Avvenire e D’Agostino. Ci trasformeremo in scimpanzé con cervello di gallina?
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Avvenire e D’Agostino il 30 marzo 2017 hanno dato il “meglio” di sé: neanche la Massoneria sarebbe riuscita a descrivere con più precisione il suo obiettivo, il suo bersaglio. Ecco la frase conclusiva dell’<strong>articolo avveniristico-dagostiniano:
La storia ci impone di avere coraggio, di abbandonare in parte (solo in piccola parte!) il vecchio paradigma della medicina ippocratica e di contribuire alla costruzione di un paradigma nuovo e molto più complesso. E chi perde gli appuntamenti con la storia sarà costretto, prima o poi, a pentirsene amaramente. |
La storia ci impone? Appuntamenti con la storia per non pentirsi amaramente?
Della Storia ce ne facciamo un baffo! Noi cattolici abbiamo altri doveri da rispettare (la legge di Dio) e altri appuntamenti da non perdere (alla destra di Gesù il giorno del Giudizio)! Per le critiche puntuali a D’Agostino vi segnalo questi articoli della nuova bussola (QUI).
Desidero concentrarmi sull’inquietante “abbandonare in parte (solo in piccola parte!) il vecchio paradigma della medicina ippocratica”, ponendo due precise domanda a D’Agostino e Avvenire:
1. Quale piccola parte del paradigma ippocratico vuole abbandonare?
2. Quale paradigma nuovo e più complesso vuole abbracciare?
Aspettiamo, fiduciosi, la risposta con una piccola considerazione finale.
Il nostro patrimonio genetico è condiviso al 99% con lo scimpanzé, per l’80% è in comune con un verme di 1 mm (Caenorhabditis elegans), il 50% è condiviso invece con il dna della banana, e abbiamo lo stesso numero di geni della gallina (qui).
Non è questione di piccolezza (“solo in piccola parte!”, dice Presidente dell’Unione giuristi cattolici e presidente emerito del Comitato nazionale per la bioetica), ma di qualità. Non è che, togliendo quella piccola parte del paradigma ippocratico, ci trasformeremo in uno scimpanzé con un cervello di gallina?
San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia.