
La natura religiosa del matrimonio e la sublime sua significazione della grazia e dell’unione fra Gesù Cristo e la Chiesa, richiedono dai futuri sposi una santa riverenza per le nozze cristiane e un santo amore e zelo perché il matrimonio, che stanno per contrarre, si avvicini il più possibile al modello di Cristo e della Chiesa.
Tutto questo sembra, anzi, è caduto nel dimenticatoio, non viene più nemmeno insegnato. Anzi, imperversano i porno-teologi (http://www.culturacattolica.it/attualit%C3%A0/in-rilievo/ultime-news/2015/08/02/i-porno-teologi-di-satana) ed i nefasti risultati, descritti molto bene da Puccetti, sono sotto i nostri occhi…
San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia!
Andrea Mondinelli
- Lobby gay e spinta per la dissoluzione della morale cattolica 56 KLobby gay e spinta per la dissoluzione della morale cattolica